Lucie Safarova, il dolce sapore della vittoria (come quello di una Sugarpova)

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Lucie Safarova, il dolce sapore della vittoria (come quello di una Sugarpova)

Al Roland Garros 2015, fin qui, l’exploit lo ha compiuto Lucie Safarova, battendo la campionessa uscente Maria Sharapova. La ragazza, timida e talentuosa, sta diventando “grande” e la top 10 non è mai stata così vicina

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DA PARIGI – Di solito non si parla molto spesso di lei. Perché finora è stata una buona giocatrice ma senza risultati eclatanti. E poi perché è l’antidiva per eccellenza. Perché è timida, discreta e, pur essendo certamente carina, non è una bellezza appariscente come Ana Ivanovic o Genie Bouchard. Lucie Safarova possiede la grazia e l’estetica della ragazza della porta accanto, a volte un po’ spaurita con quei suoi occhioni blu dallo sguardo pensieroso. Ma oggi Lucie non ha avuto paura. Anzi. Quest’oggi, la nativa di Brno, classe 1987 e attuale n. 13 Wta, non ha tremato di fronte alla n. 2 del mondo, per giunta detentrice del titolo qui a Parigi nonché trionfatrice di altri 4 slam e sconfitta 7-6 6-4 in 1 ora e 50 minuti. Lucie ha dimostrato di aver acquisito quella sicurezza di sé e quella maturità tecnica indispensabili per compiere il salto di qualità ed entrare nella rosa delle migliori, quella top 10 agognata e sognata da ogni tennista. Non è ancora cosa fatta, ma ci è vicina (secondo i calcoli relativi alla classifica, Lucie entrerebbe in top 10 se Svitolina non raggiungesse la finale a Porte d’Auteuil). “Non conoscevo tutte queste statistiche prima del match” confessa candidamente la dolcissima 28enne ceca in conferenza stampa dopo la vittoria su Masha, “sono così entusiasta, felice come non mai! Domani è un altro giorno, un’altra avversaria, spero di giocare altrettanto bene, tirar fuori il mio miglior tennis e vincere l’incontro“.

Già l’anno scorso la Safarova aveva fatto presagire che qualcosa stava cambiando per lei con il raggiungimento della sua prima semifinale slam a Wimbledon. In effetti, il 2014 è, fino a quel momento, la sua stagione migliore, terminata con il best ranking  al n. 17, così come aveva fatto nel 2012. “Per me il momento decisivo è stato l’anno scorso in semifinale a Wimbledon. Sto lavorando bene con il mio coach (Rob Steckley) sul mio gioco” ha confermato, “Sono più costante e poi sono forse un po’ più paziente. Con Maria ho disputato spesso partite dure , in particolare a Stoccarda, dove stavo per batterla. Ieri ero fiduciosa e mi dicevo che potevo vincere, che questo match sarebbe stato per me”.

Lucie vanta finora 6 titoli Wta in singolare (Doha, 2015; Québec City, 2013; Forest Hills, 2008 ; Gold Coast, 2006; Oeiras e Forest Hills, 2005). Disputa inoltre altre 7 finali. Ma la ceca dimostra di essere abilissima anche in doppio di cui registra 6 sigilli in bacheca, tra cui soprattutto l’Australian Open 2015, suo primo slam, in coppia con Bethanie Mattek-Sands. Nel 2015 parte alla grande conquistando il torneo più importante finora in carriera , il Premier di Doha. Senza dimenticare la Fed Cup. Lucie è una delle eroine della squadra ceca che trionfa ben 3 volte nel celebre Campionato a squadre: nel 2011, nel 2012 e nel 2014. Tennista mancina, e quindi particolaramente temibile con il dritto, la tennista di Brno è estremamente solida da fondocampo con ottimi fondamentali; è dotata inoltre di un’ottima volé – essendo abilissima doppista – nonché di una buona mano. Il dritto, appunto. Oggi contro la siberiana, Lucie ha fatto sfoggio di un dritto micidiale, particolarmente angolato e stretto: “Ho lavorato particolarmente su questo colpo e contro di lei l’ho usato molto. Lei mi conosce molto bene e si aspettava che tirassi molti lungolinea; è per questo che ho deciso di cambiare per trovare angoli più stretti“.

Tennista coriacea e grande lavoratrice, Safarova è una delle atlete del circuito più preparate fisicamente e che riesce a coprire molto bene il campo. Il suo tallone d’Achille, invece, è sempre stata una spiccata emotività che le fa spesso perdere la lucidità, a fortiori nei momenti chiave del match. E i tie-break? La ceca di solito fa e disfa come Penelope poiché, nel 2015 ne perde 13 e ne vince 10. Tuttavia, anche in questo caso, si registrano notevoli progressi perché tra i 10 conquistati, 4 sono stati disputati proprio qui al Roland Garros. Insomma, Safarova è in continua crescita. L’exploit con Masha significa per lei il primo successo con una top 5 nel 2015. “Non ho ancora raggiunto ciò che ho sempre sognato ma ci sto lavorando. Spesso ero vicina alla meta ma poi non ci sono arrivata. Ma mi ripetevo di continuare a lavorare sodo per far arrivare quei momenti. Oggi ho avuto più di un matchpoint e mi dicevo: ‘sì, posso farcela, posso vincere’. È successo, e sono così felice“. E si vedeva. Per la prima volta, forse, è apparsa una Lucie Safarova distesa, dal volto sorridente, soddisfatta e al contempo intimorita di trovarsi nella main room, con i suoi grandi occhi blu che si posavano su ognuno di noi presenti in sala, occhi che sorridevano ma che tradivano ancora una certa timidezza.

Oggi Lucie sarà chiamata forse alla vera prova del nove, lo scontro contro il nuovo che avanza, la giovane e dirompente Garbiñe Muguruza, lanciatissima in questo Roland Garros – in cui raggiunge per il secondo anno di fila i quarti – e vittoriosa sulla nostra Flavia Pennetta. Altra sfida, altra adrenalina. Tra due giocatrici estremamente dotate fisicamente e potenti, forse l’esperienza di Lucie potrebbe fare la differenza…

Insomma, è un momento felice; proprio come per il suo ex fidanzato, Tomas Berdych che, finora, ha vissuto una stagione pressoché perfetta, essendo sempre approdato almeno nei quarti di ogni torneo disputato, tant’è che la sconfitta da Tsonga sabato è la prima dell’anno da parte di un giocatore fuori dai top 10. Ma se Parigi lascia dell’amaro in bocca a Tomas, quest’anno per Lucie la Ville Lumière è più dolce che mai, neanche avesse mangiato una caramella…  Sugarpova.

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