Wimbledon interviste, Sharapova: “Mi sento in forma. Serena è la giocatrice da battere”

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Wimbledon interviste, Sharapova: “Mi sento in forma. Serena è la giocatrice da battere”

Wimbledon 2015: intervista pre-torneo a Maria Sharapova

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Sembri appena uscita da un servizio fotografico.
Sono appena uscita da una cosa con ESPN. Scusate.

So che non lo faresti per noi.
No, dai. Mi piace presentarmi bene davanti a voi. Mi sono arricciata i capelli e cose così.

Come ti senti per questa stagione sull’erba? Com’è avere un po’ più di tempo?
Beh, è stata una situazione un po’ diversa. Speravo di giocare un torneo di preparazione a questo, ma per diversi motivi sono dovuta tornare a casa e sottopormi a dei test. Ci ho messo un po’ a recuperare e a sentirmi di nuovo a posto ed in grado di allenarmi. Pensavo di andare un po’ in Florida, ma sono dovuta restare in California per motivi di salute. Poi sono venuta qui appena ho avuto il permesso di allenarmi. Sono stati 10 giorni positivi, con un’energia ritrovata che è fondamentale se sei un’atleta. Comunque, nonostante non abbia giocato alcun evento, ho giocato un po’ di partite di allenamento, fra cui una ad Eastbourne. Finora è andata bene.

Quali sono stati i problemi di salute?
Penso che abbiate visto come stavo. Ora sto molto meglio, per fortuna.

Era più serio di quello che pensavi? Da come lo descrivi sembra piuttosto serio, a Parigi non ne parlavi.
Sì, non mi piace parlarne perché può suonare come una scusa. In queste settimane ho provato a combattere ogni sintomo che ho avuto durante il Roland Garros, ed anche i giorni prima. Una volta che mi sono ripresa ho ricominciato subito ad allenarmi. È stato bello tornare in campo e non dover tossire o soffiarmi il naso centinaia di volte.

Giocherai contro una ragazza chiamata Jo Konta. Cosa sai di lei?
Non ci siamo mai affrontate. Il primo turno di un Grande Slam è sempre rischioso, poi lei è una wild card di casa. Ho visto un paio di suoi match ad Eastbourne la settimana scorsa, dove ha avuto dei buoni risultati. È positivo quindi averla vista un po’ giocare. Ad ogni modo non è poi così importante, dato che quando giochi vuoi pensare solo al tuo gioco ed a risolvere i problemi che hai il più in fretta possibile.

Dato che sai cosa ci vuole per vincere in tutti i majors, cosa ne pensi delle chances di Serena di fare il Grande Slam quest’anno?
È sicuramente la giocatrice da battere. Ha tutta la fiducia del mondo avendo vinto gli ultimi tre Slam. I risultati parlano per lei.

Secondo te cos’è la cosa più impressionante del suo gioco alla sua età?
Credo sia sempre la costanza. Una cosa è giocare così in un torneo o due, un’altra è farlo sempre. È incredibile.

Hai detto che quest’anno avresti voluto giocare un tornei di preparazione. Di solito non lo fai. Per quale motivo volevi cambiare la preparazione per questo Wimbledon? Come fai ad allenarti al ritmo partita su una superficie così diversa da quella del Roland Garros?
Beh, il fatto d’aver perso prima quest’anno, e che c’è una settimana in più, ti dà il tempo di giocare un torneo se ne hai la possibilità. Gli scorsi anni le settimane di pausa erano solo due, e magari arrivavo in finale a Parigi. Non aveva molto senso.

Vedi la tua carriera come divisa in due: pre-intervento alla spalla del 2008 e post-intervento, o la vedi come una carriera unica, costante?
Sì, credo di vederla un po’ divisa in due, almeno mentalmente. Sono cambiata per come guardo o capisco le cose, ed anche le mie ambizioni e la mia percezione della realtà sono cambiate, così come il modo di approcciarmi alla sconfitta o ai match duri. La prospettiva cambia molto quando non giochi per un po’. Hai il tempo di pensare a quanto sei fortunata e a quanto sia bello avere un allenamento cattivo, ma comunque averlo. Mentalmente, da allora, guardo alle cose in maniera diversa.

Nel mondo dello sport femminile c’è, a volte, un’enfasi troppo grande sulla bellezza quando si tratta di fare promozione. Credi sia una cosa giusta o pensi che ci sia troppa attenzione solo a quel lato dello sport femminile?
Onestamente credo sia qualcosa che non siamo in grado di controllare. Il nostro lavoro non è quello. Il nostro compito è di essere atleti professionisti e lavorare al massimo. Ciò che poi dice la gente sono solo parole, che puoi accettare o che ti possono dar fastidio. In ogni caso non è il nostro lavoro.

Oggigiorno è molto più semplice per i giocatori scoprire chi sono i loro avversari futuri, avendo YouTube o altri mezzi. Guarderai con il tuo allenatore altri video per studiare la tattica?
Non mi piace rendere le cose complicate. Essere in grado di capire alcune cose, di vedere delle abitudini, quello è il lavoro dell’allenatore. Sven di solito mi dà video di cose che vuole che io veda e studi, in modo da essere già pronta ad allenarle prima della partita, o in modo che sappia esattamente cosa aspettarmi dalla mia avversaria.

Traduzione di Lorenzo Dicandia

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