Interviste
Wimbledon interviste, Murray: “Quando non giochi bene, chiamare il fisioterapista allevia la pressione”
Wimbledon terzo turno: A. Murray b. A. Seppi 6-2 6-2 1-6 6-1. L’intervista del dopo partita a Andy Murray

Possiamo chiederti come sta la tua spalla e se sai come sta la gamba di Seppi?
Non so qual’era il suo problema, probabilmente è iniziato alla fine del secondo set quando stavo servendo e stavo avendo dei problemi col servizio. Poi ha chiamato un time-out per infortunio, io sono uscito ed ero indolenzito, ho fatto due doppi falli in quel game. Ho rallentato il mio servizio e ho perso un po’ la concentrazione. Dopo mi sono rimesso in sesto e alla fine ho servito molto bene.
Senza citare nessuno, hai qualche idea su come le regole per i time-out andrebbero fissate?
È difficile dirlo, è la prima volta che mi capita quest’anno e ho giocato circa 50 incontri, raramente ho avuto il trainer in campo. Sono consapevole che delle volte se i giocatori escono dal campo per un medicamento alla fine di un set, può durare 10 o 15 minuti. Ovviamente credo sia troppo. Credo che più o meno tutti dovremmo farcela senza di esso, ma è difficile avere una regola esatta.
Hai finito in maniera positiva, sorridendo, nessuna rivalità tra voi due. Avevate compreso che il gioco è andato bene.
No, cioè, da parte mia può essere frustrante, perché non è come quando ti fermi per 5 minuti e l’infortunio viene valutato. Non faceva molto caldo alla fine, e quando giochi alle 8:15 di sera e c’è vento, per i giocatori non è molto caldo, quindi puoi raffreddarti. Ma devi essere in grado di gestirlo al meglio, ma non è facile perché non succede tutte le volte. Se c’è un ritardo di 6 o 7 minuti non è facile.
Sai precisamente che problema è?
Sì, un problema che ho avuto negli ultimi tre o quattro giorni e lo sento solo quando servo, ma non è di grande preoccupazione. Ero dolorante e il mio servizio andava male, a dopo la cura ho servito meglio, più veloce.
È difficile non farsi prendere dal panico?
No, il fatto è che succede spesso. Nella mia carriera avrò giocato 650, 700 match e in molti match ho avuto un po’ di dolore alla schiena. Due anni fa ci fu un giorno in cui giocai con un grande dolore, quindi sono abituato a gestirlo e superarlo.
Chiamare il fisioterapista aiuta psicologicamente chi lo ha chiamato?
Non so in che modo influisce su tutti quanti, ma si può farlo. Credo che delle volte può far alleviare la pressione perché è come se fosse una scusa se le cose non ti vanno bene, quindi sei un po’ più rilassato grazie a questo. Ma, come ho detto, so che uno dei giornalisti ha controllato ciò. Io ho chiamato davvero pochi medical time-out nella mia carriera, uno di quelli che ne ha chiamati meno nel circuito.
Parlando d’altro, Ali Collins ha giocato per la prima volta oggi, quanto la conosci? Ci sono dei fondi per delle strutture per i ragazzini che stanno emergendo dalla Scozia?
Non la conosco molto bene, so che mia madre la aiutata un po’ e me ha parlato di lei, l’ultima cosa che ho sentito è che voleva andare ad allenarsi oltremanica. Non so qual’è la principale ragione per questo, ma il mio punto di vista è che quando qualcuno non si allena più al National Center, il NTC, perché non si sente a suo agio, quel giocatore avrà più di una scelta su dove andare ad allenarsi. Spero che lei avrà la possibilità di allenarsi dove vorrebbe e credo che noi abbiamo i fondi per farlo nel nostro paese.
Ora Karlovic. Hai un buon record con lui, come annullerai le sue armi sull’erba?
Ovviamente ha servito molto bene in questo torneo ed anche ad Halle. Sarà un match duro, dovrò essere incisivo con le mie risposte, capisci, cercare di rimandare indietro il più possibile i suoi servizi e cedere che succede.
La spalla dovrebbe passare, quanto bene credi di aver giocato tre di questi quattro set?
Mi senti di giocar molto bene, ovviamente c’è stato un momento nel terzo dove non ho giocato bene, anche contro Kukushkin, quando ero sopra 5-3 ci fu un periodo di 15 minuti dove il mio livello è calato.
Nel quarto set sembravi completamente ricaricato, interagivi col pubblico, il livello di energie era aumentato, puoi descrivere il quarto set.
Quando ho recuperato il break mi sono galvanizzato perché avevo passato dei brutti 20 minuti e mi sentivo più libero sul servizio. Tenevo il servizio molto velocemente, facevo ace e ottenevo punti gratuiti. Sui suoi turni di battuta lo facevo lavorare molto, colpivo la palla in maniera pulita e aggressiva. Quando riesci a coinvolgere il pubblico nella tua prestazione fa una grande differenza, ti aiutano molto a superare i momenti difficili.
Giocando con Karlovic, puoi spiegare la differenza che c’è quando ricevi un servizio da quell’altezza?
Chiaramente lui può prendere degli angoli che io non potrei mai colpire col servizio, e questo rende difficile al risposta. L’erba aiuta in qualche modo perché la palla non rimbalza alta tanto quanto farebbe su un campo duro. Quando rispondi a un servizio di John Isner sul cemento la pallina rimbalza altissima, qui almeno non è così alta. Ma principalmente è che può colpire molti angoli del campo, e poi fa anche serve and volley. È un solido giocatore alla volée. Non puoi solo rimandare la palla in campo, devi farci qualcosa. Quindi è dura.
Traduzione di Paolo Di Lorito
ATP
ATP Pechino, Daniil Medvedev suona la carica: “Obiettivo finale contro Alcaraz. Ma sarà molto dura arrivarci”
Il russo ha parlato anche delle condizioni dei campi: ” Per quanto riguarda la velocità del campo, penso che sia piuttosto veloce, quindi mi piace”

Archiviata l’amara finale dello US Open per Daniil Medvedev è il momento di voltare pagina. Il russo ha parlato alla viglia dell’ATP 500 di Pechino, un torneo, tabellone alla mano, composto da nomi altisonanti. Durante il Media Day Daniil ha affrontato diversi argomenti spaziando dal suo rapporto con la Cina fino ad una possibile finale contro Alcaraz.
IL RAPPORTO CON LA CINA
“Sono arrivato due giorni fa, finora va tutto bene. Adoro tornare in Cina, quindi non c’è molto altro da aggiungere, non vedo l’ora che inizi il torneo. È la mia prima volta a Pechino, per ora mi piace, a parte questo microfono (ride)”. Il russo ha espresso anche il desiderio di visitare i grandi monumenti della capitale, nonostante il poco tempo a disposizione. “Mi sto davvero godendo il tempo trascorso qui, anche se, come al solito durante un torneo, non c’è mai molto tempo per visitare la città. Mi piacerebbe andare sulla Grande Muraglia se avessi tempo. Il fatto è che meglio gioco, meno tempo ho, quindi spero di non avere quel tempo. Se non gioco bene, almeno posso visitare Pechino”.
IL FINALE DI STAGIONE
“A volte la fine della stagione può essere complicata – una volta finiti i quattro Slam – quindi bisogna trovare un’altra motivazione. Allo stesso tempo, qui siamo tutti competitivi, quindi per me la motivazione è sempre quella di provare a vincere. È la mia prima volta a Pechino, la squadra è fortissima, quindi se vinci è fantastico. Sarà un bellissimo ricordo, una sferzata di fiducia. Ci sono ancora alcuni grandi tornei davanti a me, quindi se riuscirò ad alzare il mio livello in questo finale di stagione, sarà tutto di guadagnato per l’anno prossimo. La motivazione – sostiene Medvedev – è provare a fare tutto questo, continuare a dimostrare a te stesso che puoi vincere questi grandi tornei, grandi titoli, contro grandi avversari“.
IN FINALE CONTRO ALCARAZ?
Il russo dimostra fiducia in sè stesso quando gli viene posta la domanda su una possibile finale contro Alcaraz. “Penso che se dovessimo affrontarci questa settimana, saremmo entrambi felici, dato che saremmo entrambi in finale. È un buon obiettivo e cercherò di realizzarlo. Allo stesso tempo, come ho detto, ci sono tanti grandi giocatori. Medvedev riflette anche sulla difficoltà del tabellone: “E’ molto dura, è come se fosse il sorteggio di un Masters 1000 o di uno Slam. In un certo senso è ancora più dura di uno Slam, dove non ci sono primi turni così complicati. Sarà molto interessante, penso che sia molto raro vedere un ATP 500 così forte, sarà interessante vedere chi giocherà meglio. Penso che vedremo risultati diversi tra le teste di serie, molte di loro possono perdere al primo turno, qui non sono partite facili”.
LE CONDIZIONI DI GIOCO E LA CULTURA CINESE
“I campi sembrano molto buoni – sostiene il n.2 del seeding – mi sono allenato ieri e anche oggi. Sembrano a posto, sono sicuro che ci sarà molta gente durante le partite, ho sentito solo cose positive. Essendo la mia prima volta devo sperimentare di tutto, a livello ATP ho giocato solo a Shanghai e mi è piaciuto molto, penso che sarà lo stesso anche qui. Per quanto riguarda la velocità del campo, penso che sia piuttosto veloce, quindi mi piace. L’unica cosa è l’uscita delle palle, che diventano grossissime questo per il gomito non va bene.
Infine c’è tempo anche per una riflessione sulla cultura cinese: “Nel complesso, è una cultura molto diversa da quella russa, ma penso che possiamo trovare alcune somiglianze con l’Occidente, motivo per cui mi sento sempre il benvenuto qui. Appena arrivo noto l’energia di questo grande Paese, mi sento a casa, per questo amo ritornare. Non mi dà fastidio venire qui perché è la fine della stagione, anzi, mi piace giocare ed essere qui, la gente lo sente”.
ATP
Sinner su Alcaraz: “Per ora non si può parlare di rivalità tra noi, lui ha vinto molto di più”
“Quest’anno ho giocato di meno rispetto al 2022 perchè devo preparare il mio corpo per i tornei più importanti”

Jannik Sinner giocherà per la prima volta l’ATP 500 di Pechino. Lo attende un tabellone molto complicato, con un possibile quarto di finale con Holger Rune, ed una possibile semifinale con Carlos Alcaraz. Ha parlato in conferenza stampa pre-torneo della sua condizione fisica e della rivalità con il campione di Wimbledon Carlos Alcaraz.
Sinner: “Sono molto felice di essere qui, la mia prima volta qui in Cina. Quando sono arrivato stavo un po’ male, ma oggi mi sento molto meglio. Spero di poter essere al 100% per la mia partita del primo turno. È qualcosa di nuovo per me giocare qui e poi a Shanghai.”
D: Giocherai il doppio con Alex De Minaur, le motivazioni di questa scelta?
Sinner: “È un giocatore di doppio migliore di me. Sono molto felice di giocare con lui. Non abbiamo ancora vinto una partita, quindi speriamo di farcela qui. Ci divertiamo molto a giocare insieme e possiamo giocare molto bene insieme. Sento che ci capiamo molto bene dentro il campo, e fuori dal campo parliamo di altre cose. È abbastanza rilassante giocarci e forse è anche questo il motivo principale per cui ci gioco.”
D: È presente anche Alcaraz nel tabellone di questo torneo, parlami della vostra rivalità.
Sinner: “È difficile parlare di questa rivalità in questo momento perché ha vinto molte cose in questo momento. Penso che in questo momento sia ancora un giocatore migliore di me e lo ha dimostrato. È già stato numero uno al mondo un paio di volte, e penso che al momento la rivalità più grande sia tra lui e Novak. Ma d’altra parte, ogni volta che giochiamo è davvero una bella partita. Penso che entrambi mostriamo il meglio di noi stessi. In questo momento sono molto concentrato su me stesso perché devo migliorare anche fisicamente dato che sento di avere molto potenziale a livello fisico. Questo è anche il motivo per cui quest’anno ho giocato molti meno tornei rispetto all’anno scorso, perché devo preparare il mio corpo per vincere i tornei più importanti. Sarà una domanda a cui verrà data risposta in futuro. Sarei felice di essere il rivale di Carlos. Sento di avere il potenziale per farlo. Ma vedremo in futuro.”
D: Cosa ne pensi del tabellone di questo torneo? Sono presenti molti giocatori importanti.
Sinner: “Mi sento molto felice di essere qui per la prima volta. Mi sono sempre chiesto come fosse la situazione in Cina e ora posso finalmente sperimentarla. La cultura è diversa, mi piacciono molto le persone, sono davvero rispettose e cercano sempre di aiutare. Spero di poter mostrare anche un buon tennis, perché questo è il motivo per cui sono qui, e spero di poter vincere quante più partite possibile. In questo momento sono molto rilassato. Il livello è molto alto, ci sono tanti ottimi giocatori qui.”
Renato Nunziante
Flash
ATP Pechino, Alcaraz: “Voglio chiudere l’anno al numero uno”
Lo spagnolo per la prima volta giocherà nella capitale cinese: “Sono carico, l’obiettivo è chiudere al meglio la stagione”

L’ultima volta che si era disputato l’ATP500 di Pechino Carlos Alcaraz aveva sedici anni, era da poco entrato nei top500 del ranking mondiale e aveva appena perso al primo turno del challenger di Firenze contro Stefano Napolitano.
Nel giro di quattro anni lo spagnolo è diventato una vera e propria star del tennis mondiale, dodici tornei vinti a livello ATP, di cui due titoli slam e quattro1000 e già trentasei settimane da numero 1 del ranking.
Al momento è sceso in classifica al numero due, ma poco importa, è indubbiamente insieme a Novak Djokovic l’attore protagonista del tennis e, reduce dalla delusione di New Yor atterra per la prima volta in Cina con l’obiettivo di prendere la rincorsa verso un finale di stagione elettrizzante, che per la prima volta (infortuni permettendo, vedi 2022) lo vedrà in campo nelle ATP Finals.
“Sono davvero carico, non vedo l’ora di scendere in campo per la prima volta nel China Open, mi piace il campo, il Centrale è infatti meraviglioso e la gente mi sta letteralmente ricoprendo di affetto, mi aspettano perfino fuori dall’ingresso dell’albergo ogni volta che rientro” ha dichiarato lo spagnolo in conferenza stampa dopo il suo primo allenamento in terra cinese.
In palio la prima posizione nel ranking mondiale, con Alcaraz che da qui a fine stagione difende poco o nulla (semifinale a Basilea, quarti a Bercy, un infortunio poi lo costrinse a saltare le ATP Finals di Torino) e che quindi punta al sorpasso nei confronti di Novak Djokovic, che invece nel finale del 2022 infilò uno dei suoi classici filotti: vittorie a Tel Aviv e ad Astana, finale a Bercy e vittoria alle Finals di Torino.
Quasi tremila punti da difendere per il serbo, contro i nemmeno quattrocento di Alcaraz: al momento Nole ha un ampio vantaggio nella classifica basata sulle ultime 52 settimane (circa 3mila punti) mentre più esiguo è quello nella race (circa 800).
Ma Alcaraz ha potenzialmente un grande margine di miglioramento, considerando i suoi (non) risultati nel 2022: “Sicuramente tornare al primo posto del ranking è uno degli obiettivi principali del mio finale di stagione, la sfida con Djokovic è bellissima e fonte di grande motivazione. Lavoro tutti i giorni per cercare di tornare numero uno”.
La stagione non è ancora finita ma per Alcaraz è già tempo di primi bilanci per quanto riguarda il 2023: “Sono molto soddisfatto, sia per i risultati che per il livello di tennis che ho espresso durante tutta la stagione, il prossimo anno spero di riuscire a giocare tutti gli slam (nel 2023 Carlos ha saltato l’Australian Open per infortunio, ndr)”.
Jacopo Gadarco