Greg Rusedski: "Il tennis non soffrirà il ritiro di Federer e Nadal. Djokovic è formidabile"

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Greg Rusedski: “Il tennis non soffrirà il ritiro di Federer e Nadal. Djokovic è formidabile”

Il tennista canadese naturalizzato britannico parla anche della famosa critica mossa nei confronti di Pete Sampras durante lo Us Open 2002 e delle nuove generazioni del tennis

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Il giorno antecedente al terzo turno dello US Open 2002 che vedeva opposti Pete Sampras e Greg Rusedski, quest’ultimo accende la sfida affermando come a suo modo di vedere il pistolero americano abbia sparato le sue migliori cartucce: “Sampras è un passo indietro rispetto a quando era al top”. Immediata arriva la replica di Pistol Pete: “Contro di lui onestamente non ho davvero bisogno di avere un passo e mezzo in più”. Il campo vedrà trionfare l’americano al termine di un’epica battaglia, durata cinque set con il risultato di 7-6 4-6 7-6 3-6 6-4. Lo Slam che si gioca a Flushing Meadows rappresentò il canto del cigno del 14 volte campione Slam.
L’ex numero 4 ATP non rimpiange assolutamente di aver detto quelle parole: “A quel tempo tutti pensavano che la carriera di Sampras fosse agli sgoccioli, tutti sentivano che ormai fosse finito. Ma queste sono le stimmate del campione. Per due settimane ha giocato in maniera magica ed è riuscito a vincere il suo 14simo titolo del Grand Slam”.

Rusedski parla anche del cambiamento che ha vissuto il tennis, dai materiali al modo di giocare: “Il serve and volley sta scomparendo. Sicuramente ciò è dovuto alle superfici e alle racchette. Le superfici oggi sono molto più lente mentre le corde delle racchette erano molto più resistenti e imprimevi una maggiore potenza in risposta. Oggi si gioca troppo da fondo campo e sul tirare forte, ma il serve and volley mi elettrizza ancora“.

Quando un grande campione si ritira spesso scatta automaticamente l’annosa questione del calo di popolarità dello sport a cui apparteneva; il finalista agli Us Open 1997 si esprime così: “Dopo il ritiro di Agassi, Ivanisevic e Sampras sono arrivati gente del calibro di Hewitt, Nadal e Federer. Quando gli attuali top4 si ritireranno arriverà un nuovo gruppo che avrà bisogno di un massimo di due anni per divenire la colonna portante del tennis. Federer varia sempre il suo gioco e nella sua miglior giornata può lasciar indietro chiunque. Nadal dopo i tanti infortuni sta tornando ai suoi livelli e secondo me nel 2016 tornerà quello che tutti conosciamo. Murray se porterà la Gran Bretagna a sollevare l’insalatiera d’argento riceverà in cambio un’iniezione di fiducia che lo spingerà ancora più in alto. Infine vorrei sottolineare come Novak Djokovic sia un giocatore formidabile. Non lascia nulla al caso, dalla dieta all’allenamento. La collaborazione con Boris Becker gli consente di migliorare il servizio e il gioco a rete. È fisicamente e mentalmente al massimo ad ogni match disputato”.

A conclusione il vincitore di 15 titoli ATP parla delle nuove leve del circuito: Il problema di Kyrgios è l’atteggiamento, tecnicamente ha tutto per sfondare ma ha bisogno di qualcuno che lo aiuti in questo percorso. Nishikori è un giocatore da ammirare e ha fatto bene ad assumere Chang. Dimitrov ha i colpi del campione, ma gli manca una base solida. Ivan Lendl sarebbe il suo coach ideale”.

Benedetto Napoli

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