ATP Finals interviste, R. Nadal: "Guardate cosa succede nel mondo, il tennis è solo un gioco"

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ATP Finals interviste, R. Nadal: “Guardate cosa succede nel mondo, il tennis è solo un gioco”

ATP World Tour Finals, R. Nadal b. S. Wawrinka 6-3 6-2. L’intervista post partita e l’audio di Rafael Nadal in originale

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Stan non era affatto felice della sua prova. Tu quanto sei felice?
Credo di aver giocato bene, in maniera solida. Ho avuto un brutto game, il primo del match, ma poi ho iniziato immediatamente a giocare bene, no? Ho avuto una buona settimana di allenamento qui e ho giocato nel modo in cui volevo giocare, senza molti errori. La sola cosa che potrei fare meglio è il servizio, per il momento non sto servendo bene come nei giorni precedenti. Ma per il resto, per tutti gli altri colpi va bene, non ho sbagliato uno smash oggi e questo è buono.

I tuoi movimenti sembravano buoni, ti senti meglio per quanto riguarda la mobilità?
Sto lavorando bene, sono felice del modo in cui sto lavorando e di come sia stato competitivo negli ultimi due, tre mesi. Per me è importante continuare così. Ovviamente venendo da un brutto periodo non tutto sarà com’è ora, ma in generale le cose vanno bene. Ora ogni giorno per me è un’opportunità per divertirmi sul campo, qualcosa che quest’anno avevo dimenticato. Quello che sto facendo è provare a fare il mio meglio ad ogni incontro.

Credi che questa superficie lenta aiuti il tuo gioco più di altre?
Non ho giocato molto bene sulle altre superfici lente, gioco meglio su quelle veloci. La gente lo pensa perché ho avuto molto successo sulla terra, ma la verità è che i campi dove ho avuto più successi sono quelli veloci. Montreal è uno dei più veloci e io ho vinto molto; quando vinsi le Olimpiadi era un campo veloce, Madrid nel 2005 era veloce e sicuramente anche Shanghai lo è. Quando giochi bene, lo fai su tutte le superfici. Quando giochi male, lo fai su tutte le superfici. Io preferisco una superficie un po’ più veloce.

Sarai in grado di portare questa fiducia anche per il prossimo anno, o siamo così lontani che non fa alcuna differenza?
Certo che fa differenza, non so cosa accadrà il prossimo anno ma sicuramente il finale di questa stagione aiuta. Aiuta ad iniziare la prossima con una diversa energia. Se io continuerò a lavorare bene, ad essere competitivo su questa superficie indoor, credo che questa sarà una bella notizia per iniziare bene il prossimo anno. È questo il mio obiettivo.

Quanto è stata dura per te quest’anno cercare di rimanere positivo e credere che tutta la situazione si sarebbe capovolta?
No, non mi va di continuare a parlare di questo, ne abbiamo parlato abbastanza di quello che è successo quest’anno e io sono stato molto onesto con voi su quello che stava succedendo e dei problemi che ho avuto. Ma alla fine è solo uno sport, ci sono cose più importanti nella vita che il tennis. Non ero felice del modo in cui giocavo sul campo, ma è solo un gioco. Quando vedi tutte le cose che accadono nel mondo, questo è niente. Il mondo del tennis in cui noi viviamo è assolutamente piccolo. Credevo che se fossi stato capace di lavorare bene le cose sarebbero tornate come prima, e lo credo ancora.

Come vedi il match di mercoledì con Andy?
È per me un’opportunità per competere contro il numero due del mondo, un gran giocatore su ogni superficie che ha avuto una grande stagione. Sono eccitato per questo match.

Se continuerai a giocare di bene in meglio, andrai a vincerlo questo torne. No?
Ho vinto il primo incontro, tutto qui. No, seriamente non posso pensare a questa cosa. Non ho vinto a sufficienza quest’anno per poter pensare una cosa del genere, pensare di poter vincere le Finals senza aver vinto un torneo importante.

Ma tu hai appena detto che quando la superficie è veloce tu giochi bene, che hai giocato bene a Montreal, che hai vinto Wimbledon quando era veloce. Se qui il campo è veloce allora potresti vincere il torneo?
Non ho mai detto che qui è veloce, non l’ho mai detto. Qui tutti stanno dicendo che è lento, non è che io sto dicendo che sia veloce. Il campo non è veloce, il campo va bene, ma è ovvio che io stia giocando contro i migliori al mondo e ho vinto solo la prima partita e resta ancora molto per qualiticarsi.

Perché indoor è la condizione più difficile per te?
Credo che la sensazione sulla palla sia diversa rispetto all’esterno. Il topspin è meno importante e il servizio ha un maggior impatto sui match indoor. Non c’è vento, a me piace giocare in condizioni più differenti. Ma è anche vero che ho giocato buoni tornei indoor, mentirei se non lo dicessi. Qui gli avversari sono buoni e ho la sensazione che loro stiano giocando meglio di me.

Traduzione di Paolo Di Lorito

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