ATP Finals interviste, R. Nadal:"Prima mi preoccupavo più di me che del mio avversario"

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ATP Finals interviste, R. Nadal:”Prima mi preoccupavo più di me che del mio avversario”

ATP World Tour Finals, R. Nadal b. A. Murray 6-4 6-1. L’intervista post partita e l’audio di Rafael Nadal in originale

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Questo è il giocatore con il ranking più alto che riesci a battere dal French Open dell’anno scorso. Sei orgoglioso di questa vittoria?
Beh, è certamente una vittoria importante perché mi mette in una buona posizione per accedere alle semifinali, e allo stesso tempo è stata una bella vittoria contro un grande giocatore, difficile da affrontare su questa superficie. Sono felice per come ho giocato, felice del modo in cui sto lavorando, come ho già detto l’altro giorno. È un passo più che mi permette di giocare a questo livello contro i grandi giocatori, una buona notizia. Quindi sono felice. Voglio cercare di lavorare allo stesso modo, perché questo mi conferma che mi sto muovendo nella giusta direzione.

Hai parlato recentemente del fatto che questa seconda parte di stagione ti potrà mantenere in forma per il prossimo anno. Cosa significa una vittoria del genere in prospettiva?
Le vittorie sono importanti perché alla fine delle giornata ti da fiducia per il lavoro che fai fuori dal campo, fuori dalle competizioni. So di essere sulla buona strada, come ho detto, fin da Montreal. Gioco meglio, mi alleno molto meglio, riesco ad allenarmi tanto. E quindi hai bisogno dei risultati per avere delle conferme. Ma mi sento in fiducia quando capisco che la direzione è quella giusta, che presto o tardi i risultati arriveranno. Credo si sia visto negli ultimi quattro tornei, in termini di risultati e di sensazioni. È importante per me perché so quanto ho lavorato per raggiungere il livello di oggi. Ma questo è solo l’inizio. Ho bisogno di lavorare ancora. Non tutto sarà come oggi. Come ho già detto quando si viene da un periodo come quello che ho attraversato io le cose non sempre vanno bene. Ma sono felice e quella di oggi è stata una vittoria importante.

Ti sorprende il fatto che proprio indoor tu sia riuscito a riconquistare fiducia dal momento che non è sempre stata la tua superficie preferita?
No, indoor le cose per me sono un po’ più difficili ma non impossibili. Quando gioco bene sento di poter essere competitivo su ogni superficie. Ma è vero che è sempre stato un po’ più complicato giocare indoor. Ma allo stesso tempo ho anche giocato dei pessimi tornei outdoor quest’anno. Quindi è un fine stagione positivo e spero di poter avere le stesse sensazioni nei prossimi match. Spero di finire l’anno con queste stesse sensazioni positive, con questa energia e di essere competitivo a livello mentale oltre che tennistico.

Quando senti che stai riconquistando fiducia, come si traduce sul campo? Senti che puoi prenderti più rischi? Che puoi muoverti più velocemente? Senti di poter riuscire ad usare più spazio nel campo?
Lo sport in generale è semplice. È abbastanza semplice. Non è una gran cosa, solitamente non è così complicato. Ma nel mio caso specifico, sento di avere più tempo per controllare i punti, quando colpisco la palla sento che andrà dentro, quando non penso a come colpire, ma penso solo a dove deve andare la palla, allora quelle sono le sensazioni positive. Quest’anno a causa di cose di cui abbiamo già parlato a sufficienza, sentivo di pensare troppo a come colpire e a non sbagliare, piuttosto che a dove indirizzare il colpo per colpire l’avversario o per cercare di essere competitivo. Quest’anno mi sono preoccupato più di me stesso che dell’avversario in troppe partite. Mi sembra abbastanza. Così non è possibile competere ad alti livelli. Oggi mi sento più libero. Mi diverto. Il che non significa che giocherò bene ogni match. Significa che sono sereno. Che affronto giorno dopo giorno. Felice per come le cose siano andate negli ultimi due mesi. Credo sia tardi per la stagione, ma allo stesso tempo è il momento giusto per tentare di finire l’anno con sensazioni positive. E mi aiuterà per iniziare in ottima forma il prossimo anno.

Non so se sei al corrente di cosa sia successo oggi durante un cambio campo nel primo set, Andy Murray ha tirato fuori delle forbici dalla borsa e si è tagliato i capelli. Mi chiedevo se ti fossi mai tagliato i capelli in campo.
Non ho idea del perché sia successo. Avete chiesto a lui?

Ha detto che i capelli gli andavo negli occhi.
Sicuramente non il momento migliore per saperlo. Si sarà allenato prima di provarci. (ride)
Ma ha fatto bene. Ha trovato un’ottima soluzione.

Hai sconfitto Wawrinka e adesso Murray. Quanto ti senti lontano dall’elite, Djokovic e Federer?
Andy è n.2 del mondo oggi. Il ranking nel tennis è giusto, è il risultato di un lungo periodo, un anno. Se sei infortunato o cose del genere, il ranking non aiuta. Ma se sei in grado di competere tutto l’anno, come ho fatto, come ha fatto Novak , e Roger ed Andy, allora il ranking è giusto. Djokovic merita il n.1 e Andy il n.2 così come gli altri. Con me al n.5, beh non so quanto io sia lontano. Sono riuscito a vincere in due set contro il n.2 e il n.4 del mondo. Se non sapessimo che ho perso molto quest’anno e ho giocato, e se arrivassi qui, ad esempio, con un anno normale alle spalle, probabilmente staremmo qui a parlare di quanto sia stato grande il mio gioco e del mio normale livello di tennis, cioè riuscire a competere con i migliori. Con quello che è successo durante l’anno non so dove mi trovo adesso. Ho vinto due ottime partite contro dei grandi giocatori, su una superficie difficile per me. Oggi sono qui, domani non lo so.

Oggi il tuo gioco di volo è andato molto bene. Hai vinto 11 punti su 13 a rete. Hai provato ad andare più spesso a rete?
Vado a rete quando ho fiducia, quando colpisco bene, quando sono in grado di essere aggressivo. Quando vado a rete vuol dire che sto giocando bene. Non sempre, ma molto spesso è così.

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