Novak Djokovic: “Assistere i rifugiati siriani in Serbia è stato molto toccante”

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Novak Djokovic: “Assistere i rifugiati siriani in Serbia è stato molto toccante”

Il n.1 del mondo, Novak Djokovic, racconta la sua esperienza a contatto con i migranti siriani nella sua Belgrado insieme ad UNICEF

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Novak Djokovic - US Open 2015
 

Oltre ad essere un campione in campo, Nole lo è anche fuori. Il serbo, assoluto dominatore di questa stagione, ha infatti visitato uno dei siti adibiti all’assistenza dei rifugiati siriani a Belgrado. Djokovic ha raccontato la sua esperienza, esprimendo totale supporto per la causa dei migranti.

“Naturalmente quello che sta succedendo in Medio Oriente ha a che fare con la guerra. Mi sto riferendo alle 12 milioni di persone che vivono in Siria, ho sentito che un terzo della popolazione ha lasciato il paese. Molti di essi sono passati per la Serbia per raggiungere uno dei paesi occidentali dell’Unione Europea, come la Germania o l’Austria. La Serbia è praticamente sulla loro strada”, ha affermato il vincitore di 10 Major, “Ho avuto modo di stargli vicino e capire a quale tipo di difficoltà vanno incontro ogni giorno. Insieme a UNICEF ho visitato uno degli hotel che a Belgrado hanno concesso uno spazio per le famiglie per riposare qualche ora, mangiare e bere qualcosa. I bambini e i neonati possono usufruire di una stanza per giocare prima di riprendere il loro viaggio.”

Nonostante Novak abbia vissuto la guerra nei Balcani sulla propria pelle da bambino e si stato impegnato in tante attività di beneficenza in passato, questa vicenda lo ha segnato profondamente. “È stato molto toccante. È stata dura per me fare quel tipo di esperienza.” ha infatti affermato Djokovic “Onestamente ho svolto molte attività umanitarie e di beneficenza nella mia vita. Ho la mia fondazione che si concentra sul tema dell’istruzione. Ho visto tante cose perché la Serbia negli ultimi 20 anni è andata in contro a molti problemi, le difficoltà economiche, la guerra eccetera. Ma questa è stata una delle situazioni più struggenti. Ad un certo punto stavo giocando con un bambino e 30 secondi dopo la madre arriva se lo prende e dice ‘Dobbiamo andare, doppiamo partire ora, dobbiamo camminare per non so quante miglia’”

Nole ha inoltre richiamato il diritto di queste persone di cercare di costruirsi una vita migliore altrove e il dovere degli altri paesi di dargli questa opportunità. “La colpa è della guerra nel loro paese. Non puoi biasimare queste persone. Certo che devono cercare un posto migliore. E tutti i paesi sono obbligati a dargli questo diritto. È scritto a chiare lettere nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani” ha ricordato opportunamente il 28enne tennista serbo che ha anche lodato la solidarietà dei propri connazionali “Sono molto orgoglioso come Serbo nel vedere cosa ha fatto il mio popolo per questi migranti. Hanno offerto rifugio, casa, cibo, acqua, tutte le cose basilari”

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