AO interviste, Federer: "Voi pensate io sia vecchio, ma ho ancora fiducia in me"

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AO interviste, Federer: “Voi pensate io sia vecchio, ma ho ancora fiducia in me”

Australian Open, semifinale, N. Djokovic b. R. Federer 6-1 6-2 3-6 6-3. L’intervista del dopo partita a Roger Federer

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Ti ha infastidito che dopo aver vinto il terzo set tu ti sia dovuto fermare per la chiusura del tetto?
Sì, sì. Ma non penso che sia lì che si è deciso l’incontro. In quel momento il match era già ad un punto abbastanza critico. Però forse il momento positivo avrebbe potuto aiutarmi. Va tutto bene, comunque. Ci viene detto prima del match che ci potrebbe essere una interruzione del genere.

Hai giocato molte volte contro di lui. Quanto è stato bravo nei primi due set?
Beh, ho visto Novak giocare così bene già in altre occasioni. È dura quando è così dall’inizio perché a un certo punto devi cercare di fermare l’emorragia. Risponde davvero bene, come Andre Agassi. Può prendersi uno o due set all’improvviso. Quei set sfuggono davvero rapidamente, prima che tu possa fare qualcosa. In 45 minuti si è già giocato molto tennis, ed è dura rientrare in partita. Ho trovato una strada, ho iniziato a giocare meglio io. Ho creato un po’ di partita, che è un bene. Ma rimango ovviamente deluso che non sia andata meglio stasera.

In 44 incontri hai perso una sola volta per 6-1 contro di lui. Stava giocando alla grande, ma magari tu sei stato un po’ piatto e troppo ansioso all’inizio per rischiare qualcosa in più?
Ad essere onesto non mi interessa se perdo un set per 7-6 o per 6-1. Un set perso non è una buona cosa. So quanto è importante il primo set contro Novak, specialmente adesso che lui è numero 1 al mondo. Quando entra in palla è durissimo da fermare. Ha sempre giocato molto bene in carriera, quando si è trovato in vantaggio. Ancora di più, quando è in fiducia. Volevo dire qualcos’altro ma l’ho dimenticato.

Su te stesso.
Già, certo, avrei voluto fare di meglio. Ovviamente avevo una strategia. Ovviamente avevo delle idee su quello che avrei dovuto fare. Ma non sono riuscito a metterle in pratica. Forse parti del mio gioco, parti del suo, si sono combinate in un certo modo e il primo set è scivolato via molto rapidamente.

È difficile festeggiare, ma quel punto nel quarto set, inseguendo il lob, il salvataggio sullo smash… un punto davvero degno di nota. Come si posiziona nella classifica personale dei tuoi migliori punti?
Tra i primi 100. (Sorride.) Poi c’è stato un nastro sfortunato, che mi ha riportato alla calma in un attimo. Ma è stato un bel punto, con una grande ovazione. Ero molto contento di aver avuto tutto quel sostegno. È stato un momento piacevole. Avrei preferito essere in una posizione di punteggio migliore ma ciononostante sono contento di giocare colpi del genere, certo.

Per molto tempo si è parlato di quanto sia formidabile la risposta di Djokovic. Stasera ha servito in maniera impeccabile. Pensi che abbia migliorato questo colpo?
Sì, l’ho detto più di una volta. Penso che abbia rifinito il suo gioco. Gli elementi che prima erano traballanti ora non lo sono più, e il suo servizio è parte di questo miglioramento. Una volta aveva problemi col numero dei doppi falli. Adesso serve con gran precisione, è importante. Ed è importante anche per me, servire vicino alla linea o sulla linea. Specialmente per noi che non serviamo a 225 o 235 km/h. Abbiamo bisogno di precisione e rotazione e tutto quanto. Penso che siano anni ormai che lo fa bene. Ha di certo aiutato il suo gioco.

Per coloro che guardavano l’incontro è facile domandarsi se tu possa sconfiggerlo ancora in uno Slam. Cosa ti dà la fiducia di poterlo fare, se vi doveste affrontare nei prossimi due anni?
Beh, ho fiducia in me stesso. Non è qualcosa che svanisce così in fretta. So che non è facile, ma non lo è mai stato. Ma non so. Al meglio di tre set, al meglio di cinque, posso correre per quattro o cinque ore, non è un problema. Nel periodo di pausa l’ho provato, senza faticare. Da questo punto di vista non sono preoccupato dagli scambi lunghi. So che voi la vedete in modo diverso, perché pensate che io sia vecchio e tutto il resto. Ma non è un problema per me. Non mi preoccupa quando affronto un avversario al picco della forma in un big match. Devi dimostrare ciò che sei. È deludente, ma allo stesso momento sto andando in fondo negli Slam. Pensavo di avere avuto un sorteggio complicato qui, quindi sono contento del mio livello di inizio stagione. Novak al momento è il riferimento per tutti. È l’unico ad essere riuscito a fermarmi negli ultimi tempi, e Stan quando era indemoniato a Parigi. Va bene. Avrei voluto giocare un po’ meglio, e chi sa cosa sarebbe potuto accadere.

Non ci sono più tennisti che dominano come hai fatto tu dal 2004 al 2007, non ci sono i Nadal o i Federer per i prossimi anni, non se ne vedono in giro. Pensi che Djokovic continuerà ad essere ugualmente dominante in futuro, più di te, visto che non ci sono avversari?
Devi fare attenzione a come poni una domanda. Non devi insultare gli altri tennisti, perché ti troverai a dover dare loro delle spiegazioni. Io non devo. Io non faccio domande stupide come questa. Penso che ci siano molti buoni giocatori nel circuito. Ti dirò questo. È dura sostenere questo livello di gioco. Quel che ha fatto lui è strabiliante. Io ero molto contento di essere riuscito a mantenere alto il mio livello. Meglio o no, non lo so. Penso che entrambi, tutti, con Rafa, Novak, me, Murray, Stan, siamo tutti contenti delle nostre carriere. Cerchiamo di fare del nostro meglio, e così tutti. Penso che ce ne andremo tutti molto soddisfatti per i nostri successi.

Prima hai fatto riferimento alla standing ovation che hai ricevuto dopo quel punto. Ne hai avuta una anche all’inizio del terzo set. Quanto ti ha aiutato il pubblico a cambiare volto alla partita?
Sicuramente ha fatto la sua parte. Lo dico sempre, specialmente al termine di un torneo, quanto sono grato al pubblico. È una grossa fetta del motivo per cui gioco ancora oggi. Ho passato molte ore sui campi di allenamento proprio per momenti come questi, quando mi sento apprezzato, spronato, perché vogliono vedermi vincere. Vorrei avere l’opportunità di giocare un altro incontro qui questa settimana. Quindi sono deluso per i miei fan oltre che per me stesso. Di sicuro me ne vado dicendo: ‘Voglio essere qui l’anno prossimo. Voglio vivere tutto questo di nuovo’. Non ho problemi a tornare ad allenarmi, non vedo l’ora che arrivi il prossimo torneo. Tutto è più facile con un pubblico del genere. Stanotte l’ho sentito ancora una volta.

Traduzione di Raoul Ruberti

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