Rino Tommasi: "Edberg più di Becker, Federer è il più grande ma..." (AUDIO)

Interviste

Rino Tommasi: “Edberg più di Becker, Federer è il più grande ma…” (AUDIO)

L’intervista di Ubaldo Scanagatta a Rino Tommasi, in occasione del suo ottantaduesimo compleanno. “Edberg mi piaceva più di Becker, giusto compiacersi per le italiane, ma più di così…”

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Auguri Tommasi, si va sempre di fretta
Buon compleanno Rino. Dal doping al tennis, da Giorgi a Nadal: Rino Tommasi ha una risposta per tutto

Scaricate “Circoletti Rossi”, la raccolta con tutte le citazioni di Rino Tommasi

 

Sono qui a Roma, a casa di Rino Tommasi che oggi compie 82 anni. Quanto pesano?
Pesano tantissimo e non mi ricordo nemmeno se sono 82!

Beh insomma sui numeri non ti sei mai sbagliato…
Sì, sono abbastanza forte sui numeri, ma questi qui sembrano troppo grossi!

Tu 82 e Gianni Clerici 86…
Beh, lui domina da questo punto di vista.

Non lo raggiungerai mai…
No, è impossibile!

Rino del tennis cosa ti piace ancora seguire di più? Federer, Nadal, Djokovic, chi ti piace di più seguire?
Federer dal punto di vista della qualità del gioco, di quello che si porta dietro, dei successi, è il più forte di tutti. Anche se non si può dire che sia il più forte di tutti i tempi e nemmeno del suo tempo. Tra l’altro io sono rimasto abbastanza sorpreso. Sembrava tre o quattro anni fa che lui stesse perdendo terreno rispetto agli altri e invece si vede che gli è tornata un po’ di voglia…

E invece cosa ti aspetti da Nadal?
Bisogna vedere cosa lui si aspetta da sé stesso. Lui va avanti per forza di inerzia su una situazione in cui è stato tra i più forti del mondo. Però sta perdendo senza dubbio qualcosa. Mentre una volta si pensava a Nadal come secondo o terzo, in funzione di Federer o di altri, ora è difficile pensare ad un Nadal nei primi 3. Lo tiene in piedi la sua voglia di vincere. Lui è uno che non va in campo se non spera di vincere.

Djokovic invece sta vincendo tutto. Ha vinto 3 Slam su 4 nella scorsa stagione. Però tutti dicono che potrebbe anche realizzare il Grande Slam. Tu ci credi?
No, non ci credo perché è difficile oggi che un giocatore rimanga in forma tutta la stagione per poter giocare al massimo tutti i grandi tornei.

Cosa ti piace di Djokovic e cosa non ti piace di Djokovic?
Djokovic cambia poco il suo rendimento in funzione della superficie. Ha una continuità atletica che gli consente di giocare bene in tutti i momenti della stagione. Però…

Ti piace meno di Federer stilisticamente.
Sì, mi piace meno di Federer. In questo momento Djokovic però è una spanna sopra gli altri.

Io e te prima parlavamo della Top10 della Vinci, della 35enne Schiavone che ha rivinto un torneo dopo tre anni, e poi del successo di Sara Errani che a Dubai ha vinto un torneo importante…
Andare oltre però è difficile. Bisogna compiacersi con le nostre ragazze ma allo stesso tempo è difficile sperare di più.

La Vinci ha ottenuto forse il massimo, qualche anno non ci saremmo aspettati che sarebbe stato n.10…
È stata lei a ridurre la distanza con le prime e ha alzato l’asticella.

Parliamo ora di una rivalità del passato: Boris Becker contro Stefan Edberg. Tu facevi parte degli estimatori di Edberg. Perché?
Avevo maggiore familiarità con Edberg rispetto agli altri. Anche se il rapporto personale era eccellente con tutti. Edberg credo che avesse capito che lo preferivo agli altri.

Perché lo preferivi al di là della maggiore familiarità?
Mi piaceva andare controcorrente. Secondo me i valori erano uguali ma puntando su Edberg c’era più possibilità di fare match pari. Edberg mi piace di più come giocatore. Il suo tipo di gioco mi ha sempre convinto di più. Forse anche perché lui sapeva giocare i colpi che io non sono mai stato capace di giocare.

Sì tu eri un regolarista da fondocampo mentre lui faceva serve & volley…
Lui era un regolarista a vincere! Comunque siamo su grandi livelli. Quello che mi è sempre piaciuto di Edberg è la estrema civiltà con la quale teneva il campo. Un ruolo non sempre facile, ma lui è sempre stato Edberg.

E invece Becker ti piaceva meno, perché?
Becker fisicamente era più forte, ma tecnicamente meno.

 

Trascrizione a cura di Valerio Vignoli

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Roland Garros, Arnaldi analizza la sconfitta con Shapovalov: “Sono mancato nei momenti importanti”

“La partita è girata su pochi punti” dichiara Matteo Arnaldi. “Ma giocare contro ex top ten mi aiuta a crescere”

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Matteo Arnaldi - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

Matteo Arnaldi può reputarsi soddisfatto del suo Roland Garros. Intanto, perché ha portato a casa la prima vittoria in un Major in carriera, e poi perché ha strappato un set al n° 32 ATP Denis Shapovalov al secondo turno, in un incontro, poi perso in quattro parziali, che forse con un pizzico di esperienza e malizia in più avrebbe potuto allungare ulteriormente. Presentatosi alla stampa nel post-match, di seguito riportiamo le sue dichiarazioni.

D. Matteo, qual è stata la difficoltà maggiore?

MATTEO ARNALDI: “Mah, non saprei dirtelo in questo momento. Sicuramente non era una partita semplice. Lui è molto discontinuo perché alterna fasi in cui gioca molto bene ad altre in cui commette qualche errore, e per questo non mi ha dato continuità. Ha giocato meglio nei momenti importanti, mentre io in quei frangenti non sono riuscito a fare la differenza. Alla fine il match è girato su un break per ogni set. Io potevo prendere vantaggio nel terzo e quello poteva significare un risultato finale diverso, ma va detto che lì è stato bravo anche lui”.

 

D. Una curiosità. In questi giorni in cui ti stai allenando a Parigi e vedi altri giocatori nella loro quotidianità, c’è qualcosa che hai carpito da loro nella routine, nel modo di approcciare le partite? Qualcosa che ti possa essere utile per progredire.

MATTEO ARNALDI: “Sinceramente mi faccio un po’ gli affari miei (ride, ndr). Io e il mio team abbiamo le nostre idee. Certamente mi sto abituando a stare in questo ambiente, nel quale non sono solito trovarmi. Ma sinceramente faccio le mie cose come sempre”.

D. Senti, invece secondo te cosa è mancato per fare di più?

MATTEO ARNALDI: “Sono mancato nei momenti topici, semplicemente. È ciò che ha fatto pendere l’ago della bilancia in suo favore. In più, lui certamente ha fatto una buona partita, mentre io no. Se fossi riuscito a comportarmi meglio in qualche frangente, saremmo qui a parlare di un altro match e forse di un altro punteggio. Meriti suoi, senz’altro, ma anche qualche demerito mio”.

D. Abbiamo visto che, soprattutto nel terzo set, insistevi parecchio sul dritto di Shapovalov. L’avevate preparate così?

MATTEO ARNALDI: “Senza dubbio lui stava commettendo diversi gratuiti con il dritto. Per questo ho cercato di insistere un po’ di più da quel lato”.

D. Cosa ti porti via di buono da questo Roland Garros?

MATTEO ARNALDI: “Intanto la prima vittoria a livello Slam e tanta esperienza. Poi ho giocato i primi match tre su cinque, e questi sono i fattori più importanti. E mi ha fatto bene anche disputare partite contro tennisti di un certo valore, come Shapovalov stesso, ex n° 10 ATP. Ciò mi darà più consapevolezza per i prossimi match e tornei”.

D. VANNI GIBERTINI (Ubitennis) – Qual è il tuo rapporto con l’erba?

MATTEO ARNALDI: “Non l’ho mai vissuta tanto in realtà. Ci ho giocato quando ero Junior e l’anno scorso ho disputato una sola partita. Al momento non abbiamo programmato di giocare tanti tornei prima di Wimbledon, anche perché non so ancora se lì sarò direttamente in tabellone oppure no. Cercherò di racimolare ancora qualche punto in qualche Challenger in Italia, credo su terra, e poi si vedrà”.

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Djokovic e la frase che fa discutere. “Il Kosovo è il cuore della Serbia, fermate la violenza”

In seguito agli scontri accaduti in Kosovo in seguito alle elezioni, Djokovic ha manifestato il suo supporto alla Serbia. Critiche da parte del governo francese

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Novak Djokovic - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

La situazione geopolitica in Europa non è delle migliori. Da oltre un anno prosegue l’invasione della Russia in terra ucraina, la cosiddetta operazione militare speciale secondo il gergo utilizzato da Putin. Ad aggiungere tensione nel vecchio continente è quanto sta accanto nei territori dell’ex Jugoslavia. É, infatti, cresciuta la tensione negli ultimi giorni in Kosovo, in seguito alle elezioni locali tenutesi nel nord del paese.

A porre ulteriore attenzione sulla tematica, aumentandone la risalta a livello mondiale è stata la frase scritta da Novak Djokovic sulla telecamera, in seguito alla vittoria nel suo match di primo turno contro lo statunitense Aleksandar Kovacevic.Il Kosovo è il cuore della Serbia, fermate la violenza.

La Serbia non ha mai riconosciuto la dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo dalla Serbia avvenuta nel 2008. Il Kosovo, infatti, è oggi ancora considerata come una regione autonoma della Repubblica serba. Si tratta di un’area caratterizzata da tensioni politiche con le forze NATO che sono presenti nel territorio kosovaro da oltre venti anni. 

 

Il messaggio di Djokovic segue quanto accaduto nella città kosovara di Zvecan, uno dei comuni situato nel distretto di Kosovska Mitrovica, e a grande maggioranza serba. Nella città si sono verificati degli scontri nei giorni scorsi. Questo è avvenuto dato che la polizia ha utilizzato gas lacrimogeni per disperdere una folla di cittadini di origine serba che si erano ritrovati davanti agli uffici municipali. Tale assembramento avevo lo scopo di impedire l’accesso nel suo ufficio al sindaco neoeletto di origine albanese.

Non sono un politico e non ho intenzione di entrare nel dibattito politico“, ha dichiarato un emozionato Djokovic, parlando ai media serbi. “Questo argomento è molto delicato… Come serbo, tutto ciò che sta accadendo in Kosovo mi fa molto male.”

Questo gesto è il minimo che avrei potuto fare.” – ha dichiarato Djokovic, che non ha nascosto il peso emotivo che ha percepito davanti a questa questione.

Sento la responsabilità come personaggio pubblico, non importa in quale campo,  di mostrare il mio sostegno. Soprattutto come figlio di un uomo nato in Kosovo, sento il bisogno di dare il mio sostegno a loro e alla Serbia. Non so cosa porterà il futuro per il popolo serbo e per il Kosovo, ma è necessario mostrare sostegno e dimostrare unità in questo tipo di situazioni”.

Djokovic ha sottolineato con orgoglio quanto fatto: “Ho sentito che ci sono state tante obiezioni,  rispetto al mio gesto sui social. Io non voglio né nascondermi, né trattenermi. Lo rifarei di nuovo”. Alla richiesta dei media serbi su eventuali pressioni degli organizzatori in seguito a quanto fatto, il tennista serbo ha sottolineato come nessuno si è avvicinato a lui per parlare del tema e che spera la cosa rimanga così. 

La mia posizione è chiara: sono contro le guerre, la violenza e ogni tipo di conflitto, come ho sempre affermato pubblicamente. Sono una persona che comprende bene e che mostra empatia con tutte le persone, ma la situazione relativa al Kosovo è un precedente nel diritto internazionale. Sono molto dispiaciuto per la situazione in cui ci troviamo: il Kosovo è la nostra casa, la nostra roccaforte, i nostri monasteri più importanti sono lì… “.

Situazione che ha generato polemiche non solo nel mondo dei social. Gli organizzatori hanno rilasciato un comunicato interlocutorio. Si evidenziava, infatti, come le notizie relative ad eventi che avvengono a livello globale possano avere impatti su quanto accade nel torneo. Tuttavia, hanno rassicurato che gli organizzatori e i supervisor monitoreranno il rispetto delle regola stabilite dal Grand Slam Board.

Al contrario il ministro dello sport francese Amelie Oudea-Castera si è dimostrata molto critica. Ai microfoni di Telematin, su France 2, dichiarando quanto accaduto un episodio non appropriato, manifestando il disappunto del governo su quanto accaduto.

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Monfils si ritira da Parigi per un problema al polso. “Quanti altri Roland Garros giocherò?”

Amaro ritiro per il francese che saluta Parigi per un problema al polso emerso durante la sfida con Baez. Avanza al terzo turno senza giocare Rune

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Gael Monfils - Australian Open 2022 (foto Twitter @AustralianOpen)

Si chiude con un finale amaro uno degli ultimi Roland Garros della carriera di Gael Monflis. Il trentaseienne campione francese ha dovuto chiudere in anticipo la sua esperienza a Bois de Boulogne a causa di un problema al polso che era emerso durante l’epica rimonta contro Sebastian Baez. Salta quindi il match che avrebbe dovuto animare la sessione serale del Philippe Chatrier, con Holger Rune che beneficia del ritiro e approda senza fatica al terzo turno, dove affronterà il vincente della sfida tra qualificati che vedrà in campo il nostro Vavassori e l’argentino Olivieri.

Un brutto colpo per Monflis che dopo quella da lui definita come la vittoria più bella della sua partita ha dovuto fare i conti col suo corpo. Problemi fisici che continuano a mettere in difficoltà il corpo di Monfils con lo stesso francese che ha definito la sua carriera appesa ad un filo in caso di nuovo infortunio, minando il sogno rappresentato dalle Olimpiadi di Parigi 2024. Non sembra essere questo il caso, con il francese che si sottoporrà a nuovi esami ma mantiene ancora vive le speranze di scendere in campo già sull’erba di Wimbledon.

L’annuncio del ritiro è arrivato nella serata di ieri con il francese che ha convocato una breve conferenza stampa, di seguito riportata.

 

D. Gael, dispiace sentire il tuo annuncio. Qual è la situazione? È legato a  quanto è successo un paio di sere fa, per la durata e la tensione di quel match? È un altro infortunio?

GAEL MONFILS:In realtà, fisicamente, sto abbastanza bene. Ero abbastanza felice stamattina. Mi sono svegliato abbastanza bene, ma ho avuto il problema con il mio polso che non riesco a risolvere. L’ho sentito durante la partita. Il dottore dice che non è stato positivo per il mio corpo giocare con un infortunio di questo genere. In realtà è stato molto rischioso, e per questo è arrivata la decisione di rinunciare a proseguire il torneo”

D. Si tratta di un problema al polso quindi? Quando te ne sei reso conto?

GAEL MONFILS: Si tratta di una lesione al complesso triangolare di fibrocartilagine (TFCC) del mio polso sinistro. Ieri faceva male, e c’è stato un momento in cui ho chiamato il fisioterapista per un paio di secondi, e poi ho pensato posso gestirlo da solo, non ne ho necessariamente bisogno. La partita è proseguita e l’ho ultimata con tanta adrenalina in corpo e molto altro per la testa. La sera è tornato il dolore e abbiamo usato subito il ghiaccio. Ho pensato che potesse essere sufficiente. Quando mi sono svegliato la mattina dopo il match, ho preso degli antinfiammatori, ci siamo allenati un po’ e faceva ancora male. Ci siamo allenati nuovamente nel pomeriggio e la situazione era ok. Ma sentivo che faceva ancora male. Quindi abbiamo dovuto rimandare di nuovo gli esami, con il dottore che non era del tutto d’accordo con noi. Poi è arrivato il suo consiglio di non giocare e di sottopormi subito ad una risonanza magnetica.”

D. Gael, sei preoccupato per l’inizio della stagione sull’erba? Quanto starai fuori dal campo?

GAEL MONFILS:  “Ottima domanda, so che domani mi sottoporrò alla risonanza magnetica in modo da sapere esattamente i tempi di recupero. Penso si tratterà di poche settimane, non molte. Può essere un recupero veloce come potrebbe volerci più tempo. Penso che se fosse stata una lesione completa si sarebbe trattato di un infortunio più serio, ma è parziale. Quindi, dopo la visita, saprò di più sul periodo di tempo in cui sarò fuori dai campi, ma il dottore ha detto che spera di potermi rivedere in campo sull’erba.

D. Dopo il folle scenario che abbiamo visto nel match contro Baez, non sei deluso di lasciare il  Roland Garros in questo modo a causa di infortunio?

GAEL MONFILS: “Non sono davvero sicuro di cosa provo, ma di certo è molto più che semplice delusione. Quanti Roland Garros giocherò ancora? Questa è la vera domanda. Non so quale sia la risposta. Quanti ne giocherò? Ho scoperto da poco dell’infortunio e per il momento sto cercando di digerire questa notizia.”

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