Roberto Di Martino, PM di Cremona: “Molti tennisti andrebbero messi sotto indagine”

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Roberto Di Martino, PM di Cremona: “Molti tennisti andrebbero messi sotto indagine”

Intervistato dalla BBC, Roberto di Martino, il procuratore di Cremona che ha investigato sul coinvolgimento di Potito Starace e Daniele Bracciali in casi di matchfixing, afferma che oltre 24 giocatori, alcuni di primo piano, avrebbero commesso illeciti di questo tipo

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Prosegue e si sposta in Italia l’inchiesta del programma radiofonico della BBC “File on 4” sulle partite truccate nel mondo del tennis. I giornalisti d’inchiesta britannici si sono recati alla Procura di Cremona per intervistare Roberto Di Martino, il Pubblico Ministero che ha condotto un’inchiesta di due anni su presunte combine con alcuni scommettitori da parte dei tennisti italiani Potito Starace e Daniele Bracciali. L’indagine si è conclusa nel luglio scorso con i rinvii a giudizio ma la vicenda dal punto di vista della giustizia sportiva è lungi dall’essere terminata.

Di Martino, basandosi sulle prove da lui raccolte, ha suggerito che ci sarebbero più di due dozzine di tennisti stranieri coinvolti in attività di questo genere. “È interessante notare come non siano presenti solamente giocatori cosiddetti ‘di seconda fascia’ ma anche giocatori di una certa importanza” ha sottolineato il Pubblico Ministero. Di Martino tuttavia non ha voluto rivelare alcun nome. Secondo lui oltre 30 match sarebbero stati combinati. Alcuni di essi si sarebbero disputati in palcoscenici prestigiosi come il Roland Garros e Wimbledon

Di Martino ha insistito su come lui si fosse esclusivamente concentrato sui giocatori italiani ma ha criticato la Tennis Integrity Unity (TIU), l’organo competente a vigilare sul matchifixing, per non aver fatto di più. “Il risvolto internazionale sembra molto più problematico di una situazione che coinvolge un paio di tennisti italiani”, ha dichiarato il PM, “Sarebbe possibile identificare e magari colpire questi tennisti che sono parte del sistema. Non capisco perché non ci sia stata un’iniziativa da parte della TIU per andare a fondo della questione. Se questi giocatori fossero italiani sarebbero almeno stati interrogati per fornire delle spiegazioni.”

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