Federer, la lunga attesa è finita (Cocchi). Fatto fuori il "maschilista" di Indian Wells (Ruggeri)

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Federer, la lunga attesa è finita (Cocchi). Fatto fuori il “maschilista” di Indian Wells (Ruggeri)

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Federer, la lunga attesa è finita (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)

L’attesa è finita. Roger torna in campo. E tutto il resto passa in secondo piano, le polemiche su maschi e femmine, i montepremi, le dimissioni del capo sessista di Indian Wells. Con Federer in campo ogni cosa, nel tennis, torna al suo posto.112 febbraio di 12 anni fa, Roger saliva sul trono del tennis mondiale, dopo la vittoria dell’Australian Open, per restarci 237 settimane consecutive. 112 febbraio del 2016 Re Roger è finito per la prima volta sotto i ferri e venerdì torna per il secondo turno del secondo Masters 1000 dell’anno a Miami. Nel frattempo riposo, cure, fisioterapia e pian piano il ritorno all’allenamento. Nel frattempo anche una capatina a Los Angeles sul red carpet degli Oscar.

Un tennista «social», Federer che aveva comunicato su Facebook il suo stop forzato: «Voglio informarvi che ieri sono stato sottoposto a un intervento chirurgico in artroscopia al ginocchio — aveva scritto ai suoi quasi 15 milioni di seguaci —. Mi sono infortunato il giorno dopo le semifinali in Australia. Dagli esami effettuati al mio ritorno a casa, è stato accertato che mi ero lacerato il )Si era infortunato a Melbourne, dopo la semifinale, forse giocando al parco con le gemelline menisco». In realtà, secondo il quotidiano svizzero Le Matin, quel post conteneva solo una parte di verità. Il quotidiano di Losanna infatti, aveva rivelato che il fenomeno si era fatto male sì dopo la semifinale persa con Djokovic a Melbourne, ma non sul campo. O almeno, non sul campo di gara. Pare infatti che re Roger si fosse infortunato al parco di Melbourne, dove aveva accompagnato le gemelle Charlene e Myla a giocare. A causa della prima operazione della carriera, Roger ha dovuto saltare i tornei di Rotterdam e Dubai, oltre a quello di Indian Wells. «Nella sfortuna di essere finito sul tavolo operatorio — aveva commentato —, l’infortunio è arrivato in un periodo non denso di impegni importantissimi». La transizione tra lo Slam australiano e la stagione sul cemento americano è stata abbastanza lunga da permettere a Federer di rientrare con tutta calma a Miami dove debutterà direttamente al secondo turno contro il vincente del derby argentino tra Del Potro, uno che di infortuni e operazioni ne sa qualcosa, e Pella.

Federer, che ad agosto compirà 35 anni non aveva mai subito infortuni così lunghi da costringerlo a cambiare il pro) L’annuncio del ritorno via Twitter, domenica è arrivato in Florida e si è allenato gramma dei tornei dell’anno. L’ultima volta che si era fermato per un periodo abbastanza lungo, era il 2005, per un problema a un piede. Nel 2008 erano state la schiena e la mononucleosi a tenerlo fermo per un breve periodo. L’ultimo guaio fisico risaliva poi a12014, quando non aveva giocato la finale del Masters per un dolore alla schiena dopo la maratona in semifinale contro Wawrinka. Nonostante questo, la settimana successiva aveva giocato la finale di Davis contro la Francia, riuscendo nell’impresa di consegnare la mitica insalatiera d’argento al suo paese. 11 processo di recupero dell’ex numero 1 al mondo è stato più breve del previsto. Inizialmente infatti lo svizzero aveva annunciato che sarebbe tornato in campo ad aprile per il Masters 1000 di Montecarlo, e invece già da diversi giorni si stava allenando sul cemento. La documentazione sul recupero è arrivata naturalmente via Facebook, mentre l’annuncio del rientro è stato dato via Twitter con un bizzarro cinguettio tutto fatto di emoji (…)

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Fatto fuori il “maschilista” di Indian Wells (Miska Ruggeri, Libero)

La nuova «guerra dei sessi» ha fatto la prima vittima con le dimissioni di Raymond Moore, Ceo di Indian Wells, annunciate dal proprietario del torneo Larry Ellison. La sua colpa? Aver detto, a proposito dei montepremi uguali per maschi e femmine, che le giocatrici dovrebbero «inginocchiarsi ogni sera e ringraziare Dio che Federer e Nadal sono venuti al mondo, perché hanno trascinato il tennis». Una banalità, che però non è piaciuta a Serena Williams, alla Azarenka e alle star o ex della Wta in genere.

A partire da Billie Jean King, protagonista nel 1973 della sfida contro Bobby Riggs (che a 55 anni, dopo aver umiliato Margaret Court, si fece battere intenzionalmente per incassare una montagna di dollari in scommesse), retwittata dalla Wozniacki e dalla Clijsters. Per continuare con Pam Shriver e tante altre, tutte offese dal «misogino» Moore. Il quale ha trovato su Twitter un unico difensore: l’ucraino Sergiy Stakhovsky. Sì, proprio lui, l’antesignano delle rivendicazioni economiche maschili e il cantore della virilità dell’Atp, «mentre nel circuito Wta almeno la metà delle giocatrici sono lesbiche: di sicuro non manderei mia figlia a giocare a tennis (…)

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