Nadal sconfitto dal caldo, si ritira contro Dzumhur (Crivelli). Vinci, la vita in rimonta; è una “scalata” infinita (Zanni)

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Nadal sconfitto dal caldo, si ritira contro Dzumhur (Crivelli). Vinci, la vita in rimonta; è una “scalata” infinita (Zanni)

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Nadal sconfitto dal caldo, si ritira contro Dzumhur (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello sport)

Di nuovo alti e bassi in questo momento della carriera di Rafa Nadal. Dopo le buone sensazioni di Indian Wells, Rafa ripiomba nel dramma sportivo a Miami, torneo che non ha mai vinto ma nel quale ha giocato quattro finali: travolto dal caldo e dall’umidità più che dal bosniaco Dzumhur, numero 94 del mondo, il maiorchino guerriero si ritira nel terzo set, sul 3-0 per l’avversario, dopo aver dominato il primo. Un crollo improvviso, emerso improvvisamente alla fine del secondo parziale, quando il Nadal chiama timeout medico e si fa addirittura misurare la pressione, a causa di una possibile disidratazione. In due giorni, così, il torneo perde cosi Federer e Nadal, entrambi alle prese probabilmente con l’influenza virale che ha fatto più di una vittima anche tra le donne. A Miami, peraltro, le condizioni sono quasi estreme per la stagione, più di 30 gradi con l’80% di umidità, tanto che pure il bosniaco, nel primo set, aveva palesato dei giramenti di testa. Erano 443 partite che Rafa non si ritirava dal campo dopo aver cominciato un match, dai quarti di finale contro Murray agli Australian Open 2010; in totale, è la settima volta che non finisce un incontro, lui che ha sempre considerato l’abbandono una sorta di onta, anche per rispetto degli avversari. In una giornata da dimenticare per gli organizzatori, saluta anche la quarta testa di serie, uno svogliatissimo Wawrinka, decisamente a corto di motivazioni. Si ferma anche la corsa di Seppi, battuto per la quinta volta su cinque da Dolgopolov: l’azzurro ha avuto una palla break sul 4-4 del primo set ed è salito 4-1 con due break nel secondo, prima di chiudere con un parziale negativo di un punto negli ultimi 12. Ora Andreas si ferma per un piccolo intervento a un’anca, probabilmente lo rivedremo già a Madrid.

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Vinci, la vita in rimonta; è una “scalata” infinita (Roberto Zanni, Corriere dello Sport)

Otto mesi fa Roberta Vinci era al n. 58 nella classifica Wta, ed erano davvero in pochi a credere che l’azzurra (che il 18 febbraio ha compiuto 33 anni) sarebbe riuscita a centrare il suo grande obiettivo di entrare tra le Top Ten del tennis mondiale. Una vita in rimonta, una scalata come quella di ieri sera con Lucie Hradecka, vinta al tie break del terzo set che le è valso il passaggio al terzo turno a Miami e, virtualmente, l’ottavo posto, il suo best ranking in carriera: sarebbe a dire che ha scalato, in media, quasi sette posizioni al mese nel giro di 250 giorni. Finito il 2015 con il numero 15, grazie soprattutto al grande exploit di New York, la finale degli US Open poi persa con la Pennetta dopo aver eliminato Serena Williams, fino al 7 febbraio scorso era ancora al 16^ posto. Poi una nuova impennata per l’azzurra che, tra le Top Ten, esclusa proprio Serena Williams (ma l’americana, 34 anni, è un caso a parte), è anche la più anziana del gruppo. Ma nel ranking, mentre si stanno giocando i Miami Open, la Vinci ha ancora grandi opportunità per salire: nella graduatoria virtuale attualmente la Azarenka, che la precede al settimo posto, ha gli stessi punti (3.595), la rumena Simona Halep, sesta, ne ha 3.635, mentre la ceca Petra Kvitova, quinta in graduatoria, attualmente ha 3.763 punti ed è stata appena eliminata. Più distante invece la quarta posizione, oggi occupata dalla spagnola Garbine Muguruza, con 4.776. Se l’ingresso, per la prima volta, tra le prime dieci è arrivato proprio il giorno prima del suo 33 compleanno e il record personale è l’attuale nono posto, raggiunto lunedì scorso, Roberta è anche la miglior azzurra in graduatoria e non sembra poi così fantasioso pensare di eguagliare quello che finora è il best ranking nella storia del tennis azzurro: il 5^ posto raggiunto dall’ex compagna di doppio Sara Errani il 20 maggio 2013. Dopo la Hradecka, Roberta sarà in campo oggi contro l’americana Madison Keys, dalla quale è divisa, oltre che da dodici anni d’età (33 contro 21), anche da 15 posizioni nel ranking Wta (9 contro 24). Ma non è tutto perché la statunitense può contare sul vantaggio di 15 centimetri in più d’altezza. Ma non importa perché per vincere serve altro: infatti il bilancio è a vantaggio della Vinci che finora ha conquistato entrambi i confronti con la statunitense (Cincinnati 2012 e Indian Wells nel 2014). In questo avvio di stagione poi la Vinci ha un bilancio di 13 vittorie e 7 sconfitte contro il 3-2 dell’avversaria. C’è anche da aggiungere che attualmente Roberta Vinci si trova in sesta posizione nella corsa verso il Masters di Singapore dove si troveranno, a fine anno, le 8 migliori tenniste del circuito. E se riuscirà a superare oggi per la terza volta in carriera la Keys, il successivo ostacolo non appare proibitivo, infatti davanti ci sarà la vincente tra la ceca Kristyna Pliskova, 101 al mondo proveniente dalle qualificazioni, e la rumena Irina-Camelia Begu (35 nel ranking) che hanno eliminato due teste di serie, rispettivamente la svizzera Belinda Bencic (numero 7 del tabellone) ritiratasi per un problema alla schiena e la tedesca Sabine Lisicki (25).

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