Roger Federer, il vincente più perdente di sempre?

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Roger Federer, il vincente più perdente di sempre?

Alle radici del “paradosso Federer”, il tennista più titolato della storia che negli ultimi anni ha preso una brutta abitudine: vince troppo poco. I numeri di un normale campione basteranno a quello che è stato il più grande di tutti?

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Nel lontano 2001 un Roger Federer con codino vinceva, a Milano, il suo primo titolo di una carriera costellata di successi, qualcuno indimenticabile, qualcun altro di routine. Da quel lontano giorno di quindici anni fa il maestro svizzero ha trionfato altre 87 volte in un torneo, e diciassette di queste erano slam. Numeri da capogiro, come tutti gli altri del pluricampione rossocrociato; elencarli sarebbe superfluo per quasi tutti gli appassionati di  tennis abituati ormai a leggerli e sentirli da chiunque. Non sarà questo pezzo dunque ad enumerarli nuovamente.

Saranno altri aspetti, e soprattutto altri numeri a catturare la nostra attenzione. Roger Federer, il tennista più forte di sempre e soprattutto il più vincente (almeno negli slam) può diventare, continuando di questo passo, il più perdente?

Prima di andare avanti bisogna però porsi dei limiti doverosi. Considerando, ad esempio, cosa si vuole intendere con il termine “perdente”. Ovvio che Federer, trionfatore ad esempio negli ultimi due anni di undici titoli (3 Master 1000, 6 ATP 500 e 2 ATP 250), non può essere un perdente. Undici trofei c’è chi non li vince neanche reincarnandosi in una stella del firmamento tennistico.

In quindici anni di carriera Roger Federer è rimasto senza titoli slam, alla fine della stagione, per sei volte. Quattro volte negli ultimi cinque anni (2011, 2013, 2014 2015) mentre le restanti due ad inizio carriera. Numeri di un declino? Qualche maligno non ci penserebbe neanche due volte prima dare risposta affermativa ma va comunque ricordato come lo svizzero sia ancora la migliore alternativa a Novak Djokovic in questo preciso momento storico e l’infortunio l’ha dimostrato ancor di più.

In tutta la carriera il super campione svizzero ha alzato un trofeo al cielo ben 88 volte, mentre le sconfitte in finale sono state 48. Numero, il secondo, decisamente alto.  Djokovic ad esempio ha perso solo 26 finali mentre Nadal si è fermato all’atto conclusivo 32 volte in carriera.

In percentuale dunque:
Federer 65% finali vinte, 35% finali perse;
Nadal 68% finali vinte, 32% finali perse;
Djokovic 70% finali vinte, 30% finali perse. 

Nel dettaglio invece, e partendo dai Master 1000, prendendo in considerazione dal 2012 (compreso) in poi, vediamo come lo svizzero abbia perso nove finali (comprese Finals e ritiro del 2014) e vinto sei titoli. Tre nel 2012 ed il restante nei successivi tre anni. Nelle nove perse, cinque volte il successo è andato a Djokovic (escluso w/o nelle Finals del 2014) e una volta a Nadal, Tsonga e Wawrinka. Di queste nove sconfitte tre sono arrivate al set decisivo (due Nole e una Wawrinka). Nelle vittorie invece vediamo come due volte il successo è arrivato contro Djokovic, che comunque mantiene uno score migliore negli head to head parziali, mentre Simon, Ferrer, Berdych e Isner “vantano” una sconfitta a testa.

Finali perse:

2015
Roma vs 6-4 6-3 Djokovic
Indian Wells 6-3 6-7 6-2 Djokovic
ATP Finals 6-3 6-4 Djokovic

2014
ATP Finals w/o Djokovic
Toronto 7-5 7-6 Tsonga
Montecarlo 4-6 7-6 6-2 Wawrinka
Indian Wells 3-6 6-3 7-6 Djokovic

2013
Roma 6-1 6-3 Nadal
2012
ATP Finals 7-6 7-5 Djokovic

Finali vinte:

2015
Cincinnati 7-6 6-3 Djokovic
2014
Shanghai 7-6 7-6 Simon
Cincinnati 6-3 1-6 6-2 Ferrer

2012
Cincinnati 6-0 7-6 Djokovic
Madrid 3-6 7-5 7-5 Berdych
Indian Wells 7-6 6-3 Isner

Visti i Masters 1000 vediamo negli slam dove Federer negli ultimi anni è andato decisamente peggio; chiaramente continuiamo a prendere in considerazione dal 2012 in poi perché proprio quattro anni fa Roger Federer vinceva il suo ultimo slam. Inutile considerare i precedenti (16 finali vinte e 7 perse, percentuale superiore al 50%) ne verrebbe fuori solo come il gran vincente quale è stato. A noi interessa l’eventuale involuzione che lo porterebbe a diventare un “gran perdente” e i risultati slam di questi quattro anni lo testimoniano più di tutti. Proprio dal 2012 in poi, negli slam, abbiamo 3 finali perse ed una sola vinta. Il 75% insomma, statistica ovviamente poco incoraggiante; vista al contrario Federer è passato dal perdere il 30% di finali al 75%. In più, dando un occhio al futuro, il 2016 non è iniziato nel migliore dei modi con la sconfitta in finale da Raonic a Brisbane e la solita mattanza serba in Australia. Tutti campanelli d’allarme che hanno iniziato a suonare come all’ultimo giro di una corsa in linea. In più bisogna considerare l’aspetto infortunio che l’ha tenuto fermo e l’ha costretto a tornare direttamente per la stagione su terra, non proprio il massimo delle sue aspettative.

Ricordate le percentuali iniziali sulle vittorie e finali in carriera? Proviamo a rivedere il tutto prendendo sempre in considerazione dal 2012 in poi: 

Federer 18 titoli, 18 finali 
50% vinte, 50% perse;
Nadal 22 titoli, 12 finali
65% vinte, 35% perse;
Djokovic 35 titoli, 12 finali
74% vinte, 26% perse. 

Numeri ovviamente in discesa per Federer mentre se per Djokovic testimoniano il grande dominio per Nadal si avvicinano molto alla media generale.

Torniamo a questo punto alla definizione di perdente: “Che risulta sconfitto, battuto in una guerra, in una gara, in una contesa, in un gioco”. Così troviamo scritto sul dizionario. Nel nostro caso scatterebbe però la variabile dell’abitudine. Il Federer di questi quattro anni è un tennista abituato a perdere? I numeri, e le statistiche sono riportati sopra anche se lo svizzero non verrà mai ricordato per l’assenza di slam dal 2012 in poi, ma di certo per i 17 vinti in precedenza. Quindi può dormire sonni tranquilli, un po’ meno i suoi tifosi che trepideranno e soffriranno per le prossime, soprattutto importanti, sconfitte del loro beniamino.

Roger Federer è dunque pronto per il ritiro? La decisione finale spetta a lui nonostante qualche suo tifoso vorrebbe farne le veci. Presumibilmente lo svizzero è sempre alla ricerca di un ultimo importante acuto, ma Wimbledon gli è già sfuggito per due anni di fila e anche a New York non è stato bravo a prendere il treno giusto. Saprà accontentarsi del ruolo di “piazzato”? Riuscirà ancora a mettere da parte 17 slam, record di settimana al numero uno e accontentarsi di arrivare semifinalista o runner-up dei grandi eventi? Chiaro è che abbiamo chi pagherebbe per raggiungere questo tipo di risultati ogni anno, ma al mondo non tutti (fortunatamente) siamo uguali. Federer eterno sconfitto non è proprio bello da vedere, i tifosi ne soffrono ma il diretto interessato sembra rilassato come non mai. Ancora una volta, paradossalmente, la vita da tifoso si rivela la più difficile.

 

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