Wimbledon interviste, Serena Williams: "Mi sento sollevata. Non penso al record di Margaret Court"

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Wimbledon interviste, Serena Williams: “Mi sento sollevata. Non penso al record di Margaret Court”

Wimbledon interviste, finale: S. Williams b. A. Kerber 7-5 6-3. L’intervista del dopo partita a Serena Williams

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Questa vittoria è per te un gran sollievo?
Ovviamente è un gran sollievo, ma più di tutto penso che oggi sia stata una grande ed eccitante vittoria per me.

Era importante vincere, ma è ancora più soddisfacente il fatto che sia stata una gran finale, Kerber ha giocato davvero bene, probabilmente una delle finali di Wimbledon più belle che tu abbia mai fatto?
Sì, penso sia stato un gran match e lei ha giocato davvero bene. Abbiamo avuto molti punti lunghi e combattuti, io ho dovuto lavorare per ogni singolo punto e non mi è stato regalato niente.

Negli ultimi mesi, considerando tutto quello che è successo, hai avuto delle notti insonni?
Se devo essere onesta, ho avuto qualche notte insonne avvicinandomi al traguardo e avendo la sensazione di non riuscire a coglierlo. Il mio obiettivo è di vincere almeno uno Slam all’anno e stavo iniziando a sentire la pressione.

Cosa hai fatto di diverso questa volta rispetto a Parigi o Melbourne?
Sono arrivata a questo torneo con una mentalità diversa. Sapevo che a Melbourne avevo giocato bene, ma onestamente Angelique aveva giocato alla grande. Iniziando questo torneo sapevo di dover restare calma e fiduciosa e giocare il tennis che ho mostrato di saper fare nell’ultima decade. Oggi ho sentito un po’ di stress durante il primo set ma dopo averlo vinto mi sono rilassata. Ad un certo punto ho fatto un respiro molto, molto lungo.

Considerando che avevi vinto qui l’anno scorso, avevi molta pressione che noi possiamo solo immaginare. Parlaci di come riesci a gestire la cosa.
Sì, sentivo molta pressione che mi era stata messa addosso. Ho avuto alcune sconfitte davvero dure, ma se tu guardi nel complesso avevo raggiunto 3 finali Slam. Negli ultimi 8 Slam non so neanche quante finali ho giocato, la cosa è impressionante. Ho iniziato a guardare il lato positivo e non concentrarmi su quell’unica sconfitta in un torneo, che alla fine non è poi tanto male. Una volta che ho iniziato a far ciò, mi sono resa conto di non essere poi scarsa, e a quel punto ho iniziato a giocare meglio (ride).

John McEnroe ha descritto la tua prestazione di oggi come qualcosa di super-umano.  Tu come la classifichi?
Non lo so, onestamente non ho avuto molto tempo per pensare a questo. Al momento sono ancora in preda all’emozioni.

La tua risposta dopo la semifinale sul fatto di non voler essere semplicemente la migliore atleta, bensì il miglior atleta, ed anche il discorso sul prize money, sul rispettare le donne nello sport, hanno causato una tempesta nei social media. C’è stato molto amore e molte persone hanno detto di essersi sentite inspirate. Cosa si prova nel sapere di aver ispirato milioni di ragazze in tutto il mondo?
È questo il motivo per il quale io mi sento come sono. Mi è stata data una grande opportunità, mi è stato dato un grande talento. Sono arrivata in una posizione in cui posso ispirare le ragazze, le donne, ed anche gli uomini. Chiunque là fuori che voglia ottenere qualcosa e che ha dei sogni. Io non ho iniziato a fare questo per soldi, ma perché avevo un sogno e delle speranze. Questo è tutto quello che ti serve. Non dovremmo mettere nessun atleta donna in una scatola. Tutti quanti noi lavoriamo duramente e vogliamo essere conosciuti semplicemente come atleti.

Ti godrai il 22 o ti stai già concentrando sui 25?
Oh, Dio, no. Una cosa che ho imparato dallo scorso anno e di godersi l’attimo ed è questo che voglio fare. Ora arrivano le Olimpiadi e prendo le cose una alla volta.

L’altro giorno parlando di tua sorella, hai menzionato il fatto di non avere una vita. Parlaci dei sacrifici che hai fatto per arrivare dove sei oggi.
Penso che come atleta tu debba fare molti sacrifici. Ogni giorno per esempio se io voglio uscire con gli amici, devo pensare al fatto che devo allenarmi alle 8:00 della mattina. Questo per ogni giorno della mia vita. Alla fine però questi sacrifici pagano.

Chi è serena Williams come donna, e non semplicemente come tennista?
Io penso di essere una buona amica, mi prendo cura delle persone. Sono molto, molto emotiva.

Sei al corrente del fatto che ora noi inizieremo a parlare dei 24 Slam di Margaret Court, e dei 9 Wimbledon di Martina Navratilova? La cosa ti preoccupa?
No, a me no. Ho imparato molto da quello dei 22 (sorride). Ho imparato che non bisogna farsi coinvolgere in questi dibattiti, io gioco semplicemente a tennis ed è questo che so fare meglio.

Quando lei ha finalmente ottenuto delle palle break nel secondo set tu hai alzato di livello e hai piazzato due ace. Negli ultimi giorni hai lavorato particolarmente sul servizio?
Penso che il mio servizio sia stato piuttosto buono sin dal terzo o quarto turno. Oggi sapevo che considerando le condizioni molto ventose sarebbe stato meglio servire alla grande. Una volta che lei ha ottenuto il break point, io non volevo lasciarglielo fare proprio al primo tentativo. Ho voluto fare un ace (ride).

Il match con Vinci un po’ di tempo fa ha cambiato tutto. La cosa ti ha scioccata un po’?
Non lo so, non penso la cosa mi abbia scioccata. Insomma, se fosse stato così non sarei stata in grado di fare così bene in Australia e in Francia perché anche se non ho vinto questi tornei, sono arrivata in finale e ho lottato. Penso di aver mostrato la mia capacità di recupero e il fatto che la cosa non mi abbia spossato e mi ha reso più forte.

Mentre noi siamo qui a festeggiare, quello che sta accadendo ora negli Stati Uniti è incredibile. Mi chiedevo se hai avuto il tempo per seguire le vicende di Dallas?
Sì, assolutamente. Penso che chiunque del mio colore sia preoccupato. Io ho dei nipoti lì e sto pensando di chiamarli per dirgli di non andare fuori. Penso che la cosa sia di grande importanza perché sarà devastante. Io non penso che la risposta sia continuare a sparare sui giovani ragazzi neri negli Stati Uniti, o persone nere. La violenza in generale non risolve le cose, le sparatorie di Dallas sono una cosa triste. Nessuno merita di perdere la propria vita indipendentemente dal colore che hai e da dove vieni. Siamo tutti degli esseri umani e dobbiamo imparare questa cosa ed anche ad amarci l’un l’altro. Questo richiede molta educazione e molto lavoro. Veder accadere queste cose è molto doloroso.

Nelle ultime tre sconfitte hai mostrato molta dignità in campo. Che importanza ha per te essere questo tipo di persona?
Beh, penso sia importante. Durante quei momenti bisogna essere onestamente felici per le persone dalle quali hai perso. Io lo dico sempre e lo dirò ancora, per me il successo di un’altra donna dovrebbe essere di ispirazione per quello futuro. Io ho la sensazione che queste donne mi ispirino a fare di meglio. Perché dovrei essere gelosa? Ho così tanti titoli, così tanti Slam, così tante cose di cui essere orgogliosa. Io do a loro il benvenuto a braccia aperte.

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