Radwanska altra magia. E' il Masters delle vecchiette. Del Potro stop, Nishikori frena il magic moment (Crivelli)

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Radwanska altra magia. E’ il Masters delle vecchiette. Del Potro stop, Nishikori frena il magic moment (Crivelli)

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Radwanska altra magia. E’ il Masters delle vecchiette (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Aga la Maga prepara un altro sortilegio. Unica delle otto Maestre del 2016 già capace di vincere le Finals, proprio l’anno scorso, la Radwanska conferma che quando il clima si surriscalda e oltre al braccio conta anche la testa, la sua affidabilità e la sua concentrazione restano armi difficilmente contrastabili, soprattutto da tipette della new generation come la Pliskova, bombardiere sopraffine che tuttavia non sono capaci di uscire dallo schema bum bum quando la situazione si complica e il servizio non produce più punti facili. VECCHIETTE L’ultima sfida del Gruppo Bianco è finalmente la normalità in un torneo che, con i gironi, spesso si è ingarbugliato in conteggi cervellotici: chi vince è in semifinale, chi perde è perduto. Un dentro o fuori che alla fine, come prevedibile, esalta il tennis essenziale e percentuale della polacca, la sua ragnatela paziente che la riporta in carreggiata anche dopo il 4-2 iniziale della ceca, che lucra su ogni singolo errore dell’avversaria, e a conti fatti quelli gratuiti della Pliskova saranno 29, compresi due sciagurati smash in rete a fine secondo set che sostanzialmente chiuderanno la contesa. Dodici mesi fa Aga ebbe bisogno, prima delle ultime due magistrali partite verso il trionfo, dell’aiuto altrui (la Sharapova già qualificata tenne fuori la nostra Permetta), stavolta se l’è potuta giocare faccia a faccia: vero, così è molto più semplice, perché il tuo destino dipende da te. E’ stato un match molto difficile, duro, serrato, all’inizio, quando lei serviva, pregavo non mettesse la prima, perché solo così potevo avere qualche occasione. Sono contenta, ho dato il meglio nei momenti più importanti». Alla faccia, tra l’altro, della tanto sbandierata gioventù: le quattro rimaste (ora Aga affronterà la Kerber, numero uno contro numero due del tabellone, mentre dall’altra parte ci sono Cibulkova e Kuznetsova) sono tutte nate negli anni 80 e sono quelle con la più lunga esperienza sul circuito. Per la Keys, stella emergente ma non ancora esplosiva, eliminata nel round robin, è una questione di evoluzione: “Il tennis è cambiato, adesso è difficile vincere uno Slam a 21 anni, la Kerber è diventata numero uno del mondo a 28, qualcosa di impensabile fino a dieci anni fa”. E magari un nuovo calendario, perché il CEO della Wta, Steve Simon, per evitare che accada di nuovo che una giocatrice (la Kuznetsova) si qualifichi il sabato per la domenica mentre l’altra (la Konta), infortunata, non può più conquistare punti, annuncia che il Masters dovrebbe chiudere definitivamente la stagione scambiandosi con il Masters B (comincia martedì), tenendosi una settimana dopo l’ultimo torneo. Ai posteri l’ardua sentenza.

 

del Potro stop, Nishikori frena il magic moment (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Un match tra un vincitore Slam e un finalista Slam (entrambi agli Us Open, 2009 e 2014) non può mai essere banale e cosi il torneo di Basilea, orfano del figlio prediletto Federer (che è tornato ad allenarsi con cautela), può applaudire un quarto di finale nobilissimo tra del Potro e Nishikori. Il giapponese interrompe il magic moment di Palito con una prestazione sostanziosa, segnata da prodi duelli dritto contro dritto che il numero 5 del mondo porta spesso dalla sua parte: è la sua prima vittoria in 5 incroci con l’argentino. A Vienna, invece, i veteranissimi Karlovic e Ferrer si salvano dopo aver fronteggiato l’incubo di un match point contro: il croato, in sovrammercato, ha aggiunto 289 ace alla sua esibizione, arrivando a un totale annuale di 1081. FED CUP ROMAGNOLA Intanto la Federtennis ha scelto la sede per la sfida tra Italia e Slovacchia del World Group II di Fed Cup, dell’11 e 12 febbraio prossimi: si giocherà al PalaGalassi di Forlì, su terra rossa indoor. La sfida segnerà l’esordio sulla panchina azzurra di Tathiana Garbin, subentrata a Corrado Barazzutti. Tra le due nazionali un solo precedente, favorevole alla Slovacchia, che nel 2002 si impose per 3-1 nelle allora Final four del World Group

 

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