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La settimana degli italiani: Barletta “salva” Montecarlo

A Montecarlo si piange, a Barletta si ride (ma con moderazione). La settimana tricolore raccatta una sufficienza molto stiracchiata

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Venendo all’approfondimento delle partite dei nostri tennisti, è giusto partire dall’unico a vincere una partita, Paolo Lorenzi, che, a 35 anni, tornava appena per la terza volta a partecipare a Monte Carlo (la seconda nel tabellone principale) dove l’anno scorso si tolse soddisfazione di sconfiggere Fognini: partecipare a tornei prestigiosi e belli come quello del Principato è un premio alla carriera di un giocatore che non smette mai di voler migliorarsi e che è riuscito a non mollare nei vari anni di sacrifici nei circuiti minori. Anche questa volta il toscano ha timbrato con onore il cartellino: opposto al primo turno al 31 enne catalano Marcel Granollers, 65 ATP.

Contro lo spagnolo, nonostante entrambi siano veterani del circuito e con programmazioni della stagione piuttosto simili, aveva giocato una sola volta, tra l’altro a livello di Challenger, dove ad inizio 2016 Paolo si impose sul cemento all’aperto al termine di una dura battaglia di tre lunghi set.  Paolo è riuscito ad imbrigliare lo spagnolo nella sua sapiente tela tattica, prendendo le redini del gioco e del punteggio sin dall’avvio: poteva forse chiudere con minori patemi dopo essere volato sul 6-2 3-1 ed aver subito unico break dell’incontro, ma al decimo gioco, strappando per la seconda volta nel set a Grannollers, ha guadagnato l’accesso al secondo turno dopo 94 minuti con un netto 6-2 6-4.

Lucas Pouille, 23enne francese al 14°posto del ranking ATP, vincitore 7-5 al terzo set dell’unico precedente sulla terra rossa di Bucarest lo scorso anno, è stato l’ostacolo da superare per guadagnare per la prima volta in carriera il terzo turno in un Masters 1000: purtroppo, per quanto si è visto al Country club monegasco, durante i 12 mesi passati da quella sfida, chi dei due, entrambi molto migliorati in classifica rispetto a quell’occasione, ha fatto maggiori progressi è stato Pouille. Il transalpino nel primo set ha sostanzialmente travolto Lorenzi con la maggiore velocità e potenza dei suoi colpi, per poi calare e consentire all’intelligenza tattica di Paolo di imbrigliarlo: l’allievo di coach Claudio Galoppini si è difatti trovato sul 4-1 nel secondo parziale, ma il francese ha poi infilato un filotto di 5 giochi consecutivi, che gli hanno fatto chiudere la partita sul 6-2 6-4 dopo 1 ora e 22 minuti.

Il nostro numero 1, Fabio Fognini, ha inaugurato la sua stagione sulla terra rossa​ europea, dove, semifinali di Miami escluse, ha raccolto sin qui la gran parte delle sue soddisfazioni in carriera (3 dei 4 titoli raccolti in carriera, l’unico quarto raggiunto negli Slam e la prima semifinale in un Master 1000, proprio a Monte Carlo nel 2013) esordendo contro un avversario insidioso ed in gran forma, Pablo Carreno Busta, n°20 ATP e nono nella ATP Race, in virtù di un ottimo inizio di stagione, nel quale aveva già raccolto le semifinali a Buenos Aires, San Paolo e, soprattutto Indian Wells, oltre ad un importante finale all’ATP 500 di Rio. Inoltre, non promettevano bene i quattro precedenti, tutti a favore del 25enne spagnolo, tre dei quali tra l’altro recentissimi (finale a Mosca e primo turno a Bercy ad ottobre 2016, i quarti di San Paolo meno i due mesi fa) a testimonianza che il talento incostante di Fabio soffra non poco la solidità mentale e agonistica di Carreno.

A Montecarlo, Fabio ha avuto le sue occasioni per vincere una partita che ha cambiato più volte direzione come quando nel primo set si è trovato a rimontare dal 2-4 ed andare a servire per il set nel decimo game, prima di perderlo dopo 53 minuti a seguito di un tie-break giocato malamente. Non è bastato a Fabio vincere il secondo set, sempre nel gioco decisivo: un break nell’ottavo gioco del terzo parziale, operato da Carreno, gli ha regalato il passaggio del turno in 2 ore e 23 minuti col punteggio di 7-6(0) 6-7(4) 6-3. Si è trattata di una prova con qualche alto e troppi bassi per Fabio e, se è vero che il servizio non è mai stato un fondamentale decisivo del suo gioco, come lui stesso ha dichiarato in conferenza stampa post-match, è altrettanto indiscutibile che, a questi livelli, contro un top 20, è difficilissimo vincere se si termina la partita con 0 ace e 8 doppi falli e con il 45% di punti vinti con la seconda.

Il terzo italiano in gara nel tabellone di Monte Carlo era Andreas Seppi, al quale gli organizzatori avevano concesso una wild card, in omaggio alla foltissima presenza di pubblico italiano, per rispetto della quale ogni anno concedono un invito nel tabellone principale ad un giocatore del nostro Paese. Il bolzanino, che nel Principato non ha mai fatto bene in 10 partecipazioni -ha raggiunto una sola volta gli ottavi, nel 2014, quando perse nettamente da Nadal- ha forse pagato la sua disabitudine alla terra rossa, dove negli ultimi due anni ha giocato pochissimi tornei (8 in tutto) per preservarsi dagli infortuni all’anca ed ha perso malamente dal leader della Next Gen ATP Generation Alexander Zverev, n°21 ATP. Il diciannovenne tedesco di Amburgo ha infatti dominato sin dall’inizio l’incontro, le cui sorti non sono mai state in discussione, finendo per vincere con un pesante 6-1 6-2 in appena 68 minuti di partita, durante la quale Andrea ha servito troppo male (44% di prime in campo, 26% di punti vinti con la seconda) per non farsi sovrastare dalla potenza dell’avversario.

Al Contry Club di Monte Carlo sono poi arrivati altre due italiani a provare a giocare nel tabellone principale di singolare, passando dalla porta di servizio delle qualificazioni: ha subito perso Alessandro Giannessi, che, giunto nell’ultima classifica al suo best career ranking di 121 ATP, è stato subito fermato dalla quinta testa di serie del tabellone, il bosniaco Damir Dzhumhur, vincitore della sfida inedita nel circuito col punteggio di 6-3 7-5 in 1 ora e 33 minuti. Un pochino meglio è andata a Simone Bolelli, entrato con una wild card, il quale ha sconfitto il kazako Mikhail Kukushkin, n°77 ATP, con un netto 6-3 6-2 in 1 ora e 24 minuti, risultato in linea ai precedenti, che lo vedevano vincente tutte e 3 le volte che si erano affrontati sulla terra rossa. Purtroppo, però, la marcia del bolognese verso il tabellone principale si è interrotta nel successivo step che lo ha visto opposto al 25 enne argentino Renzo Olivo, n°88 ATP: pur facendo match pari e lottando per 2 ore e 39 minuti, Simone ha ceduto il passo al tennista albiceleste, vincitore 6-4 6-7(5) 6-2.

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