Nadal e il triplete da dieci. Ora rivuole anche Parigi (Semeraro). Nadal, altro 10 in pagella (Mancuso). Nadal, una decima tira l'altra (De Pauli). Schiavone, l'amara rinuncia degli Internazionali (Cordella)

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Nadal e il triplete da dieci. Ora rivuole anche Parigi (Semeraro). Nadal, altro 10 in pagella (Mancuso). Nadal, una decima tira l’altra (De Pauli). Schiavone, l’amara rinuncia degli Internazionali (Cordella)

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Nadal e il triplete da dieci. Ora rivuole anche Parigi (Stefano Semeraro, La Stampa)

Nadal dopo Nadal. Anzi, da ieri anche Nadal sul «Nadal», considerato che il centrale del Real Club de Tenis de Barcellona dove lo spagnolo ha vinto il suo decimo titolo, su dieci finali giocate, battendo 6-4 6-1 Dominic Thiem, da quest’anno porta il suo nome: «Pista Rafael Nadal». Un onore concesso in vita a qualche grande – ad esempio Laver e Court a Melbourne, Rafter a Brisbane, Pietrangeli a Roma, Ivanisevic a Umag, Santana a Madrid… – ma fra i giocatori ancora in attività soltanto a lui. Una settimana dopo la decima volta a Montecarlo infatti il re della terra (rossa) si è ripetuto nel torneo di casa e ora può serenamente puntare al Triplete delle «Decime» – la Trentesima? – al prossimo Roland Garros. Dove però potrebbe rientrare Roger Federer. Dopo qualche immagine da allegro vacanziero postata sui social il Genio, assente da Miami, ha fatto sapere che si è regolarmente iscritto allo Slam parigino e che è sua «intenzione scendere in campo a Parigi, ma non tanto per farlo. Se giocherò sarà pensando ad un risultato importante. I favoriti a Parigi saranno Djokovic, che ha vinto l’anno scorso, e ovviamente Nadal, che a Montecarlo e Barcellona ha fatto cose straordinarie. Ma nel tennis non si sa mai…». Dopo l’accoppiata Costa Azzurra-Costa Brava in realtà il favorito è soprattutto l’ex Niño, che alla soglia dei 31 anni pare tornato il dominatore di un tempo, anche per manifesta inferiorità della concorrenza (Murray, eliminato in semifinale da Thiem in Catalogna, è ancora alla ricerca della forma, Djokovic alla ricerca di se stesso). A Barcellona, dove dal 2003 ha perso la miseria di tre partite, una contro il nostro Fabio Fognini, saltando anche due edizioni per infortunio, Rafa ha triturato chiunque, perdendo appena 2 turni di servizio su 47. In carriera è a quota 71 tornei vinti, 51 sul rosso, nel 2017 sulla terra europea ha vinto 20 set su 21 e con l’ultimo risultato si ritrova a una manciata di punti dal 4 posto di Federer nella classifica mondiale………………………………………………

Nadal, altro 10 in pagella (Angelo Mancuso, Messaggero Sport)

Dopo la “decima” a Montecarlo, stessa sinfonia a Barcellona. Nadal nel Principato era diventato il primo di sempre ad andare in doppia cifra in un singolo torneo: a distanza di una settimana ecco il bis sul campo che l’assemblea dei soci del Real Club Tennis Barcellona, uno dei più antichi di Spagna, proprio da quest’edizione ha deciso di intitolare al campione di Manacor. Nel “suo” stadio, la “Pista Rafa Nadal”, ha superato Dominic Thiem per 6-4 6-1. Il mancino spagnolo giocava la sua finale n.106 (71 i titoli conquistati compreso quello di ieri): numeri da far rabbrividire pure un Iron Man come il 23enne austriaco, il più giovane tra i top ten (è n.9). C’è stata partita solo nel primo set, con il maiorchino che ha dovuto fronteggiare l’unica palla break concessa nel gioco di apertura. Nadal dal 4-4 ha infilato un parziale di 8 game a 1 che ha condannato alla resa l’avversario. Rafa ha sfruttato con magistrale efficacia le diagonali per aprirsi il campo. Soprattutto non ha mai concesso a Thiem la possibilità di innescare il suo colpo migliore, un rovescio a una mano stile bazooka che fa concorrenza al miglior Wawrinka. «Qui ho messo piede per la prima volta da ragazzino – ha sottolineato Rafa – questo circolo mi ha visto crescere e vincere per la decima volta il torneo è un’emozione fortissima. Come avevo già detto a Monte Carlo ho ritrovato il piacere di giocare a tennis, di competere». Resta n.5 Atp, ma nella Race (il ranking stagionale) è secondo a soli 310 punti da Federer. A tratti sembra davvero di rivedere il miglior Nadal: per fargli un punto servono i miracoli e non sempre bastano. A Barcellona ha dominato: nessun set perso, ha ceduto appena due volte il turno di battuta, peraltro quando era molto avanti nel punteggio. Il maiorchino, che compirà 31 anni il prossimo 3 giugno, è il giocatore che ha conquistato più tornei sulla terra: è salito a 51 staccando Vilas a quota 49 (lontani Muster con 40 e Borg e Orantes con 30). Sul rosso vanta 375 match vinti contro appena 34 sconfitte. Come da paura è il numero delle finali vinte sulla terra: 51 su 59. Se l’annosa querelle sul GOAT, il virtuale titolo di più grande di tutti i tempi, resta aperta con Federer in vantaggio, quando parliamo di terra battuta non c’è storia. Il più forte è Nadal, che ora può scaldare i muscoli in vista di Madrid e Roma, dove vanta rispettivamente già 4 e 7 successi. In attesa del clou al Roland Garros, il “suo” Slam: lì potrebbe arrivare il decimo storico trionfo………………………………………………….

Nadal, una decima tira l’altra (Andrea De Pauli, Corriere dello Sport)

Di dieci in dieci. A una settimana esatta dal 10 trionfo a Montecarlo su Albert Ramos, Rafa Nadal si ripete arrivando in doppia cifra anche a Barcellona, dove ha superato il rampante numero 9 della classifica Atp, Dominic Thiem. Il mancino artificiale di Manacor, nonostante le condizioni climatiche tutt’altro che ideali, con una cappa d’umidità che ha imperversato sul cielo catalano, rallentando all’inverosimile la velocità degli scambi, ci ha messo appena 1h30′ per imporsi sul23enne austriaco, che nelle semifinali aveva fatto fuori niente meno che il numero 1 Andy Murray. «È un giorno davvero speciale per me – il commento a caldo del maiorchino. Non avrei mai immaginato di toccare quota dieci successi nel mio club ed esserci riuscito davanti alla mia famiglia, che mi ha sempre appoggiato, mi rende ancora più felice. Senza di loro tutto questo non sarebbe mai stato possibile». Per la nona volta, così, lo spagnolo inizia la stagione sulla terra rossa con la doppietta Montecarlo-Barcellona. Prossimo obiettivo, a questo punto più che dichiarato, il decimo Roland Garros della sua strepitosa carriera. Chi si aspettava un match combattuto sarà rimasto deluso. Il confronto, infatti, è durato appena un set, iniziato con l’unica palla break concessa da Rafa, nel primo game, e che poi è proseguito fino al parziale del 4-4, quando la forza mentale del tennista iberico ha finito per fare la differenza, permettendogli di chiudere sul 6-4, in 50 minuti tondi tondi. Senza storia, invece, il secondo set, liquidato con un agile 6-1, complici i numerosi errori non forzati del rivale. Un trionfo per Nadal, che nelle dieci finali disputate all’Open 500 di Barcellona si è imposto in 23 set, cedendone solo uno, all’amico David Ferrer, nella partita conclusiva dell’edizione 2008. E così sono già 51 i titoli conquistati dal maiorchino sulla terra battuta (71 in tutto), superfide in cui ha perso solo 8 finali in carriera, con 374 set vinti contro gli appena 34 concessi, ne fanno a buon diritto il migliore specialista della storia……………………………………………

 

Nadal, un’altra Decima. Re anche a Barcellona (ri.cr., Gazzetta dello Sport)

Venti di passione. Dieci più dieci, e la leggenda si ingrandisce. Dopo Montecarlo, Nadal vince anche a Barcellona e colleziona la seconda Decima in una settimana: sulla terra, non si era mai visto e non si vedrà mai più un dominio di questa portata. Nemmeno Thiem, l’austriaco che per potenza e rovescio ricorda Wawrinka e che sabato aveva eliminato il numero uno Murray, può opporsi al mancino di Maiorca, peraltro sul Centrale che gli è appena stato intitolato, a testimonianza del peso che Rafa ha avuto sul torneo. Un primo set combattuto, ma controllato dal numero 5 del mondo che ottiene il break decisivo nel decimo game, un secondo senza storia sotto i ritrovati colpi di maglio dello spagnolo. Dieci finali giocate e dieci successi in Catalogna, con un solo set perso (2008 contro Ferrer): in questa settimana, Rafa ha perso il servizio due volte in 47 turni di battuta e in stagione sulla terra è 20-1 nel computo dei set. Adesso può puntare allo Slam rosso, cioè a vincere tutti i 5 tornei sulla terra cui è iscritto: gli restano Madrid, Roma e Parigi. È il 71 successo in carriera, 51 sulla superficie…………………………………………

Schiavone, l’amara rinuncia degli Internazionali (Gianluca Cordella, Messaggero Sport)

……………………………………..Il dibattito, immaginiamo, è destinato ad aprirsi con i fan di Francesca che accuseranno torneo e Federtennis di scarsa riconoscenza verso l’ex campionessa del Roland Garros. Proviamo a fare luce, allora. Prima delle valutazioni, i dati oggettivi: Madrid ha 4 wild card da distribuire, Roma soltanto 3. Se gli Internazionali avessero avuto il quarto invito sarebbe finito senza dubbio alla milanese. Il problema alla base di tutto è, che per un motivo o per un altro, le altre tre scelte del torneo capitolino sono in qualche modo obbligate. Una wild card, come era successo lo scorso anno, andrà alla vincitrice delle pre-qualificazioni. Il nome non sarà di primo piano, ovvio. Ma di fronte a un “movimento” vero e proprio che ha attirato sui campi oltre 16 mila giocatori si può fare una retromarcia all’ultimo minuto dicendo «scusate, ma la wild card promessa non ci sarà»? Sarebbe un tonfo di credibilità per torneo e federazione. Il secondo invito sarà per Sara Errani, l’azzurra che più di tutte ha dato negli ultimi anni al nostro tennis. Sarita, al di là dei grandi risultati ottenuti, non si è mai tirata indietro, ad esempio, di fronte alle convocazioni in Fed Cup, nemmeno quando, com’è successo nei giorni scorsi, si tratta di fare da chioccia a un gruppo di ragazzine volenterose contro le sconosciute avversarie di Taipei. È l’unica big tricolore con ancora diversi anni di carriera davanti a sé e non attraversa un periodo positivo. Ma a Roma ha saputo spesso rinascere e andare avanti nel torneo potrebbe aiutarla a uscire dal periodo buio. Una scelta di riconoscenza, che si può discutere in nome del tifo ma non giudicare sbagliata a prescindere. E poi c’è la “peccatrice” Maria Sharapova, la wild card più discussa perché vista da molti come un insulto agli atleti che mai hanno fatto ricorso al doping. Su questa posizione si è già detto e scritto molto, inutile parlarne ancora. Meglio rilevare un dato: che piaccia o meno, Masha è con Serena Williams l’unica vera star del tennis mondiale attualmente in attività. E l’americana salterà gli Internazionali. La siberiana ha dimostrato a più riprese il proprio amore per Roma, al punto che, si mormora, potrebbe essere lei la protagonista dell’evento al Colosseo che domenica 14 farà da cerimonia inaugurale al torneo (la finale femminile a Madrid in programma il sabato la libererebbe in tempo utile). In un’edizione che, oltre a Serena, ha perso anche Federer, la rinuncia alla Sharapova avrebbe il gusto beffardo dell’autogol. Più di quanto non sarebbe rinunciare alla “Schiavo”.

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