Kyrgios: "Tennis? Certe volte preferirei fare altro"

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Kyrgios: “Tennis? Certe volte preferirei fare altro”

“Ci sono giorni in cui mi risulta difficile trovare la motivazione”. Parla anche la madre: “Chi lo critica non lo conosce. Nick si preoccupa molte per le altre persone”

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Il tennista australiano ha rilasciato delle dichiarazioni al Daily Mail nelle quali dice cose che forse molti sospettavano e adesso ne hanno avuto la conferma. Alcune volte mi diverto a giocare a tennis, ma certe volte preferirei fare altro“. Il motivo però non risiede nello sport di per sé, ma in alcune componenti che lo caratterizzano, come gli spostamenti. “Quando sono in viaggio ci sono alcuni giorni che mi risulta difficile trovare la motivazione. Non mi piacciono i lunghi viaggi, sono orribili. Odio viaggiare”. Questo suo atteggiamento che alcuni potrebbero definire poco professionale è diametralmente opposto al comportamento che hanno alcuni suoi colleghi molto più diligenti, come ad esempio Raonic. L’anno scorso uscì la notizia che prima del suo match contro il canadese al Queen’s, Nick passò tutto il tempo seduto sul divano della players lounge, e quando il match venne chiamato lui si recò in campo senza nessuna preparazione.“Sì, è vero. È andata così. A me piace andare in campo e giocare un po’ a tennis, anche se trovo difficile che le persone riescano a capirlo. Io non riuscirei a fare le cose che fa Raonic, lui ha un intero team di persone che lo seguono e fa tutte le cose per bene, quello non sono io”. Verrebbe quasi da chiedersi come abbia fatto a diventare un tennista, o perché abbia intrapreso questa carriera. Crescendo non avrei mai pensato di diventare un tennista professionista, la cosa non mi era mai passata per la testa. Si potrebbe quasi dire che sono diventato tennista per caso. Ho giocato 18 tornei e ho fatto bene solo in 8 di questi, e sono comunque classificato tra i primi 20″.

Il problema principale che aleggia sul ventitreenne australiano comunque resta quello legato al coach, e la figura di Grosjean, da poco diventato il suo allenatore, non sembra essere una soluzione definitiva. “Mi piace davvero Seb, è un tipo che si prende molta cura di me e andiamo d’accordo. Ma se devo essere onesto preferirei non avere un coach; mi ero stufato di avere persone intorno che mi dicevano di prendermi un coach, così l’ho fatto. Ma non è a tempo pieno”. Questa sua repulsione verso l’autorità e la disciplina potrebbero venir interpretate come un aspetto negativo, ma stando alle parole del suo primo allenatore, Andrew Bulley, questo comportamento se lo porta avanti da tanto tempo e può avere anche dei risvolti positivi. Da ragazzino non aveva mai paura di fare domande e metteva in discussione tutto. Era bravo ma non gli piacevano gli esercizi di ripetizione e voleva sempre sapere perché facessimo un determinato colpo. Se tu non riuscivi a fornirgli una risposta solida lui lo capiva, penso sia questo il motivo per il quale non è entusiasta all’idea di avere un coach”. 

L’idea e le opinioni altrui hanno da sempre avuto una profonda influenza sul comportamento di Kyrgios, il quale non sente di essere in alcun modo speciale e cerca sempre di spegnere l’entusiasmo che si crea intorno a lui“Io odio le persone che pensano che io sia diverso rispetto a loro. Io gioco solo a tennis e per il resto sono un ragazzo normale che passa tanto tempo con la sua ragazza, che ama il basket e che gioca ai videogame. Certe volte mi chiedo cosa sarebbe successo se avessi continuato a giocare a basket, ma comunque la strada che mi sono scelto non è delle peggiori”. Per la prima volta decide di parlare anche la madre di Nick, Norlaila Kyrgios, la quale, dopo aver ricevuto tante critiche per il comportamento del figlio, ci tiene a specificare alcune cose. “Tutti i ragazzini sono diversi e i giovani non si comportano sempre come degli angeli. Mi piacerebbe solo far capire che chi lo critica non lo conosce. All’inizio fa molto male, ma poi si inizia a non prestare più attenzione alla cosa. Sono stato chiamata un genitore cattivo. Ho parlato anche con Judy Murray e lei ha passato la stessa cosa. Nick si preoccupa molto per le altre persone”. Ricordando poi l’infanzia di suo figlio, dice che “era un ragazzino grassottello ma sempre forte e competitivo. Sapevamo che avrebbe perso peso perché era accaduto anche al suo fratello maggiore. Inoltre Nick è stato anche fortunato che ci fosse un gruppo molto forte di ragazzi della sua età che giocavano a tennis a Canberra, e tutti si stimolavano a vicenda. Molti sono hanno vinto borse di studio grazie al tennis in alcuni college negli Stati Uniti”.

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