WTA Wuhan: Caroline Garcia corona una settimana da sogno

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WTA Wuhan: Caroline Garcia corona una settimana da sogno

La francese rimonta l’australiana e conquista il titolo più importante della carriera in singolare. Barty ha servito due volte per il match nel secondo set senza successo

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C. Garcia b. A. Barty 6-7(3) 7-6(4) 6-2

Finalmente Garcia, ecco questo potrebbe essere il titolo conclusivo per descrivere la settimana della francese a Wuhan, in cui ha messo sul campo tutto il suo talento ed è riuscita a domare i “demoni” che spesso rapiscono la sua mente. Sotto di un set e di un break, la transalpina ha rimontato l’australiana Barty ed ha centrato il primo titolo a livello di Premier 5 e dato una sterzata ad una carriera che, ad oggi, era imprigionata nel “vorrei ma non posso”. È stato un match al limite della follia, con Garcia più volte vicina al tracollo, sia emotivo che tecnico, ma Barty è mancato il passo decisivo al momento di chiudere i conti. Senza il calo dell’australiana difficilmente la transalpina avrebbe potuto rovesciare la partita, ma il tennis è uno sport in cui fare l’ultimo punto è sempre una montagna da scalare. Con questo successo Garcia ritocca il suo best ranking e diventa la n.15 del mondo, mentre i rimpianti per Ashleigh sono tanti: resta comunque un’annata positiva in cui ha vinto il primo titolo (Kuala Lumpur) e scalato la classifica di quasi duecento posizioni attestandosi al n.23 del mondo.

Il primo game è già di lotta, l’intenzione dell’australiana è chiudere gli scambi entro i tre colpi, in modo da centellinare le energie e andare verso un match spalla a spalla. Garcia, invece, preme in risposta e costringe agli straordinari la 21enne di Ipswich, che si salva sulla palla break e tiene il servizio di apertura. La transalpina, dal tennis slegato ma potente, ha subito messo le cose in chiaro, spingendo tutti i colpi e prendendo in mano le redini dello scambio. Ashleigh ha provato a cambiare la situazione, portando rotazioni e cambi di ritmo, ma sulle palle basse Garcia riusciva ad appoggiarsi e a colpire senza problemi. Il diritto, con un accenno di lift dell’australiana, è un elemento che frena l’esuberanza dell’avversaria, che resta centrata e propositiva. Caroline scappa in testa, tuttavia Barty comincia a leggere la traettoria dei colpi della francese e si conquista due opportunità di controbreak, abilmente annullate con la combinazione ace-diritto vincente.

La francese è in preda all’ansia da prestazione, tanto da alternare un vincente ad un errore banale. Questo porta l’australiana ad avere quattro chance del 5-5, che arriva puntuale con un rovescio insaccato in rete. Da qui in avanti non è più tennis, ma tensione e paura di vincere: i break si sprecano e si arriva al tiebreak, che premia l’intelligenza tattica e la maggior solidità della Barty. In questa parte finale del set sono emersi tutti i limiti emotivi e di personalità della francese, che si è praticamente arrestata sul traguardo, che era ad un passo. Ormai nella mente della francese c’è solo il pensiero dell’occasione fallita, di quello che poteva essere e non è stato. Rimpianti che diventano errori, che si tramutano in break e che portano alla sconfitta. Sì, perché Ashleigh comprende le difficoltà, mette sul campo la sua proverbiale abilità e si porta avanti anche nel secondo parziale. Un attimo di pausa dell’australiana rimette in carreggiata Caroline, che balza sul 3-2 e sembra per un attimo aver ritrovato i meccanismi giusti. Si torna ad una fase confusa, in cui è Barty a mancare l’opportunità di chiudere le ostilità (serve invano per il match sul 5-4 e sul 6-5) e si fa trascinare al tiebreak, in cui la francese è più pronta e rimanda l’incontro all’atto decisivo.

Il ribaltamento delle posizioni è servito nel terzo game, in cui Garcia capitalizza la chance conquistata e riprende a comandare. L’australiana si spegne, Garcia prende in mano la situazione e vince il titolo nel Premier cinese. L’esperienza, le tante sconfitte e le difficoltà spesso fortificano più delle vittorie, in questo momento Garcia sembra pronta per il salto di qualità e, in un circuito femminile abbastanza mediocre, può diventare una mina vagante per ogni torneo. Per diventare una top 10 manca un passo ulteriore, soprattutto tecnico, ma la strada è quella giusta e Wuhan ha dimostrato che la ragazza è in grado di ritagliarsi un ruolo nella WTA.

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