Federer vuole il trono ATP
Stefano Semeraro, il corriere dello sport del 30.01.2018
Tanti record e imprese più o meno nel mirino di Federer: il ritorno al n. 1 è quello abbordabile di Stefano Semerao La sua vittoria agli. Australian Open all’inizio della sua ventesima stagione da professionista d ha consegnato una verità in più: dopo Federer d sarà ancora Federer. Ma quanto Federer? Difficile rispondere, anche perché è il campione svizzero primo a non saperlo ancora. Dissero strada facendo, ascoltando i segnali che gli mandano il fisico e la mente, e conoscendolo sarà sicuramente la scelta migliore. Di certo non smetterà di guadagnare: secondo Forbes, il suo sponsor Lindt e annuncerà fra poco un’estensione pluriennale da 20 milioni di dollari del contratto che lega Federer al marchio già dal 2009. A questo punto non sono certo i quattrini la motivazione del Genio, che comunque continuerà ad incassare anche una volta ritirato ma l’amore per lo sport C’è però ancora qualche record da conquistare. Vediamo quali, e in che modo, anche attraverso le sue parole. In una finestra si aprirà il 4 marzo dopo i tornei di Dubai e Acapulco: Federer che oggi è a 155 punti da Nadal, nel golfo ne difende solo 45 (sconfina al primo turno contro Donskoy), mentre Nadal ne ha in scadenza 300 per la finale persa contro Kyrgios. Se Nadal, non completamente guarita non giocasse in Messico, Roger lo scavalcherebbe tornando n.1 per la prima volta dopo 112012. « È il traguardo più importante», ha ripetuto varie volte. «Ma credo che sarebbe sbagliato programmarmi per inseguirlo. Potrei giocare a Dubai, oppure no». Solo la campionessa australiana, Serena Williams (23) e Steffi Graf (22) hanno ora più Slam di lui «Solo l’idea di essere arrivato a questa cifra mi sembra surreale», ha detto Federer a Melbourne. «Sarà più che contento anche se dovessi rimanere a 20; ai 24 non penso». IMPROBABILE Con Nadal a quota 10 Roland Garros, e considerato che l’erba è la superficie che ama di più, non è un obiettivo folle, anzi. A patto che il fisico lo sostenga. «L’anno prossimo quando arriverò quindi potrei pensare davvero di vincere ancora», ha spiegato dopo la finale in Australia. «Ma probabilmente non vincerò. Quindi meglio restare rilassato sulle mie possibilità future». …
La forza mentale è la sua nuova arma
Paolo Bertolucci, la gazzetta dello sport del 30.01.2018
Quando gioca Roger Federer il mondo tennistico si ferma ammirato. Scendono in campo l’eleganza abbinata alla genialità e l’intelligenza unita alla tattica. Anche nella finale di Melbourne contro Marin Cilic in partenza si era affidato con profitto alle sue qualità migliori. Ma quando la partita, all’inizio del quinto set, è sembrata sfuggirgli dalle mani e con le energie fisiche ridotte all’osso, ha stupito per come è stato in grado di reagire facendo poco affidamento sulla tecnica. Roger ha capito che, dal punto di vista tattico, avrebbe potuto contare solo sulla battuta e sul subdolo rovescio in back per portare fuori posizione l’avversario. Proprio in quel momento, con l’umiltà dei grandi, ha accettato i dispendiosi recuperi cercando la leggerezza dei movimenti e si è affidato completamente alla carica nervosa e alla forza mentale. Strano a dirsi ma proprio queste due armi, che di solito non fanno parte del bagaglio primario dello svizzero, hanno impresso la svolta decisiva alla contesa. Vincere una partita così, con l’aiuto determinante della testa, apre nuovi orizzonti al fenomeno svizzero. Come se ce ne fosse bisogno.