Italiani
Wimbledon: sarà Fognini vs Bolelli, rimonta Berrettini. Out Ceck
LONDRA – Per la prima volta 6 azzurri al secondo turno. Matteo recupera due set di svantaggio a Sock. Sonego e Cecchinato non sfigurano. Fabio fa il suo dovere, super Bole

da Londra, i nostri inviati
CHE LOTTA BERRETTINI – Gran battaglia, vinta in rimonta fino al quinto set, l’esordio a Wimbledon del nostro miglior giovane, contro un Jack Sock che alla fine ha ceduto anche fisicamente. Primo set di alti e bassi sia per Matteo che per Jack, con break e controbreak in avvio, poi l’azzurro brekka ancora nel quinto game, arriva a servire per il set, cede a sua volta la battuta per la seconda volta, e si arriva al 6 pari. Andamento abbastanza sorprendente, data la qualità del servizio di entrambi, ma da fondocampo sia l’italiano che lo statunitense alternano buone accelerazioni vincenti a parecchi errori. Come è ovvio, Berrettini e Sock si cercano a vicenda il rovescio come disperati, il primo a uscire dalla diagonale di sinistra e iniziare il bombardamento con il dritto fa punto quasi sempre. “Ma ormai del rovescio mi fido, abbiamo lavorato tanto e non ho più i problemi tecnici di prima, so che devo spingerlo sempre, e giocare meno back possibili, perchè poi spesso se lo fai ti ritrovi a correre, e a me correre non piace”
Non è un brutto match, procede a scatti, ma purtroppo lo scatto decisivo lo piazza Jack nel tie-break, quando da 3-5 sotto chiude con quattro punti consecutivi. Il secondo parziale va via senza break, non cambia il canovaccio tattico, c’è equilibrio, l’impressione è che Berrettini senta la pressione, sta giocando contro uno che era top-10 fino a qualche settimana fa, ma il match è alla portata, solo che non riesce a farlo girare. Matteo rischia in un paio di occasioni sul suo servizio, ma si salva, e arriva un nuovo tie-break. Che Sock gioca con molta attenzione e solidità, incassando qualche errore dell’azzurro, che si lamenta di se stesso e ha abbastanza ragione. Berrettini non sembra esplosivo al massimo quando serve, per lui 6 ace in 12 game di battuta sono pochi, le percentuali non lo premiano, in particolare ottiene solo il 26% dei punti con la seconda palla. Sotto due set a zero è dura, però Matteo reagisce con carattere, e brekka subito l’avversario al termine di un game interminabile, da 21 punti. Da questo momento in poi, come se si fosse sbloccato, l’azzurro aumenta l’intensità, concede briciole al servizio (6 punti nel set), e chiude 6-4. Stessa cosa nel quarto set, Berrettini anche se nella scomoda posizione di servire per secondo non ttrema mai, piazza un gran break a zero nell’undicesimo game, e si prende di forza il 7-5 che vale il quinto set. Molto bene Matteo ora, osa con successo il lungolinea di rovescio, chiude bene a rete, e si fa applaudire dal numeroso pubblico del campo 12 per diversi ottimi tocchi smorzati, e uno splendido pallonetto liftato di rovescio. Sock esce dal campo per un medical time-out, rientra con una fasciatura alla parte alta della coscia destra. “Non avevo mai provato a essere sotto due set a zero e pensare che potevo ancora vincere, ma stavo bene, non mi sentivo stanco, colpivo bene la palla”
Appare decisamente sofferente lo statunitense al rientro in campo, va al servizio da immobile, potrebbe essere un irrigidimento muscolare. Subito due palle break per Berrettini, Jack non riesce a servire caricando la gamba, ma da fermo tira comunque forte il dritto, e si salva. Matteo non affonda i colpi, sembra distratto più del dovuto dalle difficoltà fisiche dell’avversario, che si fa massaggiare al cambio campo in vantaggio per 2-1. Potrebbe essere anche un inizio di crampi. Sock è sempre più nervoso, si prende un warning per turpiloquio, discutendo con l’angolo dell’italiano. “Non ho sentito cosa si dicevano, io in campo penso solo a concentrarmi su me stesso, non bado a cosa fa l’altro“. Berrettini intanto si ricorda di essere bravo a fare le palle corte, ne mette una, poi passante di dritto, e va avanti di un break. Con Jack praticamente zoppo, basta e avanza. Ne arriva un altro, Sock non riesce più a colpire la battuta praticamente, il 6-2, e il secondo turno dell’azzurro, arrivano pochi minuti dopo. Prima partita finita al quinto set in carriera, una vittoria con rimonta da due set a zero sotto a Wimbledon: niente male, Matteo, davvero bravissimo. “Un sogno che si avvera, sì, io l’anno scorso qui non avevo classifica nemmeno per entrare nelle qualificazioni. Sto vivendo esperienze che vanno veloci, è ancora tutto nuovo per me. Adesso con Simon? Beh, avrei preferito giocarla sulla terra o sul duro, ma è bello il tennis su erba, è una superficie storica, rara“.
SOLIDO SIMONE – Bel match di Bolelli, che ha eliminato sul campo 15 l’uruguagio Pablo Cuevas. Bel match non solo da parte di Simone, ma proprio in generale, molto ben giocato da entrambi per i primi due set, che l’azzurro si è aggiudicato al tie-break. Nessun break per le prime due ore di partita, in cui Bolelli e Cuevas se le sono suonate di santa ragione, divertendo gli spettatori accalcati e accaldati. Si sono visti splendidi rovesci a una mano, gran dritti in accelerazione, servizi incisivi (20 ace Pablo), il repertorio completo, inclusi diversi tocchi di classe e qualche ottima volée. “Mi variava molto il servizio, io avevo più difficoltà a trovare angoli per via del vento, ma poi sono riuscito a giocare dei vincenti importanti quando era necessario“.

Simone Bolelli – Wimbledon 2018 (foto Roberto Dell’Olivo)
I primi due parziali si sono decisi su tre-quattro palle al massimo; davvero bravo l’azzurro ad affondare i suoi gran colpi da fondo nei momenti che contavano. Nel terzo set, Pablo ha avuto il primo passaggio a vuoto, che gli è costato due break e il 6-1 conclusivo. 38 vincenti e soli 14 errori danno la misura della qualità messa in campo oggi da Simone, a tratti è sembrato di rivedere lo splendido attaccante che aveva entusiasmato contro Nadal a Parigi un mese fa. “Fisicamente mi sento bene, la superficie è veloce soprattutto con le palle nuove, a lui piace correre ma qui se uno tira non è facile difendere“.
Sempre un bello spettacolo ammirare un colpitore del livello di Bolelli sui campi rapidi, rimane costante un vago rimpianto, e la domanda: con un po’ di fortuna e continuità fisica, ovvero meno infortuni assortiti in carriera, dove avrebbe potuto arrivare? Nel frattempo, il secondo turno a Wimbledon da lucky loser è un bel segnale. “Beh, in effetti anche se non ne avevo la certezza, era nell’aria che anche da sesto lucky loser avevo buone possibilità. Dopo parigi, anche qui Dolgopolov mi ha lasciato il posto… eh, gli devo una cena, sì. Il derby con Fabio Fognini? Sarà durissima, dovrò essere aggressivo sempre, certo lui non serve in modo esplosivo, ma risponde benissimo. La superficie mi aiuta, questo sì, se dovessi scegliere dove affrontare Fabio sceglierei proprio l’erba“. Bravo Simone, intanto, continua così..
CECK, L’ERBA È DURA – È piccolo Alex De Minaur, sembra quasi innocuo, ma ragazzi: che bella vivacità, che piedi rapidi e quanta tenacia. Non deve deprimersi troppo Marco Cecchinato per aver mancato la qualificazione al secondo turno contro il 19enne australiano, escluso forse con troppa fretta dai salotti belli della Next Gen. Certo il baricentro basso aiuta De Minaur sull’erba, superficie che invece Cecchinato ha dimostrato di vivere un po’ come una parentesi che è bene finisca presto, ma non è così usuale trovare un under 20 che dimostri tale attitudine sui prati. Nonostante un fastidio alla coscia destra, fasciata in apertura di terzo set, quando sembrava che Marco potesse prendere il controllo delle operazioni. In quel momento si era sul punteggio di un set pari, in virtù di un primo set vinto da De Minaur con buona astuzia – break piazzato sul 4-4, dopo otto game senza chance per chi rispondeva – e di un secondo finito nelle mani di Cecchinato al tie-break, grazie a un servizio quasi blindato e al coraggio mostrato in qualche esecuzione di rovescio, prima troppo sacrificato nelle esecuzioni in back.
Da quel momento il controllo dei servizi finisce a mare, per entrambi. Un solo break nei primi due set, ben sette nei due successivi che consegneranno l’incontro a De Minaur. La successione dei game diventa abbastanza schizofrenica a metà del terzo set: Cecchinato breakka per prima sfruttando un gratuito dell’australiano che si vede restituire il vantaggio con le stesse modalità, quindi l’italiano si porta ancora avanti e sciupa ancora, sempre con il dritto. Il livello sale, Cecchinato vince un punto splendido sul 4-4 e annulla due set point nel game successivo per portarla ancora al tie-break. È il punto di svolta dell’incontro: nonostante De Minaur ogni tanto sembri in difficoltà negli spostamenti verso destra, la gestione dei punti importanti è mirabile. Vinto il terzo parziale si porta subito in vantaggio nel quarto e vale a poco il tentativo di rimonta dell’italiano, che si vede privato di un altro servizio appena dopo aver ricucito lo strappo. Un mix tra difficoltà in risposta di Cecchinato e abilità di De Minaur – che nel corso dell’incontro trova il modo di tirare su i ripetuti back di Cecchinato, sempre molto insidiosi – vale il secondo turno per chi, alla fine, ha dimostrato di crederci di più. A Cecchinato più che le armi per far bene su questa superficie, sembra possa mancare un pizzico di convinzione.
FOGNINI ESCE ALLA DISTANZA – Partenza in sordina per Fabio che fa fatica a trovare la giusta concentrazione. Poi, però, l’italiano è bravo a ribaltare l’inerzia del match, a rimanere sempre in testa per poi chiudere l’incontro in 2 ore e 4 minuti con lo score di 3-6 6-3 6-3 6-3. Il Fognini del primo set è disattento e impreciso, sprecando oltremodo e permettendo così a Taro Daniel (n. 87 ATP) di archiviare il primo parziale per 6-3 in 26 minuti: “ho iniziato così così, pigro, poi ho trovato il gioco e comunque la prima partita è sempre pericolosa” commenta Fognini in conferenza. Le condizioni di gioco sono ideali sul bel court 18, il campo diventato celebre per il match infinito tra Isner-Mahut (primo turno dell’edizione 2010) – la partita più lunga di sempre – durato 11 ore e 5 minuti per 183 giochi. Tuttavia, alla distanza, il savoir faire di Fognini si fa vedere e con l’ottima mano che lo contraddistingue, il ligure infastidisce l’avversario con back bassissimi, smorzate ben calibrate e stop volley da manuale. Ora è lui a comandare il gioco e, a sua volta, intasca il secondo parziale per 6-3. Stesso copione per la terza frazione e, anche se restituisce uno dei due break sul 5-2, chiude ancora 6-3. Fognini ora è più deciso e propositivo; sempre in avanzamento, l’azzurro prende il largo nel punteggio anche nella quarta partita, aprendosi bene il campo e affondando con i fondamentali dopo aver scardinato il palleggio da fondo del giapponese. Fabio si allontana sul 4-1 e, accompagnato dal tifo dei tanti italiani presenti in tribuna, accede al match chock del secondo turno, il derby azzurro e dell’amicizia con Simone Bolelli, vittorioso su Pablo Cuevas. I due sono 1-1 nei loro precedenti e l’ultimo scontro diretto risale all’ormai lontano 2009, nel match di ottavi di finale del torneo di Umago, vinto da Bolelli. “Anche con Simone sarà un match molto difficile, lui gioca bene sull’erba, fa l’1-2 e sono certo che, se potesse, sceglierebbe sempre questa superficie per giocare contro di me“. Esattamente quanto affermato da Simone dopo la partita con Cuevas…

Fabio Fognini – Wimbledon 2018 (foto Roberto Dell’Olivo)
SONEGO SI PERDE DOPO UN SET (E MEZZO) – Peccato davvero per il nostro lucky loser Lorenzo Sonego, che in un primo turno per nulla semplice contro il baby-papà Taylor Fritz (n. 68 ATP) per un set e mezzo tiene il campo con grande autorità dando ogni sorta di grattacapi al suo più quotato avversario, per poi improvvisamente subire un’imbarcata di 20 punti a tre che ha rovesciato il secondo set ed ha cambiato radicalmente l’inerzia del match.
Partito tenendo bene gli scambi da fondo e mettendo in difficoltà Fritz con le palle basse sul suo diritto, Sonego ha ottenuto il break al sesto game del primo set grazie ad un passante di rovescio lungolinea da leccarsi i baffi che ha reso vano il tentativo dell’americano di effettuare una volée in tuffo. Il rovescio di Fritz era chiaramente più penetrante di quello dell’azzurro, che impostava i suoi scambi prevalentemente sulla parte sinistra del suo avversario, ma gli errori erano un po’ troppi da quella parte. Approfittato di un paio di diritti larghi di Fritz all’inizio del secondo parziale, Sonego se ne andava subito sul 2-0 prima di smarrire completamente lucidità e servizio ed inabissarsi nella striscia negativa di cui sopra che gli costava il set. “Mi si è spenta la luce, non so davvero cosa sia successo – ha spiegato Lorenzo dopo il match – Lui è salito tanto, mi è montato sopra e non mi ha più dato una chance. La differenza tra chi è sessanta e chi no è anche questa. Fisicamente mi sono sentito molto stanco dopo i primi due set, poi ho avuto un piccolo risentimento al polpaccio destro che mi ha distratto ancora di più, continuavo a pensare ai fastidi fisici invece di pensare a cosa fare”.
Dopo un terzo set in cui si era subito trovato con l’acqua alla gola e perduto piuttosto rapidamente, Sonego si metteva a giocare serve and volley in maniera più continua, affidandosi alle sue volée per cambiare l’esito del match. “Ho provato a fare qualcosa di diverso, ed ha funzionato fino a quando non ho perso il servizio. In ogni modo per me questa era la prima esperienza a Wimbledon, il torneo che ho sempre sognato di giocare quando ero bambino, e mi servirà per migliorare il mio tennis. Ora torno ad allenarmi sulla terra per Bastad, Amburgo, Kitzbuehel, e poi ci saranno i tornei in America a partire da Cincinnati”.
I risultati degli italiani:
M. Berrettini b. [18] J. Sock 6-7(5) 6-7(3) 6-4 7-5 6-2
[19] F. Fognini b. T. Daniel 3-6 6-3 6-3 6-3
T. Fritz b. [LL] L. Sonego 3-6 6-3 6-2 6-2
[LL] S. Bolelli b. P. Cuevas 7-6(5) 7-6(6) 6-1
A. De Minaur b. [29] M. Cecchinato 6-4 6-7(6) 7-6(5) 6-4
ATP
Sinner su Alcaraz: “Per ora non si può parlare di rivalità tra noi, lui ha vinto molto di più”
“Quest’anno ho giocato di meno rispetto al 2022 perchè devo preparare il mio corpo per i tornei più importanti”

Jannik Sinner giocherà per la prima volta l’ATP 500 di Pechino. Lo attende un tabellone molto complicato, con un possibile quarto di finale con Holger Rune, ed una possibile semifinale con Carlos Alcaraz. Ha parlato in conferenza stampa pre-torneo della sua condizione fisica e della rivalità con il campione di Wimbledon Carlos Alcaraz.
Sinner: “Sono molto felice di essere qui, la mia prima volta qui in Cina. Quando sono arrivato stavo un po’ male, ma oggi mi sento molto meglio. Spero di poter essere al 100% per la mia partita del primo turno. È qualcosa di nuovo per me giocare qui e poi a Shanghai.”
D: Giocherai il doppio con Alex De Minaur, le motivazioni di questa scelta?
Sinner: “È un giocatore di doppio migliore di me. Sono molto felice di giocare con lui. Non abbiamo ancora vinto una partita, quindi speriamo di farcela qui. Ci divertiamo molto a giocare insieme e possiamo giocare molto bene insieme. Sento che ci capiamo molto bene dentro il campo, e fuori dal campo parliamo di altre cose. È abbastanza rilassante giocarci e forse è anche questo il motivo principale per cui ci gioco.”
D: È presente anche Alcaraz nel tabellone di questo torneo, parlami della vostra rivalità.
Sinner: “È difficile parlare di questa rivalità in questo momento perché ha vinto molte cose in questo momento. Penso che in questo momento sia ancora un giocatore migliore di me e lo ha dimostrato. È già stato numero uno al mondo un paio di volte, e penso che al momento la rivalità più grande sia tra lui e Novak. Ma d’altra parte, ogni volta che giochiamo è davvero una bella partita. Penso che entrambi mostriamo il meglio di noi stessi. In questo momento sono molto concentrato su me stesso perché devo migliorare anche fisicamente dato che sento di avere molto potenziale a livello fisico. Questo è anche il motivo per cui quest’anno ho giocato molti meno tornei rispetto all’anno scorso, perché devo preparare il mio corpo per vincere i tornei più importanti. Sarà una domanda a cui verrà data risposta in futuro. Sarei felice di essere il rivale di Carlos. Sento di avere il potenziale per farlo. Ma vedremo in futuro.”
D: Cosa ne pensi del tabellone di questo torneo? Sono presenti molti giocatori importanti.
Sinner: “Mi sento molto felice di essere qui per la prima volta. Mi sono sempre chiesto come fosse la situazione in Cina e ora posso finalmente sperimentarla. La cultura è diversa, mi piacciono molto le persone, sono davvero rispettose e cercano sempre di aiutare. Spero di poter mostrare anche un buon tennis, perché questo è il motivo per cui sono qui, e spero di poter vincere quante più partite possibile. In questo momento sono molto rilassato. Il livello è molto alto, ci sono tanti ottimi giocatori qui.”
Renato Nunziante
ATP
ATP Pechino: Arnaldi batte Vukic e si qualifica per il main draw. Domani in campo lui e Sonego
Il numero tre d’Italia giovedì mattina sfiderà al primo turno l’americano Wolf, subito in campo anche Sonego contro Humbert

Nel corso della mattinata italiana di mercoledì si è completato il quadro delle qualificazioni del China Open di Pechino. Il ricchissimo ATP 500 cinese (quasi 4 milioni di dollari di montepremi) è tornato nel calendario ATP dopo quattro anni di pausa forzata a causa dell’emergenza covid e, nonostante l’assenza di Novak Djokovic (un vero e proprio imperatore da queste parti, sei titoli in sei partecipazioni, record di 29 vittorie e zero sconfitte), il campo di partecipazione è impressionate, con ben otto top ten (oltre a Djokovic non ci sarà Fritz) ai nastri di partenza e probabilmente il cut off più basso della stagione (l’ultimo ad entrare direttamente nel tabellone principale è stato il numero 39 del mondo, Lorenzo Sonego, numero 39 al momento del sorteggio ma ora di poco fuori dalla top 50).
Matteo Arnaldi si è aggiunto alla pattuglia italiana nel main draw (Sinner, Musetti e appunto Sonego) superando le qualificazioni: dopo la sofferta vittoria al primo turno col colombiano Galan in quasi tre ore di lotta, il 22enne di Sanremo ha sconfitto facilmente l’australiano Aleksandar Vukic (27 anni, numero 50 del mondo) col punteggio di 6-3 6-2.
Matteo ha breakkato a zero l’avversario nell’ottavo game del primo set, e da quel momento in poi ha controllato la partita, senza mai perdere il servizio e annullando tutte e cinque le palle break concesse.
Nel secondo set l’italiano, numero 48 del ranking ATP, è infatti scappato rapidamente sul 4-0, per poi chiudere 6-2.
Programma di giovedì con Arnaldi e Sonego di prima mattina
Arnaldi affronterà al primo turno un altro qualificato, J. J. Wolf (24 anni, numero 51), che ha sconfitto nettamente (6-3 6-0) e un po’ a sorpresa l’australiano Purcell, una delle rivelazioni della stagione: si tratta indubbiamente di una buona occasione per Matteo, la sorte gli ha riservato un sorteggio tutto sommato benevolo se consideriamo il livello medio di un tabellone così competitivo.
Il match è già in programma Giovedì 28 Settembre alle ore 8 italiane sul campo Lotus (nessun precedente), mentre Lorenzo Sonego esordirà sempre giovedì mattina con Ugo Humbert (precedenti 2-1 Sonego, ma l’unico match sul veloce l’ha vinto il francese in due set in Canada nel 2021) sul Centrale (Diamond) alle ore 6.30 del mattino italiane.
Anche gli altri match del turno finale delle qualificazioni sono stati completamente a senso unico: Hanfmann (31 anni, numero 53) ha battuto Kecmanovic col punteggio di 6-1 6-4 e nel primo turno del main draw sfiderà Alcaraz mentre Harris, che sta provando a risalire la classifica dopo due stagioni da incubo, ha dominato Garin (6-3 6-0) e adesso giocherà con Etcheverry.
Il match più interessante della prima giornata del torneo sarà invece quello tra Andy Murray (campione a Pechino nel 2016) e Alex Deminaur, programmato sul campo Diamond in sessione serale, non prima delle ore 13.30 italiane.
Jacopo Gadarco
Flash
WTA Ningbo: Bronzetti domina e vola ai quarti di finale
Lucia gioca un match semplicemente perfetto e si sbarazza in due set dell’ucraina Baindl

[8] L. Bronzetti b. K. Baindl 6-3 6-3
Lucia Bronzetti elimina in due comodi set Kateryna Baindl (29 anni, ucraina, numero 88 del ranking WTA) e raggiunge il secondo quarto di finale consecutivo dopo quello a Guangzhou della scorsa settimana.
Per la 24enne nata a Rimini quello del Ningbo Open sarà il nono quarto di finale della carriera a livello WTA, il terzo sul veloce: affronterà la vincente del match tra Blinkova e Fruhvirtova.
Bronzetti, dopo un esordio faticoso con Teichmann ha completamente cambiato faccia nel corso del match di secondo turno, contenendo al minimo il numero degli errori gratuiti e sfoderando una prestazione al servizio praticamente perfetta: tre ace, 85% di punti vinti con la prima palla in campo, 74% con la seconda.
Il match di fatto non è mai cominciato, con la numero 65 del ranking che fin dai primi scambi ha colpito benissimo di dritto, alternando sapientemente gli angoli del campo, con l’obiettivo di far muovere il più possibile la sua avversaria.
Nel corso delle ultime settimane Bronzetti ha trovato grande continuità anche sui campi rapidi, i quarti nel WTA 250 di Ningbo arrivano dopo la semifinale a Chicago, il terzo turno allo US Open e i quarti di Guangzhou.
Primo set: Bronzetti completamente in controllo del gioco e del punteggio
La numero 5 d’Italia comincia alla grande la partita con un parziale di otto punti a due e il break in apertura le consente di giocare con il braccio sciolto: Lucia sembra in effetti completamente un’altra giocatrice rispetto al match di primo turno con Teichmann, si muove più rapidamente, i suoi colpi sono più penetranti e soprattutto gli errori gratuiti rarissimi.
Bronzetti nel corso del primo set non concede nemmeno una palla break, perde solamente due punti con la prima di servizio (12 su 14) e in generale riesce a far correre a vuoto la sua avversaria grazie ad una serie di dritti carichi, molto profondi, propedeutici alla costruzione dello scambio: Bronzetti non cerca il vincente diretto, ma sceglie di lavorare ai fianchi la sua avversaria.
È la strategia perfetta, e infatti dopo il break in apertura arriva anche il break in chiusura di set (6-3), con Baindl che negli ultimi punti commette una serie di errori abbastanza grossolani, quasi in preda ad una crisi di nervi.
Secondo set: la storia non cambia, è una Bronzetti praticamente perfetta
Nel secondo parziale la frattura arriva sull’uno pari, con Bronzetti che strappa la partita grazie ad un parziale di dodici punti a uno (4-1).
Il copione resta esattamente lo stesso del primo set, con Lucia che però riesce addirittura a migliorare i suoi numeri al servizio (da questo punto di vista si tratta verosimilmente di una delle migliori prestazioni della carriera) : in tutto il secondo set perde tre punti in cinque turni di battuta, chiudendo la partita con tredici punti consecutivi al servizio.
Baindl nel frattempo è passata dalle lamentele al sorriso amaro, sembra continuare la partita solamente per inerzia, non ha davvero armi per contrastare l’italiana, che invece dal canto suo continua a martellare col dritto.
C’è in teoria un solo break di differenza, ma tennisticamente il gap tra le due giocatrici in campo è a dire il vero abissale e infatti la 24enne di Rimini dopo un’ora e diciannove minuti chiude la partita in totale scioltezza con un game sontuoso (6-3): servizio vincente, ace, e ancora due dritti vincenti.
Jacopo Gadarco