Il 2018 potrebbe diventare il miglior anno nella carriera di Fabio Fognini, ovvero il miglior tennista italiano degli ultimi decenni. Se fino a qualche settimana fa un tale giudizio sembrava affrettato, domani mattina potrebbe essere difficile argomentare il contrario. A Los Cabos, alle 9 di sera locali, le 5 di mattina in Italia, il 31enne tennista ligure cercherà di vincere il suo primo torneo fuori dalla terra battuta ma soprattutto il suo terzo titolo stagionale dopo i trionfi di San Paolo a Febbraio e Bastad due settimane fa. Al massimo si è fermato a due nel 2013: Stoccarda e Amburgo. Proprio al termine di quei successi, Fabio aveva raggiunto il suo best ranking di n.13 al mondo. Con la vittoria nel torneo messicano potrebbe ritrovarsi proprio a ridosso di quella posizione, attualmente occupata dallo spagnolo Pablo Carreno Busta.
L’azzurro arriva dunque carico di fiducia e di energie a questa finale. Il suo percorso nel torneo, iniziato da testa di serie n.2 del seeding, è cominciato con le marce basse ma si è presto messo presto in discesa. Dopo aver rimontato un set di svantaggio al francese Quentin Halys al primo turno, Fabio ha infatti demolito prima il giapponese Yoshihito Nishioka nei quarti di finale e poi il britannico Cameron Norrie in semifinale. “Sono molto contento. Ho giocato davvero bene oggi. Sono stato molto solido da fondocampo”, ha dichiarato il giocatore di Arma di Taggia al termine della partita contro Norrie, “Sono contento di essere in finale qua a Los Cabos. È la mia prima volta qua e a questo punto non sarà l’ultima”.
A separarlo da questo trionfo è rimasto solamente Juan Martin del Potro, n.4 del ranking ATP e n.1 del seeding a Los Cabos. Anche il martellatore argentino tenterà di vincere il suo terzo titolo in questo 2018. Il primo trofeo, a precedere Indian Wells, è arrivato sempre in Messico ma ad Acapulco. In caso di vittoria in finale, Delpo completerebbe dunque il “Mexican double”, impresa riuscita curiosamente giusto l’anno scorso allo statunitense Sam Querrey. Insomma, i due tornei messicani sembrano un’offerta al supermercato: “vinci uno, prendi due”.
La sua strada verso la finale è stata ancora più breve di quella di Fognini. Palito non ha infatti ancora perso un set. Tuttavia, dopo aver letteralmente passeggiato nei primi due turni, in semifinale ha rischiato qualcosa contro l’ostico bosniaco Damir Dzumhur. “È stata una bella battaglia. Abbiamo giocato un bel tennis, specialmente nel secondo set. Ho commesso alcuni errori alla fine del set ma poi ho giocato in maniera intelligente nel tie-break. Ho sfruttato bene le opportunità a disposizione. Sono contento di aver vinto e di aver raggiunto un’altra finale in questa stagione”, ha commentato a fine partita il 29enne di Tandil. “Sarà dura contro Fabio domani. Ma tutto può succedere. Cercherò di dare il mio meglio”, ha poi aggiunto.
Stranamente per due giocatori con ormai così tante stagioni di tour alle spalle, c’è solo un precedente, disputatosi sul cemento di Sydney nel 2013, proprio la stagione migliore di Fognini. Vinse del Potro, in tre set. L’argentino parte naturalmente favorito anche questa notte per questioni di talento, ranking e di maggior attitudine alla superficie. Ma Fogna ha forse qualche motivazione in più di cinque anni fa. Dimostrare che a più di trent’anni sta raggiungendo davvero l’apice della sua carriera.