I top player scrivono all'ITF: "Non giocheremo la nuova Davis"

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I top player scrivono all’ITF: “Non giocheremo la nuova Davis”

L’Équipe rivela il boicottaggio dei migliori giocatori ATP in una lettera alla Federazione Internazionale

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Dopo mesi di timide proteste isolatei top player ATP hanno fatto fronte comune e scritto all’ITF che non prenderanno parte al nuovo formato della Coppa Davis che prevede la fase finale a novembre dopo le Finals ATP. Questo, almeno, è ciò che pubblica l’autorevole quotidiano sportivo L’Équipe. Considerando che la presenza dei top player è la base, largamente pubblicizzata, su cui era partita l’intera operazione, si tratterebbe di un colpo durissimo per i promotori della riforma.

NASI FRANCESI STORTI – I davismen transalpini erano stati i primi a far sentire il proprio malcontento. Dopo Lucas Pouille, toccava a Pierre-Hugues Herbert che iniziava un tweet indirizzato a Bernard Giudicelli, presidente della Federtennis francese con “s’il te plait”: per piacere, se non è troppo disturbo, Bernard, non distruggere la tradizione per un pugno di dollari – vabbè, per una montagna di dollari. Pierugo, ma per piacere (appunto). Sembra davvero che certi tennisti non abbiano mai lavorato in fabbrica e lottato sindacalmente uniti sotto la sigla della Fiom. In ogni caso, qualche altra voce si era levata prima che andasse in scena la nota burattinata della votazione di agosto dove c’erano quelli partiti indecisi e tornati vantando i diritti televisivi o la sede della fase finale, oppure quello che ha potuto partecipare nonostante le norme lo vietassero (non che le regole ITF siano esattamente “regole”, a quanto pare).

INGENUI O PIGRI? – Non sono quindi del tutto esenti da colpe i giocatori, che forse giustificavano la loro inerzia con la certezza che la riforma non sarebbe passata. D’altra parte, quando mai l’intreccio fra politica e palate, da quattro soldi l’una e di miliardi le altre, risulta vincente? Scappati i buoi, vecchie e nuove voci si sono fatte sentire –”la Davis non può diventare la Piqué Cup” ha sentenziato Roger Federer; più esplicito Sascha Zverev, “non posso giocare a tennis per undici mesi e mezzo” –, ma erano ancora esternazioni di singoli giocatori, mentre Gerard Piqué rispondeva non scegliendo la Svizzera tra le nazioni meritevoli della wild card e facendo opera di proselitismo porta a porta, nel tentativo di riparare l’errore (chiamiamolo così) sotteso all’operazione: i top player non giocano la Davis così com’è, ma non vedono l’ora di lavorare durante le ferie.

E ADESSO? – Se qualche dubbio si stava lentamente insinuando nella testa di Piqué, con Giudicelli che qualche giorno fa si è dimesso dai suoi incarichi presso l’ITF, adesso il calciatore potrebbe già essere al lavoro per preparare una strategia di uscita, se non immediata, almeno nel brevissimo termine. E se questa non fosse l’ultima edizione di Coppa Davis come la ricordiamo?

Michelangelo Sottili

 

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