Finale Davis: i muscoli di Coric, la calma di Cilic

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Finale Davis: i muscoli di Coric, la calma di Cilic

Croazia in fomento e convinta contro una Francia incerottata. Borna sembra aver fatto il salto, Marin può cancellare il misfatto del 2016. L’ultima finale della Davis classica sul filo della tensione e dell’equilibrio. L’intervista del direttore al giornalista Davor Burazin

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La fine di un’epoca, in tutto e per tutto. Ci si perdoni un pizzico di retorica, ma il momento è centrale, “pivotal“, direbbero gli anglofoni usando un termine che rende ancor meglio l’idea della svolta storica, a dodici mesi dall’alba della Davis-express da sorseggiare in una settimana di sbornia tennistica. Nessuno sa con precisione cosa attendersi dalla Coppa Piqué prossima ventura, chi vivrà vedrà, sempre che non faccia troppo male al cuore. Intanto consoliamoci con l’ultima edizione della Davis per come la conosciamo, sugli schermi da venerdì a domenica allo Stade Pierre Mauroy di Lille, dipartimento del Nord. I galletti ospitano la Croazia e detta così sembra facile, ma i francesi sono in stampelle e presentano il secondo terzetto di singolaristi, essendo Monfils e Gasquet infortunati e Gilles Simon, poveretto, preso in considerazione sempre minore dai maggiorenti del tennis di casa. Avrebbe peraltro fatto comodo, per quanto ci riguarda, ma Yannick Noah sapete com’è, non lo contraddite.

Quelli a scacchi bianchi e rossi quasi sono favoriti e vanno a Lille con l’intenzione di portar via la coppa: mano a mano che le press conference esauriscono le chiacchiere e il campo inizia a tossire per schiarirsi la voce, i favori pendono sempre un po’ di più dalla parte di Zagabria. Come opportunamente sottolineato dal giornalista croato Davor Burazin, intervistato dal nostro direttore durante le Finals di Londra (video integrale qui sotto), i suoi connazionali sono perfettamente in grado di vincere ogni singolo punto “ma ne bastano tre“. Possono arrivare. Il doppio, storica riserva di caccia francese, non è un rubber così scontato, nonostante la maledizione di Mate Pavic, al quinto tentativo in nazionale dopo quattro sconfitte in quattro convocazioni. “Loro possono giocare bene su ogni superficie, ma la terra non credo sia un grande svantaggio per noi, si può fare“, ha dichiarato il doppista che insieme a Ivan Dodig, pur tormentato dai soliti problemi di schiena, tenterà di strappare a Nicolas Mahut e Pierre-Hugues Herbert un punto che potrebbe rivelarsi esiziale. Per i bleus, s’intende.

I singolaristi croati, al momento, partono in sostanza favoriti in ogni confronto diretto. Marin Cilic, che in Davis ha subito la delusione più cocente in carriera nella finale del 2016 persa a Zagabria con l’Argentina – con la sua nazionale sul 2-1 e lui avanti due set a zero su Juan Martin del Potro – ha la grandissima opportunità di prendersi una straordinaria rivincita, anche se dalle sue parole, al solito, non traspare grande furore. “Finale equilibrata, entrambe le squadre hanno i loro vantaggi e i loro punti deboli. Se sono preoccupato di passare in pochi giorni dal cemento alla terra battuta? No, sono pronto, mi è già capitato molte volte in passato. Serve solo un po’ di adattamento nella corsa e negli scivolamenti, ma qualche allenamento basterà. Le condizioni della terra battuta indoor sono molto più veloci rispetto alla terra outdoor, quindi problemi non ce ne sono“.

Molte delle speranze croate sono affidate a Borna Coric, il quale vuole infiocchettare per bene la stagione del grande salto. Iniziato l’anno al numero 48 ATP, egli è salito a ridosso dei primi dieci (oggi è numero 12), ha fatto la riserva a Londra, vinto il suo secondo titolo in carriera ad Halle, battendo in finale Roger Federer, uno che da quelle parti ha una strada dedicata, nientemeno, e raggiunto la prima finale “mille” in carriera, persa a Shangai contro la nuova versione di Robo-Nole. Se Borna starà bene, per la Francia saranno problemi di difficile soluzione. “La stabilità del mio team si è rivelata fondamentale, questo è indubbio. Stiamo insieme da due anni e abbiamo avuto modo di analizzare approfonditamente il mio tennis, correggendone molti difetti. Ho messo su qualche chilo di muscoli e anche questo mi ha aiutato parecchio, in particolare a essere più aggressivo. La nuova stagione? Dopo la Davis venti giorni di vacanza, rientrerò direttamente all’Australian Open. Ora come ora non ho bisogno di tornei di preparazione, ma di studio“. Con la benedizione di Željko Krajan, desideroso di prendersi la rivincita sulla Francia campione del mondo a Mosca in luglio, ma lì si parlava di calcio.

L’INTERVISTA A DAVOR BURAZIN, GIORNALISTA DI SPORTSKE NOVOSTI

È l’ultima finale della Coppa Davis tradizionale dopo centodiciotto anni di storia, quanto sarebbe importante vincere per la Croazia?
Sarebbe eccezionale, perché siamo una piccola nazione. Giochiamo la terza finale della nostra storia (la prima, vinta, nel 2005 a Bratislava contro la Slovacchia; la seconda persa due anni fa con l’Argentina a Zagabria) e dopo quello che è successo nel 2016 vogliamo rifarci. Eravamo sul due a uno e Marin era avanti due set a zero contro del Potro. Eravamo molto vicini. Poi è successo quello che è successo e Karlovic non è riuscito a regalarci l’insalatiera nell’incontro decisivo contro Delbonis. È stata una grande delusione.

Tutto deciso per quanto riguarda i titolari in singolare e doppio?
Si, è facile dedurre chi sarà in campo. Se tutto procede secondo i piani Cilic e Coric saranno i singolaristi, mentre Pavic e Dodig giocheranno il doppio. Ivan (Dodig) ha avuto i classici problemi alla schiena che si porta dietro da cinque o sei anni, ma ha saltato i tornei di Basilea e Bercy per prepararsi al meglio a questa finale e sarà a posto.

Pensate di essere favoriti?
Mi accodo alle recenti dichiarazioni di Borna Coric: siamo leggermente favoriti. Non possiamo essere nettamente favoriti contro la Francia in casa loro davanti a quasi trentamila tifosi caldissimi, ma la nostra è una buona squadra: Cilic è top ten da ormai diverse stagioni, Coric sta arrivando, Pavic e Dodig sono due ottimi specialisti. Possiamo vincere ogni punto, ma ovviamente ne bastano tre.

Pensate ci saranno molti tifosi croati al vostro seguito?
Purtroppo credo di no. Amiamo il tennis, ma non abbiamo la tradizione di viaggiare insieme alla squadra.

Marin Cilic è tra i migliori tennisti al mondo ormai da molti anni, credi sia lui il più noto tennista croato di tutti i tempi insieme a Ivanisevic oppure nessuno può essere paragonato a Goran?
La seconda parte della tua frase dice tutto e non aggiungerò altro: nessuno in Croazia può reggere il paragone con Goran.

E cosa mi dici di Coric? Ormai è prossimo all top 10, credi potrà raggiungerla in breve tempo e magari entrare tra i primi cinque oppure noti qualche ostacolo, magari a livello mentale?
Non vedo problemi di quel tipo. È molto vicino, quindi non vedo perché non dovrebbe farcela. Dopotutto ha appena ventidue anni!

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