Halep, numero 1 ma senza coach: "Così sono felice" (Cocchi). Musetti: l'avvenire con stile e rovescio a una mano (Crivelli)

Rassegna stampa

Halep, numero 1 ma senza coach: “Così sono felice” (Cocchi). Musetti: l’avvenire con stile e rovescio a una mano (Crivelli)

La rassegna stampa di martedì 8 gennaio 2019

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Halep, numero 1 ma senza coach: “Così sono felice” (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)

Si affaccia al 2019 da numero uno, con il tanto rincorso primo Slam in tasca, pronta a godere finalmente del tennis e della vita come non aveva mai fatto prima d’ora. E lo farà da sola, senza più un coach al suo fianco pronto ad allenarla, sostenerla, accompagnarla. Simona Halep, la regina del tennis femminile, ha deciso di non cercare un sostituto di Darren Cahill, il coach che l’ha fatta crescere negli ultimi quattro anni accompagnandola fino alla conquista del Roland Garros 2018. Alla vigilia dell’esordio a Sydney, dove da domani prenderà la rincorsa per l’Australian Open, la rumena ha spiegato di voler guardare la nuova stagione da una nuova prospettiva, alla ricerca della felicità dentro e fuori dal campo. Per questo, almeno per il momento, fare i casting per un allenatore non rientra nei suoi piani: «Per adesso non ci penso — ha spiegato la numero 1 al mondo per la quale si era anche fatto il nome di Boris Becker —. Nei prossimi tre o quattro mesi vedrò come funziona il lavoro da sola e deciderò». L’addio tra la numero 1 e il tecnico australiano si è consumato proprio al termine dell’annata più brillante della Halep e non, a quanto pare, per differenze di vedute. L’ ex tecnico di Agassi ha scelto di dedicarsi alla famiglia prendendosi un anno sabbatico dal tennis: «Non sono delusa dalla sua decisione, posso capirlo perché so bene quanto sia faticosa questa vita e la famiglia deve venire al primo posto. Io e lui siamo molto legati — ha spiegato Simona a Wta Insider -, continuiamo a sentirci quasi ogni giorno e lui può ancora darmi consigli sul gioco. La differenza è che ora lo fa come amico e non come parte del team». Una numero uno che balla da sola è spettacolo insolito sul circuito, e la decisione della Halep di non rimpiazzare Darren Cahill è coraggiosa. Sono stati quattro anni vissuti molto intensamente e ora per lei è arrivato il momento di prendere decisioni da sola, studiare allenamenti da sola e assumersi tutte le responsabilità della propria carriera: «È naturale che sarà dura senza di lui soprattutto all’inizio — prosegue la 27enne —, ma sono fiduciosa di poter fare bene sul campo perché in questi anni ho imparato a gestirmi e so cosa è meglio per me e il mio gioco». La prima giocatrice a restare sul trono femminile per due anni di fila dopo la «caduta» di Serena Williams ora vuole solo allentare la pressione che negli anni scorsi è stata fin troppo pesante da sopportare. Rompere il ghiaccio con il primo successo major l’ha liberata da un peso. Tutti a chiedersi quando avrebbe fatto il grande salto, aspettative che l’hanno emotivamente prosciugata: «Ho bisogno di rallentare e non voglio impegnarmi con nessuno. Nel momento in cui scegli un allenatore devi impegnarti al massimo e io in questo momento non posso farlo. La mia vita non è più fatta soltanto di tennis, voglio essere felice e godermi anche altre cose» […]


Musetti: l’avvenire con stile e rovescio a una mano (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport Inserto)

[…] Non c’è nessuno più giovane di Lorenzo nella top 10 juniores mondiale (è nato il 3 marzo 2002) ed è questo il dato che elettrizza maggiormente il tennis italiano, più ancora dei quarti giovanili raggiunti a Wimbledon e della storica finale agli Us Open 28 anni dopo Gaudenzi, persa con molto rammarico contro il brasiliano Wild. Il carrarese ha ancora due anni da spendere tra gli Under 18, la culla adatta per maturare con calma, imparare ed evitare i contraccolpi dell’avvicinamento a un livello ben più alto […] È vero che tanti ragazzi hanno finito per perdersi nel salto al piano superiore, ma Lorenzo possiede testa e gioco per non passare come una meteora, anzi. Intanto, le idee sono molto chiare: «È stata un’ottima stagione, la migliore di sempre per me: mi darei un bel 9. Certo, un po’ di pressione in più nel mio caso c’è e qualche volta ho sentito come una pugnalata allo stomaco: però è qualcosa che devi saper gestire se vuoi diventare forte». Dotato di un stile aggressivo che poggia su un rovescio a una mano già considerato una chicca tecnica, Lorenzo anche nel 2019 continuerà il percorso di crescita che prevede l’insolita tripartizione tra La Spezia (al Circolo San Benedetto), il Centro Federale di Tirrenia e la collaborazione con l’Accademia di Mouratoglou. Una scelta che coach Tartarini spiega così: «In realtà il Circolo non può supportarti con sparring adeguati e la fisioterapia. Perciò durante l’inverno, dal lunedì a mercoledì, siamo a Tirrenia anche per il programma atletico. Giovedì, venerdì e sabato, invece, siamo a casa e Lorenzo lavora con me. Inoltre, da due anni, una volta ogni sei settimane andiamo in Francia». Con obiettivi precisi: «So di dover migliorare molto dal punto di vista fisico — ammette Musetti — così come ho bisogno di acquisire sicurezza in tutti i colpi. Nel 2019 a livello junior giocherò solo i tornei dello Slam, come programmazione proverò invece ad assaggiare il circuito professionistico. Il sogno a breve? Vincere un titolo Slam giovanile, senza preferenze: uno qualsiasi dei quattro andrebbe bene». Anche a noi.

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