Karlovic, ace per i bambini (Viggiani, Corriere dello Sport)

Gli ace sono il suo marchio di fabbrica. Anche troppo, per chi una volta in Tv arrivava a commentare: «Quando entra in campo Ivo Karlovic, esce il tennis. Ma in fondo quello di oggi è un altro tennis, dove i lungagnoni non si contano più. Braccia sottratte a basket e volley come un tempo non accadeva. E invece adesso succede addirittura che “Big Ivo” non sia neppure il giocatore più alto, ai massimi livelli: oggi uscirà dai Top 100 il 2lenne Reilly Opelka, che batte Karlovic per 213 centimetri a 211. Chissà se magari quest’anno i due si sfideranno in qualche torneo, per quello che diventerebbe il match più alto del circuito. Opelka è già primatista, in tal senso, perché nella semifinale di Atlanta 2016 lui e l’altro pivot statunitense John Isner, che è 2,08, sono arrivati a un totale di 4,21. Staremo a vedere, nel frattempo il croato a Pune s’è appena preso un altro record, togliendolo proprio a Isner: quello della finale Atp più alta. Con 4,11 apparteneva a Isner e al sudafricano Kevin Anderson (2,03), adesso con 4,14 è passato a Karlovic e Anderson. […].

“Big Ivo”, […]  nel torneo indiano ha irrobustito ulteriormente il proprio record di servizi vincenti, diventando il primo giocatore a superare il muro dei 13.000 ace. C’è riuscito già in semifinale e ha chiuso il torneo a quota 13.060. Naturalmente non finisce qui: questa settimana Karlovic riposerà e dalla prossima si butterà nella mischia degli Australian Open. D’altronde, ha chiuso il 2018 con la media-partita migliore (22,7), superiore anche a quella di Isner (22,5), che resterà invece primatista per sempre per numero di ace in una sola partita, grazie ai 113 realizzati nell’ultramaratona sull’erba di Wimbledon contro il francese Nicolas Mahut (78 il “personale” di Karlovic, in Davis nel 2009). Il croato, che è sposato con Alsi dal marzo 2005 e ha due figli, Jade Valentina e Noah, è peraltro ambasciatore di “ACEing Autism”, associazione che si occupa di aiutare in tutto il mondo i bambini affetti da autismo attraverso attività e iniziative legate al tennis. Uno dei suoi segreti, per essere sempre così efficace al servizio, è un’impugnatura della racchetta fatta apposta per lui, con un manico “oversize” che è praticamente il doppio (8, quasi 9) di quelli più comuni (3 e 4). Il suo movimento è semplice, essenziale, e ovviamente le bordate che partono da lassù sono devastanti, anche se sabato a Pune ha trovato uno come Anderson che proprio con un ace è passato all’incasso del torneo indiano […].

Andrea conquista la Coppa dei limoni, un romano tra le stelle under 12. Lemon Bowl, un romano vince tra i talenti Under 12 (Rigo, Repubblica Roma)

Gran finale per la 35esima edizione del Lemon Bowl. Si è concluso sui campi del New Penta 2000 il torneo internazionale giovanile al quale hanno partecipato oltre mille ragazzi provenienti dall’Italia e dall’estero. Una Befana tennistica davvero felice per Andrea Marchi, giovane talento di Pomezia dello Junior Palocco, che è riuscito a conquistare l’ “insalatiera di limoni” tra gli Under 12 superando con doppio 6-2 l’umbro Edoardo Betti. […].

E poteva essere una bella doppietta per i colori del Lazio se la romana Fabiola Marino non si fosse arresa in finale alla toscana Vanessa Fratila (6-3 7-6) […]. Alla Marini, ottima promessa dello Sporting Club Eur, spetta il merito di aver disputato un grande torneo essendo partita dalle pre-qualificazioni a fine dicembre e disputando così ben undici match. Nell’Under 10 femminile Carola Manfredonia si è imposta in tre set (1-6 6-4 7-5) su Angelica Sara, mentre nel maschile il derby romagnolo si è risolto a favore di Carlo Paci che ha sconfitto Dennis Spircu con un netto 6-2 6-0. Senza storia anche la sfida dell’Under 14 con il successo di Luciano Barbarino che ha rifilato un duplice 6-1 a Lorenzo Carboni, mentre nel femminile Giada Rossi si è aggiudicata il trofeo a spese della svizzera Natalie Cinkova con il punteggio di 6-3 6-1.