Via alla nuova Coppa Davis con India-Italia (Corriere dello Sport). Il vecchio Seppi e il nuovo tennis: "Mi diverto" (Cocchi)

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Via alla nuova Coppa Davis con India-Italia (Corriere dello Sport). Il vecchio Seppi e il nuovo tennis: “Mi diverto” (Cocchi)

La rassegna stampa di venerdì 1 febbraio 2019

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Via alla nuova Coppa Davis con India-Italia (Corriere dello Sport)

Oggi debutta la nuova Coppa Davis riformata nel calendario e nel punteggio con i 12 incontri di qualificazione. L’ltalia è impegnata a Calcutta contro l’India, a partire dalle 6.30 italiane: in programma i primi due singolari (Ramanathan-Seppi e Gunneswaran-Berretini), mentre domani dalle 6 tocca al doppio Bopanna/Sharan contro (probabilmente) Seppi-Bolelli, seguito eventualmente dagli ultimi due singolari incrociati. Quasi tutti i big sono assenti: la Svizzera senza Federer e Wawrinka affronta la Russia (che schiera come riserva il 14enne Zhzhenov), il Giappone non può contare su Nishikori in Cina, il Belgio su Goffin in Brasile, mentre la Serbia è volata in Uzbekistan senza Djokovic e anche l’austriaco Dominic Thiem ha snobbato il match con il Cile. In campo invece il n. 4 del mondo Sascha Zverev per la Germania contro l’Ungheria, mentre il Canada in Slovacchia punta sul giovane talento di Auger-Aliassime. Annunciato il nuovo sponsor Louis Vuitton e la partnership calcistica con La Liga. Gerard Pique, patron della rivoluzione della Coppa con il Kosmos Group deve però incassare l’attacco dell. ex n.1 Lleyton Hewitt: «Siamo gestiti da un calciatore spagnolo che non sa nulla di tennis, e lo sponsor della Davis è un campionato di calcio: ridicolo!».


Il vecchio Seppi e il nuovo tennis: «Mi diverto» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

È il grande giorno. A Calcutta inizia per l’Italia la nuova Coppa Davis. Contro l’India sull’erba questa mattina l’esperto Andreas Seppi e il giovane Matteo Berrettini inaugurano il nuovo format. Seppi a 35 anni è la «chioccia» del gruppo che a Calcutta è arrivata senza Fognini, assente giustificato.

Andreas, da veterano del vecchio format come vive questa prima volta «storica»?

C’è un po’ di ovvia curiosità. Giocare due set su tre appiattisce i valori delle squadre perché al meglio dei tre set può succedere di tutto. Anche giocare il doppio il sabato, prima dei singolari è strano, nei tornei non accade mai. Il vantaggio di giocare su due giorni, venerdì e sabato, è che si può partire la domenica per raggiungere il torneo della settimana successiva e questo rende tutto mento frenetico.

Lleyton Hewitt, capitano dell’Australia, è stato molto critico contro la riforma Davis. Ha detto che il tennis non deve farsi comandare dal calcio: cosa ne pensa?

Non sarei così drastico, in fondo questi cambiamenti sono stati fatti anche per agevolare i giocatori. Giocando due set su tre e soltanto due giorni ci si stanca meno, quindi non vedrei il cambiamento in modo così negativo.

La Coppa sull’erba è piuttosto insolita, dopo il cemento australiano vi siete abituati in fretta?

È la prima volta che mi capita. Di solito su questa superficie giochiamo tra giugno e luglio. Prima i tornei di preparazione, poi Wimbledon. Comunque il prato mi piace, mi ci sono sempre trovato bene, anche se l’erba dei campi qui a Calcutta non è certo quella di Wimbledon. Ma sapremo adattarci.

A 35 anni si trova a fare da «guida» ai giovani come Matteo Berrettini che esordisce in singolare. Gli ha dato qualche consiglio su come gestire questi match?

Matteo già lo scorso anno ha fatto vedere che può puntare in alto. E’ giovane, ha un tennis moderno: gran servizio e ottimo diritto. Ha tempo per migliorare ancora e lo farà di certo. Se posso dargli un consiglio è di darsi tempo, di non avere fretta e di non abbattersi dopo una sconfitta. Fa tutto parte della crescita.

A proposito di giovani, Musetti si è messo in mostra alla grande con due Slam jr consecutivi. Qual è l’aspetto fondamentale da curare nel passaggio da junior a professionista?

Lorenzo ha vinto in Australia, anche con un anno di anticipo. Questo vuol dire che ha talento, è forte. Adesso, pian piano, deve provare ad affacciarsi al circuito pro dove la velocità della palla è più elevata. Ma con calma e facendo le scelte giuste.

La vita sul tour è affascinante ma piuttosto faticosa, cosa la spinge ad andare avanti con l’entusiasmo di un ragazzino?

Il tennis continua a piacermi. Certo, più passano gli anni più viaggiare tutto l’anno diventa pesante. Finché il fisico me lo permetterà e fin quando mi divertirò continuerò a giocare. L’adrenalina che provi quando entri in campo, quando gareggi, è qualcosa di unico.

Durante gli Australian Open è diventato virale il video in cui faceva portare un telo a sua moglie per ripararsi dalla pioggia.

Mi sembra davvero esagerato tutto questo scalpore. Michela era lì sotto la pioggia, le ho solo portato un asciugamano. Bisogna sempre prendersi cura della propria moglie…

Calcutta è una città molto particolare, siete riusciti ad andare un po’ in giro?

I tempi sono stretti, quindi il tempo per girare non è molto. Certamente mi ha colpito vedere situazioni di estremo disagio e povertà. Questo ti fa riflettere, ti fa pensare. E insegna a capire quali sono le priorità nella vita, e dare il giusto valore a ciò che si ha.

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