Cecchinato n.1 italiano. Sorpassato Fognini, ora sogna la top 10 (Cocchi). Ceck, sorpasso da fermo (Semeraro). Lega e 5 Stelle, sfida a colpi di racchetta (Coccia)

Rassegna stampa

Cecchinato n.1 italiano. Sorpassato Fognini, ora sogna la top 10 (Cocchi). Ceck, sorpasso da fermo (Semeraro). Lega e 5 Stelle, sfida a colpi di racchetta (Coccia)

La rassegna stampa di giovedì 21 febbraio 2019

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Cecchinato n.1 italiano. Sorpassato Fognini, ora sogna la top 10 (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)

Poca joia a Rio De Janeiro per i tennisti italiani. Sonego, Fognini e Cecchinato sono usciti tutti all’esordio del torneo brasiliano su terra battuta. Fognini ha segnato la terza sconfitta consecutiva all’esordio in altrettanti tornei giocati sull’amata terra, perdendo la notte scorsa con un nettissimo 6-2 6-3 dal canadese Felix Auger-Aliassime, che giocava con una wild card e che grazie a questa vittoria si è garantito per la prima volta in carriera l’ingresso nei primi 100 a soli 18 anni, 6 mesi e 11 giorni. La sconfitta significa invece per Fabio la «retrocessione» a numero due del tennis italiano come gli era successo l’ultima volta nell’agosto 2016 quando Lorenzi gli rubò lo scettro. Da lunedì infatti Marco Cecchinato, nonostante il k.o. sarà numero 16 al mondo, migliorando ancora la sua classifica, mentre Fognini sarà numero 17. È stato fatale per il marito di Flavia Pennetta non riuscire a salvare i 180 punti della semifinale raggiunta lo scorso anno in Brasile. È un testa a testa avvincente quello tra i due italiani ed è la prima volta dal 1976 che due tennisti del nostro Paese sono classificati tra i primi 17 del ranking. Allora si trattava di Corrado Barazzutti, che stazionava in diciassettesima posizione, e Adriano Panatta era numero 8 […] Per cullare il sogno top ten sarà fondamentale, da parte di Cecchinato, cercare di fare del suo meglio sul cemento ostile di Indian Wells e Miami ma soprattutto raccogliere più punti possibili sulla sua amata terra prima che gli scada la «cambiale» Roland Garros. Lo scorso anno prima dell’exploit parigino aveva raccolto solo il 2° turno a Montecarlo, Monaco di Baviera e Roma, risultati ampiamente migliorabili per il Ceck visto a Buenos Aires. A gennaio del 2018 Marco Cecchinato era numero 109 del mondo, mai al centro del panorama tennistico italiano fino alla straordinaria corsa al Roland Garros dove, arrivato da numero 72 del ranking, era riuscito nell’impresa di eliminare Novak Djokovic ai quarti di finale, dandogli una tale scossa da riuscire a rianimare il serbo poi autore della doppietta Wimbledon-Us Open e della riconquista del numero 1. Il sogno parigino si era spento in semifinale per mano di Dominic Thiem, ma Cecchinato ha confermato di non essere una meteora. Salito al numero 27 dopo il Roland Garros, Ceck ha continuato a progredire fino a restare stabilmente nella top 20 e a raggiungere il best ranking per due settimane consecutive […]

Ceck, sorpasso da fermo (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Nel tennis globalizzato di oggi le classifiche nazionali valgono il giusto, e il computer ha le sue ragioni che il cuore degli appassionati stenta a capire. Ma tant’è: Matto Cecchinato è diventato il 29° numero uno d’Italia – e 16 del mondo da lunedì prossimo – e lo ha fatto perdendo una partita. Per l’esattezza il primo turo dell’Atp 250 di Rio contro Aljaz Bedene, lo sloveno n.83 del mondo, che in Brasile lo ha sconfitto 7-5 7-6. A Rio però è uscito subito anche Fabio Fognini (6-2 6-3 contro Auger-Aliassime), che li difendeva 180 punti mentre il Ceck non aveva scadenze, e nel gioco degli scarti ci ha rimesso il primato azzurro. Per un punto: 2090 contro 2091 nel ranking del prossimo lunedì. Algoritmi a parte, Cecchinato il titolo (onorario) se lo è meritato con il successo di Buenos Aires, il terzo titolo vinto in tre finali giocate dallo scorso aprile, arrivato dopo tre passi falsi ad Auckland, Melbourne e Cordoba, che avevano sollevato qualche dubbio sulle sue chance di confermarsi dopo lo straordinario 2018. Un anno fa di questi tempi Marco era numero 103 del mondo. In dodici mesi ha scalato 87 posizioni, migliorandosi quasi in tutto sotto la guida di coach Simone Vagnozzi, affiancato da Uros Vico, e del preparatore Umberto Ferrara […] Nelle statistiche che pubblica I’Atp non è vicino alla sua classifica attuale né nel rendimento al servizio (n. 38, Matteo Berrettini è 14°), né in quello alla risposta (n.51, Seppi è 21°), mentre è n.20 nel ranking che misura la tenuta sotto pressione, con un 68,4% di vittorie nei set decisivi. «La sua grande qualità? Sa come vincere le partite», ci diceva proprio Ferrara lo scorso dicembre alla Virtus Bologna. Certo, a maggio dovrà fare i conti con i 720 punti in scadenza della semifinale dello scorso anno al Roland Garros, ma da qui ad aprile (70 punti a Montecarlo, 256 a Budapest) può badare solo ad accumulare. A partire dai Masters 1000 di Indian Wells e di Miami, dove i punti in palio sono tanti […] Intanto ha messo nel caveau anche il ruolo di “brand ambassador” per la Kia, e guarda in alto. Il numero 10, oggi occupato da Marin Cilic, resta a più di mille punti di distanza, una enormità. Cecchinato ha dimostrato di non temere le arrampicate impossibili e di saper reggere la pressione. Un conto, certo, è vincere quando nessuno te lo chiede, un altro farlo quando tutti te lo chiedono. E questo negli ultimi anni è sempre stato il problema di Fognini. «Quando si avvicina quella linea (il confine dei Top 10; ndr), Fabio si fa prendere un po’ dal nervosismo», ammette papà Fulvio. I tre primi turni rimediati in Sudamerica sulla terra contro avversari più che alla sua portata (Bedene, n.83, Munar; n.66, e il 19enne Auger-Aliassime, n.104) non erano in preventivo, lunedì evaporeranno i 250 punti conquistati con il successo di un anno fa a San Paolo, torneo al quale Fabio non si è iscritto. La caviglia dolorante ha qualche peso nella faccenda, ma non ci sono operazioni in vista («Fabio sa che deve conviverci») […]

Lega e 5 Stelle, sfida a colpi di racchetta (Pasquale Coccia, Manifesto)

La partita politica tra Salvini e Di Maio si gioca anche sui campi da tennis di Torino. Il capoluogo piemontese per rimettersi in gioco, dopo l’esclusione dalle olimpiadi invernali del 2026 che il Coni ha circoscritto alla coppia Milano-Cortina, ha avanzato la candidatura per ospitare le edizioni degli Atp Finals di tennis dal 2021 al 2025, il torneo riservato agli otto migliori tennisti al mondo, per importanza secondo solo ai 4 Slam. L’associazione tennisti professionisti (Atp), chiede alle città che si candidano una garanzia economica di 80 milioni coperta dai governi di appartenenza. Oltre a Torino sono in lizza Londra, Manchester e Tokio. A novembre del 2018, il sottosegretario con delega allo Sport, il leghista Giancarlo Giorgetti, ha garantito alla sindaca di Torino, la 5S Chiara Appendino, la copertura finanziaria per l’evento, ma qualche giorno fa, quando scadeva il termine per la presentazione della fideiussione all’Atp, Giorgetti ha fatto marcia indietro e sostenuto che i fondi mancano, bisognerebbe trovarli sul territorio tra enti locali e privati, la stessa soluzione indicata da Di Maio, quando aveva negato il finanziamento olimpico per il 2026. Dietro l’angolo in tanti hanno letto la risposta della Lega ai 5 Stelle come una ripicca per il mancato sostegno economico alla Lombardia e al Veneto a guida leghista per le olimpiadi invernali. Un tentativo, quello della Lega di mettere in difficoltà i 5S e ottenere un ammorbidimento sui Giochi, sempre che il Cio a giugno li assegni all’Italia. La Federtennis italiana, tramite il presidente Angelo Binaghi, dopo la marcia indietro di Giorgetti ha chiesto una deroga all’Atp, che l’ha concessa sino a fine febbraio, estendendola a Londra, Tokio e Manchester, che però hanno le carte in regola. A parte la figuraccia internazionale, Torino e Roma brancolano nel buio, la Confindustria piemontese e la giunta Appendino parlano di privati che in dieci giorni dovrebbero tirar fuori circa 20 milioni, a patto che Comune e Regione ne sborsino complessivamente una quindicina e che il governo metta mano al portafoglio […] La Lega parla di un progetto di legge che garantisca la copertura finanziaria, mai tempi parlamentari sono lunghi, i pentastellati vorrebbero dunque un decreto del presidente del consiglio che garantisse buona parte della copertura. All’Atp sembrano orientati a confermare Londra […]

ATP di tennis, Sos della sindaca: “Imprese, aiutateci a trovare i soldi” (Diego Longhin, Repubblica Torino)

L’appuntamento è fissato per lunedì a Torino Incontra. E le imprese, a cui si chiederà di credere in Torino e soprattutto di metterci dei soldi, si troveranno davanti non solo il presidente della Camera di Commercio, Vincenzo Ilotte, ma la sindaca Chiara Appendino. Sarà la prima cittadina a perorare la causa delle Atp Finals, il quinto torneo più importante al mondo di tennis, e a chiedere alle aziende, dalle grandi alle piccole, di sponsorizzare e sostenere l’evento. Solo così l’Atp avrà possibilità di essere ospitato all’ombra della Mole. Ad oggi manca la copertura economica per presentare la candidatura e prosegue il balletto del governo gialloverde sulla necessità «che anche il territorio ci metta parte delle risorse». Balletto portato avanti dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il leghista Giancarlo Giorgetti. L’Atp ha dato una proroga: quindici giorni per trovare una soluzione e completare tutti i requisiti necessari, compresi i 78 milioni per cinque anni, dal 2021 al 2025. La sindaca Appendino ha chiesto aiuto alle imprese e si è rivolta al presidente della Camera di Commercio, Ilotte […] «Con Appendino ci siamo trovati. C’è bisogno di dare una mano? E noi la diamo. Non c’è stato bisogno di chiedere», dice Ilotte. L’appello alle imprese per partecipare è condiviso con tutte le associazioni di categoria, dall’Unione industriale all’Ascom, passando per le sigle della piccola industria e dell’artigianato. Si tratta di trovare un po’ di milioni, visto che dal governo filtra l’ipotesi che l’impegno del governo non possa superare il 30-40 per cento, dai 25 ai 30 milioni di euro sui 78 necessari per il quinquennio. «Non riesco a capire dove siano scritte queste percentuali. Chi dice che debba essere il 30 per cento, e non il 50 oppure l’80», sottolinea flotte. E aggiunge: «Mi sembra che il territorio sia unito. Tutto unito. Forse la Lega vuole sentire il rumore della piazza di Torino? Faremo vedere alla Lega che la città è coesa, così come abbiamo fatto sentire ai 5 Stelle che la Tav è un’opera necessaria» […] Il sospetto che sotto ci sia un gioco tra i due alleati per permettere alla Lega di ottenere il via libera dal Movimento 5 Stelle sulle coperture per la candidatura alle Olimpiadi del 2026 di Milano è forte. Sospetto che convince anche il presidente della Camera flotte. «Spero che non sia solo una questione di scambi».

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