Verosimilmente pungolata dai rendimenti sempre più alti delle colleghe teenager – Andreescu ultima tra le tante – nate nell’intorno del suo anno di nascita, il 1999, stessa classe delle disperse Zhuk e Bellis, Marketa Vondrousova sembra aver trovato con il BNP Paribas Open il feeling ideale per provare a far saltare il banco. O quantomeno per ribadire ai più distratti quale sia il suo potenziale e quanto margine abbia ancora per esprimersi, a soli 19 anni. La giovane mancina ceca ha infatti estromesso dal torneo Simona Halep, seconda favorita, rendendo del tutto insufficiente la sua regolarità sotto il sole californiano.
Lascia Indian Wells una Halep fallosa, incapace di trovare ritmo e soprattutto di imporre il teorico gap di personalità ed esperienza nel set decisivo, che invece l’ha vista subire un parziale di cinque giochi consecutivi. Brava, anzi bravissima Marketa, a sfruttare i vantaggi del suo servizio mancino, ancor più brava a manovrare con il dritto variando spin e velocità e togliendo così ogni riferimento al rovescio di Halep, oggi lontano parente del colpo su cui di solito la rumena può fare grande affidamento.
Non è mai semplice affrontare una giocatrice mancina, è il detto valido un po’ per tutte le stagioni, soprattutto se questa giocatrice è in grado di prodursi in discrete variazioni in senso verticale, dalla palla corta all’aggressione della rete. Vondrousova ha saputo fare più o meno tutto nel giusto, calando nel secondo parziale per poi tornare a riempire il campo nel terzo set con colpi profondi e precisi, più che esplosivi come quelli della maggior parte delle sue coetanee. Un tennis sul quale Halep non ha mai saputo appoggiarsi. Il resto lo ha fatto la scarsa concentrazione di Simona, handicap ben fotografato dal doppio fallo fiacchissimo con cui ha regalato all’avversaria il primo game del terzo set.
La giocatrice ceca dà quindi seguito all’ottima settimana di Budapest (sconfitta solo in finale da Van Uytvanck) e migliora il risultato della scorsa edizione di Indian Wells, quando si era fermata agli ottavi. Ai quarti incontrerà una tra Svitolina e Barty, che dopo oltre 140 minuti di gioco si sono appena spartiti i primi due set.
L’altro quarto di finale della parte bassa del tabellone lo giocheranno Garbine Muguruza e Bianca Andreescu. Bella prova di carattere per la spagnola che rimonta un set di svantaggio a Kiki Bertens e torna a respirare l’aria dei piani alti: non coglieva un risultato importante in un grande torneo dallo semifinale dello scorso Roland Garros, a meno di voler considerare più probanti del dovuto le semifinali di Hong Kong e Zhuhai. Andreescu è invece clamorosamente in scia dopo il titolo di Newport Beach e la semifinale di Acapulco: 18 anni e una sagacia tattica perfettamente bilanciata da una grande personalità, di cui si era già intravisto parecchio durante la gran settimana di Auckland. La sua avversaria odierna, Qiang Wang, ha sì regalato più del dovuto, ma si è anche vista cancellare tutte – meno che una – le palle break conquistate. Piccoli segnali, ma utili a disegnare il ritratto di una giocatrice che pur non avendo un’esecuzione che spicca rispetto alle altre, appare già in grado di battagliare con le migliori del circuito.
Risultati:
[20] G. Muguruza b. [7] K. Bertens 5-7 6-1 6-4
[WC] B. Andreescu b. [18] Q. Wang 7-5 6-2
M. Vondrousova b. [2] S. Halep 6-2 3-6 6-2
[6] E. Svitolina b. [12] A. Barty 7-6(8) 5-7 6-4
[23] B. Bencic b. [1] N. Osaka 6-3 6-1
[5] Ka. Pliskova b. [21] A. Kontaveit 7-6(0) 4-6 6-2
V. Williams b. M. Barthel 6-4 6-4
[8] A. Kerber b. [9] A. Sabalenka 6-1 4-6 6-4
Il tabellone completo