Parigi sotto la pioggia aspetta i 'tre tenori' (Scanagatta). La mia Divina Gabriela, una testarda combattente (Clerici). Battere Nadal a Parigi. Federer e la missione impossibile (Crivelli). La sfida più bella. Parigi aspetta i Re (Grilli)

Rassegna stampa

Parigi sotto la pioggia aspetta i ‘tre tenori’ (Scanagatta). La mia Divina Gabriela, una testarda combattente (Clerici). Battere Nadal a Parigi. Federer e la missione impossibile (Crivelli). La sfida più bella. Parigi aspetta i Re (Grilli)

La rassegna stampa di giovedì 6 giugno 2019

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Parigi sotto la pioggia aspetta i ‘tre tenori’ (Ubaldo Scanagatta, La Nazione)

Pioggia a catinelle sul Roland Garros e così gli organizzatori già alle 16,30 di ieri hanno annunciato, a giocatori e spettatori, la cancellazione di tutti i match e il rimborso di tutti i biglietti. Il programma è rinviato a oggi, anticipandolo a mezzogiorno. A Roma, mercoledì 15 maggio piovve tutto il giorno — come il meteo aveva previsto — ma giocatori e spettatori furono tenuti sotto gli ombrelli fino alle 20, quando a causa della finale di Coppa Italia e le ingenti misure di sicurezza, divenne praticamente impossibile lasciare il Foro Italico se non a piedi. Con ancora due quarti femminili da giocare, Halep-Anisimova e Keys-Barty le semifinali femminili, con Konta-Vondrousova già qualificate, slittano a domani. Ma domani, quando anche il 39esimo episodio di Nadal-Federer (11-2 sulla terra per lo spagnolo che conduce anche 23-15 in toto) sarà il match clou, è prevista pioggia. Se ci saranno… le semifinali donne saranno giocate in contemporanea. Oggi si giocano anche i quarti maschili, Djokovic-Zverev (2-2 i precedenti) e Thiem-Khachanov (0-1), con i primi favoriti. Forse domani, pioggia permettendo, si giocherà sui tre campi, Chatrier (14.000 spettatori), Lenglen (10.000), Mathieu (6.000). Il torneo potrebbe fmire lunedì, ma si spera ancora di no. L’anno prossimo il Roland Garros avrà un tetto, il problema non si porrà più. Favorita del torneo donne resta la campionessa in carica Simona Halep dopo l’ecatombe di favorite (Osaka, Pliskova. Serena Williams, Kvitova, Bertens) per un circuito femminile in cui non esistono più dominatrici. Fra gli uomini, ai tre “fenomeni” di sempre, Djokovic , Nadal e Federer merita di dire la sua anche Thiem, dopo due semifinali (2016-2017) e una finale (2018). Se batte Khachanov avrà centrato 4 semifinali di fila. Not too bad.

La mia Divina Gabriela, una testarda combattente (Gianni Clerici, La Repubblica)

C’è finalmente una novità positiva tra le molte involuzioni, quali la Coppa Davis finta, il nuovo Roland Garros con un “centralino” al posto di una serra, e le Statue dei Moschettieri, dovute allo scultore italiano Tongiani, per ora assenti dall’omonima Piazza, e finite chissà dove, forse in un museo. Tra simili aspetti negativi, siamo confortati, noi tennis lovers, dal ricordo dei passati campioni, che finora finivano al più, nella Hall of Fame di Newport. A Roma hanno consegnato una Racchetta d’oro a Guga Kuerten, a Parigi i presidenti federali si sono ricordati di che grande campionessa è stata Gabriela Sabatini: a lei il premio Philippe Chatrier, defunto presidente della Federazione internazionale, per “il contributo offerto al tennis quale giocatrice e collaboratrice sociale”. Gabriela, a 49 anni, appare sempre bellissima, i lunghi capelli neri a scendere verso la generosa scollatura di un abito anch’esso nero. Tre immagini di lei mi sono balzate in mente. Un abbraccio, e insieme il suo profumo, dopo la vittoria nello US Open 1990 contro Steffi Graf. La volta in cui, a ricoprire gradini di marmo del Centrale del Foro Italico, apparve un lenzuolo con sopra scritto “Gabylandia”, dopo la sua quarta vittoria del 1992. E quando, nel 2006, venne accolta nella Hall of Fame, dopo che il presidente Stan Smith mi costrinse a pronunciare un discorso, in mediocre spagnolo e ancor più mediocre inglese. I nonni dell’argentina Gabriela erano italiani, di Macerata. Nel rileggere i miei articoli, ne trovo uno, del 1988, che cito. “Come Gabriela apparve sulle scene, a 14 anni, molte specie vennero chiamate in aiuto per descriverne la bellezza di movimenti e l’intensità dello sguardo: i felini finirono per prevalere sui cervidi. Gabriela è ancor più bella di Helen Wills, e della brasiliana Maria Ester Bueno, che furono bellissime“. Un altro Scriba, il migliore degli argentini, Guillermo Salatino, ha scritto: “La Graf è più atleta, ha un diritto migliore. Gabriela non ha meno talento, ha solo bisogno di lavorare molto sulla velocità — se si mette alla pari, con scatto e resistenza, può battere Steffi“. La batté, alla fine, dopo ben undici tentativi, dei quali 8 giunti al terzo set. “Non esiste un’altra tennista che possa scoraggiarmi“, concluse, dopo l’ultima press conference. Non solo bellissima, testarda, incapace di credersi seconda a qualcuno.

Battere Nadal a Parigi. Federer e la missione impossibile (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Se il valore degli eroi si misura sulla grandezza dei nemici contro cui combattono, Federer e Nadal si sono già guadagnati un posto nell’empireo. La loro rivalità non è semplicemente tennistica, e già quella basterebbe per la storia: ha trasceso la disciplina d’origine, trasformandosi nel testa a testa più emozionante dello sport. L’attesa finirà domani sempre che la pioggia prevista, dopo aver già fatto saltare il programma di ieri, non prolunghi il desiderio. Il ritorno di Roger al Roland Garros dopo quattro anni, benedetto dal record di sempre di spettatori paganti, non poteva concedersi apoteosi più emozionante della 39′ sfida incrociata contro l’arcirivale più amato (avanti 23 a 15). I freschi precedenti, cioè le ultime sei vittorie di fila dello svizzero (ma nessuna sul rosso), circondano la semifinale di domani di un’aura frizzante, come se il Divino potesse gonfiare il petto pure sulla terra, il paradiso di Rafa. I numeri del maiorchino sulla superficie prediletta suonerebbero come una sentenza: 91.7% di successi in carriera (434-39), di cui 91 (un record) proprio nello Slam parigino, dove ha perso solo due volte, da Soderling nel 2009 e Djokovic nel 2015. Sulla polvere di mattone, ha battuto Federer in 13 occasioni, di cui cinque qui (quattro finali e una semifinale), con appena due k.o., ad Amburgo nel 2007 e a Madrid nel 2009, praticamente la preistoria. Insomma, quando Nadal naviga nel suo mare sembra inaffondabile, nonostante provi a nascondersi: «Se Roger è tornato a giocare sulla terra, evidentemente si sente nella condizione fisica e tecnica per essere molto competitivo. Sarà interessante scoprire se varranno di più le sue ultime sei vittorie contro di me o quelle che io ho ottenuto contro di lui in questo torneo. In ogni caso, sarà sempre magico ritrovarlo». Rispetto al passato parigino, chiaramente sottomesso allo spagnolo, l’incrocio di quest’anno però ha una valenza psicologica diversa: Federer lo affronterà con la mente sgombra. Certo, per avere speranze il Maestro dovrà essere più incisivo nello sfruttare le eventuali palle break, uno dei punti critici di questa fase della carriera. […] Sia per Roger sia per Rafa sarà fondamentale servire bene, per sottrarre l’aggressione all’altro e toglierlo dalla riga di fondo portandolo un metro più indietro. Comunque andrà, Federer vive di certezze: «Contro Nadal, devi essere capace di cambiare gioco e cercare altre soluzioni. E’ il più forte contro cui abbia mai giocato».

La sfida più bella. Parigi aspetta i Re (Massimo Grilli, Corriere dello Sport)

Cortesie tra colleghi. Roger: «Sono felice della scelta che ho fatto, di essere tornato a giocare a Parigi, di ritrovarmi in semifinale, e sono felice anche di ritrovare Nadal. Perché se vuoi vincere sulla terra, prima o poi lo devi incontrare». Rafa: «Sarà una partita speciale, come tutte quelle che abbiamo giocato tra noi. Io e Federer abbiano condiviso sul campo i momenti più importanti delle nostre carriere». Piove, al Roland Garros non si gioca, e Parigi già freme pensando all’incrodo tra Nadal e Federer. Biglietti esauriti, la quotazione su Internet di un posto allo Chatrier supera i duemila euro. Una ragione c’è: se quella tra Djokovic e Rafa è la sfida dei record, non c è dubbio che il confronto tra il campione spagnolo e il totem svizzero sia la partita più affascinante che questo sport possa offrire, fondata com’è su caratteristiche tecniche opposte. Da una parte la “garra” di Nadal, i colpi esplosivi da fondocampo, quel dritto a uncino che da quindici anni miete vittime. Dall’altra la classe pura, la racchetta messa a servizio del talento, le fucilate di servizio e dritto e le carezze di una mano benedetta dagli dei del tennis. Dal 2004, dalla prima sfida, si sono inseguiti e attratti, incrociandosi su tutti o quasi i palcoscenici più prestigiosi (solo a flushing Meadows ancora aspettano un match tra i due), si sono contesi nove finali di Grande Slam, hanno esultato, pianto, si sono rotolati di gioia sulla terra battuta, sul cemento e sulla sacra erba di Londra. […] Nadal è in vantaggio di otto successi, ma la sua superiorità negli sconti diretti si è ultimamente ridimensionata, grazie alle cinque vittorie di fila ottenute da Federer. Lo spagnolo non lo batte addirittura da cinque anni, dalla semifinale degli Open di Australia del 2014. I confronti diretti sulla terra battuta però non sembrano concedere speranze al genio di Basilea, che ha battuto il suo rivale solo due volte in 15 incontri. […] «Me lo aspetto aggressivo, con cambi di ritmo e ricerca della rete», ha detto martedì lo spagnolo, dopo aver finito di brutalizzare Nishikori. E in effetti Federer non può pensare di reggere il palleggio da fondocampo del rivale, dovrà necessariamente variare molto il gioco. Il pronostico è nettamente a favore di Nadal, ma lo spettacolo ci sarà, questo è sicuro. Non aspettiamo altro.

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