“Lei non può tenere questo ritmo per sempre, resta tranquilla” è il succo dell’incitamento che Sergio Giorgi rivolge alla figlia e allieva Camila dopo cinque game della finale dell’International di Washington, quando Jessica Pegula è già in vantaggio di un break. Di solito c’è da fidarsi delle parole di un padre, ma questa volta lo scenario tranquillizzante prospettato dal genitore non si concretizza: Pegula rimarrà in controllo della finale dal primo all’ultimo quindici, forte di un servizio solido e di una risposta a tratti devastante. Giorgi, invece, non riuscirà mai davvero a entrare in partita e dovrà accontentarsi di tornare vicina alla top 50, senza farvi effettivo rientro.
Bastano in effetti i primi due punti per avere un’idea del feeling di Pegula con le condizioni di gioco. Ai primi due servizi di Giorgi corrispondono altrettante risposte vincenti, e dopo un paio di minuti la statunitense è già in vantaggio di un break. Chi non ha mai visto giocare Pegula, può facilmente rendersi conto della sua pesantezza di palla. Non è la velocità fulminea di braccio di Giorgi, è una palla potente e profonda che soffoca ogni tentativo di contrattacco della marchigiana. Giorgi ha speranze di chiudere il punto solo se lo indirizza subito dalla sua parte, altrimenti il pressing della sua avversaria – specie con il dritto – quest’oggi non è per lei sostenibile.
La differenza in risposta, poi, è addirittura abissale. L’italiana non riesce proprio a leggere le traiettorie di Pegula al servizio, soprattutto quando è costretta a impattare con il rovescio, e questo si riflette nell’impossibilità di ostacolare l’incedere sicuro della sua avversaria. Che mette addirittura la freccia per volare sul 5-2, col doppio break di vantaggio, e poco dopo chiudere con un comodo 6-2. Pegula è andata a segno tre volte direttamente in risposta, Giorgi chiude il parziale senza colpi vincenti, piuttosto scura in volto.
Partite di Camila in cui le cose sono cambiate in modo repentine, dopo un paio di fulminee esecuzione balistica, ne abbiamo viste tante. Non è questo il caso, però. Pegula le toglie il servizio ancora nel primo game, e su questo vantaggio finisce per rilassarsi quanto basta da concedere la prima (e unica) occasione di break a Giorgi. Camila però fa seguire a un ottimo schema a rete un rovescio colpito male, e Pegula torna a manovrare con servizio e dritto per chiudere il minuscolo spiraglio che si era aperto. È il quinto game di fila per la statunitense.
Forse deresponsabilizzata, Giorgi lascia andare un po’ il braccio e tiene il servizio a quindici. Arriva qualche vincente in più, in risposta riesce persino a entrare nello scambio ma il problema è uscirne con il punto in mano, e questo le accade di rado. Il quinto game del secondo set si conclude con l’ennesimo drittaccio a rete di Camila, il ventiduesimo gratuito della sua partita, che vale il doppio break di vantaggio per Pegula. Una pietra tombale su una partita in realtà mai davvero cominciata.
Giorgi si limita al tentativo di rimanere in campo qualche minuto in più, sebbene le risposte proseguano ad atterrare a pochi centimetri dalle righe, ma neanche questo è sufficiente a fissare il cronometro sopra l’ora di gioco. Secondo il cronometro ufficiale WTA, l’incontro è durato 59 minuti e 44 secondi. Un dominio senza appello per Pegula, che a 25 anni vince il primo titolo della sua carriera e polverizza il best ranking, guadagnando la 55esima posizione. Per la ragazza di Buffalo ci sono anche 43000 dollari, meno di quanto le è fruttata la sconfitta al primo turno di Wimbledon contro Buzarnescu. Ma si sa, gli Slam sono un mondo a parte.
Il torneo di Camila Giorgi rimane comunque ottimo, specie in una stagione in cui, detta come va detta, ne ha imbroccate davvero poche a causa di un persistente problema al polso. La speranza è che la fatiche di Washington non vadano a riflettersi troppo sul percorso di Toronto, dove è attesa da un esordio di fuoco contro Vika Azarenka (le cose non migliorerebbero al secondo turno, contro Yastremska o Konta). L’augurio, che fa riferimento a una giurisdizione piuttosto corposa nel caso di Giorgi, è che l’impegno complicate possa renderle più semplice dimenticare l’acido lattico in favore di agonismo e motivazioni.
J. Pegula b. C. Giorgi 6-2 6-2
Il tabellone completo