Gli anni in più di Federer. L'altro dono oltre il talento (Clerici). Sinner sulla scia dei grandi (Barana). È sempre Thiem. Cilic si arrende, avviso a Nadal (Crivelli). Federer e Nadal tornano nel Consiglio ATP (Tuttosport)

Rassegna stampa

Gli anni in più di Federer. L’altro dono oltre il talento (Clerici). Sinner sulla scia dei grandi (Barana). È sempre Thiem. Cilic si arrende, avviso a Nadal (Crivelli). Federer e Nadal tornano nel Consiglio ATP (Tuttosport)

La rassegna stampa di venerdì 9 agosto 2019

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Gli anni in più di Federer. L’altro dono oltre il talento (Gianni Clerici, La Repubblica)

Tutti abbiamo un compleanno. E un giorno felice per noi ignoti o poco noti, dev’essere un giorno difficilissimo o addirittura invivibile per personaggi non solo famosi, ma superfamosi, quali i reali o certi premi Nobel. A questi io penso somigli Roger Federer, che compie trentotto anni, ma continua a giocare a tennis, nonostante alla sua età si usi ammirare le coppe nel salotto di casa. Chissà se gli sarà riuscito, o se avrà continuato con la gita che stava facendo sulle sue montagne, o sarà già stato in campo insieme a Ivan Ljubicic, più famoso per essere il suo allenatore che per esser arrivato a numero 3 del mondo. Chissà, mi domando, se Roger è diventato il più famoso tennista esistito. C’è una difficoltà, perché il tennis è troppo cambiato da quando, nel 1874, gli inglesi ebbero l’idea di un torneo come Wimbledon, e nel 1877 fu il dimenticatissimo Spencer Gore a vincerlo 6-1 6-2 6-4, su un ancor più dimenticato William Marshall. Questi due finalisti dimenticati non avevano ancora 38 anni, come Federer. E’ nell’età, oltre che nel talento, che risiede forse la qualità maggiore di Roger. Per citare anche me stesso, devo dichiarare che ho rifiutato di scrivere una sua biografia, dopo aver contato i diciotto libri su di lui che ho raccolto nella mia biblioteca. Forse la storia dovrebbe dettarla lui stesso, o forse scriverla la moglie Mirka, che qualche difficoltà con il Fenomeno l’avrà pur avuta, come accade in tutti i matrimoni. Trentotto anni. Chissà che giornata! Oppure Roger sarà riuscito a trasferire in simile giornata il talento che mostra in campo? Avrà avuto il tempo per gli allenamenti, o soltanto per gli auguri? Mentre infuriavano sui giornali e nei libri le esaltazioni, io mi chiedevo, non una ma più volte, se Roger fosse il più grande tennista mai esistito. E mi domandavo se fosse lui il più grande, oppure William Tilden, americano, nato nel 1893. Non è possibile confrontare personaggi nati in due distinti periodi storici. Per iniziare un confronto bisognerebbe non solo comparare i risultati, ma averli visti personalmente. Io ho sì visto Roger vincere il suo primo torneo a Milano, e il suo primo match di Davis, contro l’Italia, a Neuchatel. Ma ho visto Tilden, a Hollywood, dare lezione a Ginger Rogers, una grande ballerina che solo gli esperti di film e di danza ricordano. Tilden aveva allora più di 40 anni, aveva fallito di riprendere la Coppa Davis ai Moschettieri francesi, e aveva conquistato l’ottavo titolo americano. Non aveva mai trovato i soldi per acquistare il biglietto di una nave che lo trasportasse in Australia, e aveva raggiunto Wimbledon soltanto tre volte. Come volete confrontare due tennisti così? Così come si può confrontare il Fenomeno svizzero con il Rod Laver capace di vincere due Slam, con Rosewall incapace di giocarne una decina perché professionista? Insomma, sospettiamo che Roger sia il più grande, sebbene non si possa esserne sicuri, e limitiamoci a fargli gli auguri.

Sinner sulla scia dei grandi (Francesco Barana, Corriere dell’Alto Adige)

Jannik Sinner ha ceduto la scorsa notte a Bjorn Fratangelo (7-6, 6-3) nel secondo turno del Challenger di Aptos. Il pusterese interrompe così la striscia di sei vittorie consecutive che lo aveva portato a conquistare a Lexington il secondo Challenger della sua finora breve e precoce carriera. Fiato corto e un velo di stanchezza, questo ha fatto la differenza: in particolare nel primo set vinto sul filo (8-6) al tie-break dall’americano (n. 119 Atp) dopo un’ora di gioco. Sinner, che compie 18 anni tra una settimana, è ancora in via di formazione sul piano fisico ed è comprensibile possa pagare dazio atletico contro avversari di pari livello nel pieno della maturità. Jannik, tra l’altro, sta disputando una stagione intensissima: da gennaio ha giocato 60 partite (41 vinte). Ora riposerà una decina di giorni, per riprendere il 19 agosto con le qualificazioni nel main draw degli Us Open. Nel frattempo Jannik continua a scalare la classifica mondiale: grazie alla vittoria di lunedì notte contro Verbeek è ora numero 129 del ranking. Realistico che entro fine anno possa entrare nella top 100. Senza azzardare arditi paragoni, per darvi un’idea del percorso di Sinner basta andare a rispolverare gli archivi degli esordi di alcuni fuoriclasse della racchetta. Partendo dall’idolo di Jannik, Roger Federer, nella stagione 1999: Federer ad agosto di quell’anno era poco sopra la top 100 (posizione 124) e vi entrò a settembre (numero 95). Avrebbe chiuso l’anno al numero 65 e sarebbe entrato in top 10 «solo» nel 2002. Anche l’attuale numero 1 del mondo Novak Djokovic all’età di Jannik non era in top 100 (posizione 128): Nole vi avrebbe fatto il suo ingresso solo a 18 anni e due mesi. A 19 anni sarebbe entrato in top ten. Più precoce un altro fenomeno, Rafa Nadal, nei primi 100 ad appena 16 e 10 mesi. Questo ovviamente non vuol dire che Jannik farà la carriera di questi fenomeni. […] Tutto questo, però, dà la cifra delle potenzialità del ragazzo di San Candido, a cui s’addice l’etichetta di predestinato. «Il tennis italiano? Oggi è Fognini, Berrettini e questo ragazzino Sinner, che è forte» ha detto di recente in una trasmissione Rai la leggenda Adriano Panatta.

E’ sempre Thiem. Cilic si arrende, avviso a Nadal (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Nella ricerca della prima alternativa a Nadal, l’unico dei Big Three che ha scelto di giocare a Montreal, mentre si defilano subito Tsitsipas (finalista 2018) e Shapovalov avanza la candidatura di Thiem, come e giusto che sia per il quarto giocatore del mondo e numero due del seeding in Canada. Dominator, che a marzo a Indian Wells ha vinto il suo fin qui unico 1000 in carriera, cancella tutte le nove palle break concesse a Marin Cilic in un secondo turno di lusso, lo batte 7-6 (6) 6-4 e conferma la mini striscia vincente cominciata la settimana scorsa a Kitzbuehel, dove ha conquistato il titolo numero 14. Tra le donne a Toronto la prima a approdare ai quarti è Karolina Pliskova con il 6-3 7-5 sull’estone Kontaveit: la ceca conforta così le ambizioni di tornare numero uno del mondo dopo le 8 settimane consecutive tra il luglio e il settembre del 2017. Fuori subito la Barty, la corsa è tra lei e la Osaka, con questi scenari: Pliskova deve raggiungere almeno le semifinali, ma ha bisogno della finale se la giapponese approda almeno ai quarti; nel caso dovessero ritrovarsi entrambe in finale, la vincitrice guadagnerebbe torneo e primato. E sarebbe giusto così.

Federer e Nadal tornano nel Consiglio Atp (Tuttosport)

Una vera presa di potere. Novak Djokovic era già presidente del Consiglio direttivo di Atp tour. E ieri la stessa Atp Tour ha annunciato chi rimpiazza subito i dimissionari Robin Haase, Jamie Murray e Sergy Stakhovsky. Ecco dunque, l’elezione di Rafa Nadal e Roger Federer, segno che si tratta di un momento importante. Del resto i due fuoriclasse avevano già peso. E si tratta di un ritorno, perché Federer aveva lasciato nel 2014 e Nadal si era dimesso nel 2012. John Isner e Sam Querrey rappresentano invece i giocatori della Top 50. Tra i doppisti è stato eletto Jurgen Melzer. Il nuovo consiglio si riunirà al prossimo Us Open, ma prima occorre nominare il nuovo rappresentante degli allenatori.

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