Berrettini, aiutino Nishikori (Azzolini)

Rassegna stampa

Berrettini, aiutino Nishikori (Azzolini)

La rassegna stampa di domenica 22 settembre 2019

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Berrettini, aiutino Nishikori (Daniele Azzolini, Tuttosport)

È uno di quei momenti un po’ così. Nei quali può anche capitare di sentirsi incoraggiati, se non addirittura stimolati, da una pessima notizia recapitata a un avversario diretto. Siamo al dunque, nelle settimane che dovranno stabilire con quali gerarchie dovrà terminare la stagione e cominciare la prossima. E i diavoli del tennis sono al lavoro, capovolgono verdetti e inventano percorsi alternativi per raggiungere gli obiettivi finali. Alcuni, per la verità decisamente alti, come la speranza di Matteo Berrettini di ottenere l’invito al ballo degli otto più forti, le Atp Finals di Londra. Uscito (maluccio) dal torneo di San Pietroburgo, giusto con i punti utili per scavalcare Nishikori (appena cinque…) e sistemarsi sull’ottava poltrona della Race in attesa degli sviluppi futuri, Matteo ha scoperto appena ieri che il suo primo avversario dovrà fermarsi per un altro mese, e quindi saltare la tournée asiatica. Rientrerà in tempo, Nishikori, ma sarà difficile a quel punto raggranellare i punti utili alla qualificazione per Londra. Ha un problema al gomito e al braccio destro, e malgrado i medici lo abbiano tranquillizzato sulla guarigione, potranno guarire del tutto solo col riposo, ha spiegato il giapponese. Decisivi saranno i tornei di Pechino e Tokyo, e il “1000” di Shanghai, tutti a ottobre. Malinconiche notizie giungono invece dai pari età di Berrettini, impegnati sul fronte della Laver Cup a Ginevra Sascha Zverev e Nick Kyrgios, opposti alla vecchia guardia, hanno giocato bene e a lungo dominato, salvo ritrarsi a un passo dal traguardo, finendo entrambi infilzati dai vecchietti del circuito. Zverev da Isner: match condotto con mano sicura fino al 4 pari del 2° set, salvo precipitare nel “cupio dissolvi” nel nono game quando Isner ha ottenuto il break. Da lì in poi, Zverev non c’è stato più. Qualcosa del genere è capitato anche a Kyrgios, opposto a un Federer combattivo e voglioso di far bene davanti al proprio pubblico, ma ancora rallentato dai problemi alla schiena che lo hanno messo fuori agli Us Open. Vinto il primo al tie break, l’australiano ha comandato col servizio, costringendo Federer a tenere il proprio con i denti, ma nell’ 11 ° game del secondo set Nick non ha retto alla pressione e si è auto-disintegrato, consegnando allo svizzero (sostenuto dai buoni consigli di Nadal, nei momenti più difficili del match) il break, il set e infine il super tie break conclusivo, senza più riuscire a incidere nel match. Impressioni dell’anno a malincuore confermate. La nuova generazione ha colpi, centimetri, potenza di fuoco e anche talento, manca però di quel carattere che i vecchi campioni sanno ancora mettere in campo.

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