Firenze Tennis Cup: avanzano Musetti e Quinzi, Napolitano si salva contro Alcaraz

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Firenze Tennis Cup: avanzano Musetti e Quinzi, Napolitano si salva contro Alcaraz

Sei italiani al secondo turno. Passano anche Brancaccio, Pellegrino e Dalla Valle. Mercoledì l’esordio di Lorenzi, Musetti e Quinzi sfidano Munar e Kohlschreiber

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Lorenzo Musetti - Firenze Tennis Cup 2019 (foto Stefan Polini)
 

AVANTI MUSETTI E QUINZI – Al Circolo Tennis Firenze 1898 è stata una bella giornata di sole, piena di tennis sin dalle 10 del mattino. Il bilancio azzurro parla di sei vittorie e cinque sconfitte. A parte quello di Dalla Valle, il successo più significativo è quello di Lorenzo Musetti. Il 17enne di Carrara, sostenuto a gran voce dal pubblico, ha evitato guai contro Benjamin Bonzi, rimontando uno svantaggio di 5-3 nel secondo set prima di imporsi 6-4 7-6, sia pure con qualche nervosismo di troppo. Prosegue la serie positiva di Musetti in questo circolo, visto che lo scorso anno aveva conquistato il torneo internazionale under 18. La qualità del suo tennis è nota, la continuità sta arrivando. Di certo, vederlo giocare è sempre uno spettacolo.

Il sorteggio non gli è amico, visto che al prossimo turno troverà il n.3 del tabellone Jaume Munar. Sulla carta, un livello troppo alto per il Musetti attuale. Gli ultimi risultati del maiorchino, tuttavia, fanno pensare che possa esserci partita. Brutto tabellone anche per Gianluigi Quinzi. Il marchigiano ha usufruito del dirito di Dmitry Popko quando conduceva 6-3 2-0. Il secondo turno contro Philipp Kohlschreiber (che si è presentato a Firenze con lo staff al completo e, nel pomeriggio si è allenato con l’altro big Robin Haase) è una grande chance per prendere fiducia. Il tedesco è il giocatore più forte tra i presenti, ma gli ultimi risultati accendono una finestra di ottimismo. Hanno passato il primo turno anche Raul Brancaccio e Andrea Pellegrino.

Il primo ha superato alla distanza Alex Molcan, mentre il pugliese ha vinto in due set contro Markus Eriksson: per lui è stato molto importante aggiudicarsi il primo set, specie un tie-break in cui ha spesso dovuto rincorrere. Passata la paura, è emerso abbastanza agevolmente nel secondo. Disco rosso per Gian Marco Moroni, Andrea Arnaboldi, Riccardo Bonadio (peccato: ha avuto diverse chance contro Inigo Cervantes), Giulio Zeppieri e Riccardo Balzerani. Tra gli altri match, si segnalano le facili vittorie di Marco Trungelliti, finalista nel 2018, e il sorprendente successo di Mohamed Safwat su Pedro Cachin: va detto che l’argentino aveva qualche problema fisico, al punto da cancellarsi dal doppio.

Gianluigi Quinzi – Firenze Tennis Cup 2019 (foto Stefan Polini)

NAPOLITANO SI SALVA, MA ALCARAZ FARÀ STRADA – Il primo set era stato un incubo. Con lo scorrere del match, tuttavia, Stefano Napolitano ha rimesso in piedi una situazione che sembrava compromessa. Opposto al giovanissimo Carlos Alcaraz Garfia (classe 2003!), il piemontese è stato l’ultimo a centrare un posto al secondo turno della Firenze Tennis Cup – Trofeo Toscana Aeroporti. Nonostante possa ancora giocare i tornei Under 16, è già uno dei giovani più in vista del circuito. I suoi record di precocità hanno fatto il giro del mondo, su tutti il match vinto in un Challenger quando doveva ancora compiere 16 anni. Juan Carlos Ferrero ha visto in lui qualcosa di importante e lo ha messo sotto la sua ala protettiva.

C’era anche l’ex n.1 ATP al Circolo Tennis Firenze, in un match giocato quasi interamente sotto la luce dei riflettori e terminato alle 20.30. E c’era un buon pubblico, che per un set è rimasto a bocca aperta per l’intensità messa in campo da Alcaraz. Fare paragoni con il suo coach è fin troppo banale, ma a tratti è parso di vedere un piccolo “Mosquito”. Da parte sua, Napolitano ha avuto il merito di non disunirsi e credere che sarebbe arrivato il calo di Alcaraz. Puntualmente, è avvenuto. Napolitano si è aggiudicato 10 degli ultimi 12 giochi e ha chiuso con il punteggio di 1-6 6-4 6-1, “regalandosi” un derby contro Salvatore Caruso. Non c’è dubbio che sentiremo parlare – e molto – di Alcaraz, anche se deve irrobustirsi fisicamente: è ancora magrolino e non è particolarmente alto. D’altra parte, ha appena 16 anni.

Tempo permettendo, mercoledì sarà una grande giornata di tennis. In campo tutti i match di secondo turno, con l’esordio di tutti i big a partire da Philipp Kohlschreiber, Martin Klizan e Paolo Lorenzi. Ma ce n’è davvero per tutti i gusti. Si parte alle 10 del mattino, con i match spalmati su quattro campi e ben 12 gli azzurri in gara. Sul Campo Centrale si parte con Baldi-Horansky, poi dopo l’impegno di Lorenzi contro Benchetrit ci sarà il cloub Kohlschreiber-Quinzi. Sul campo Grandstand, come quarto match, ci sarà la sfida di Lorenzo Musetti a Jaume Munar. Sarà anche il primo giorno della clinic organizzata dal torneo: sin dal mattino, i ragazzi delle scuole tennis di Firenze e province limitrofe saranno al club per giocare e poi ammirare i campioni.

Nella sua giovane carriera, Enrico Dalla Valle aveva battuto soltanto tre top-300. Il dato statistico evidenzia il valore del (bel) successo contro Blaz Kavcic. A parte la classifica attuale (n.270) lo sloveno è giocatore vero, con esperienze forti alle spalle. Ok, è stato fermo sette mesi per un’operazione al ginocchio, ma nelle ultime settimane aveva evidenziato un discreto stato di forma. Invece il ravennate ha giocato un match quasi perfetto, imponendosi con un netto 6-1 6-3 e conquistando il secondo turno della Firenze Tennis Cup – Trofeo Toscana Aeroporti (46.600€, terra). Con una tattica aggressiva, ben pensata e ben realizzata, Dalla Valle ha vinto tutti i punti importanti e ha schivato gli unici momenti di difficoltà (una palla break cancellata sul 2-3 nel secondo, due consecutive sul 4-3). “Con il mio coach Cristian Brandi avevamo parlato molto della partita – racconta Dalla Valle – dovevo pensare soprattutto al mio gioco, anche in relazione al mio avversario, ma soprattutto a me stesso. Sono contento di come ho messo in atto il piano”.

Dalla Valle ha raccolto molti punti attaccando lo sloveno sul rovescio, utilizzando con efficacia il dritto a uscire. “Il rovescio è il suo colpo migliore, ha soluzioni, ma attaccando bene sapevo che avrei potuto metterlo in difficoltà e fare il punto dall’altra parte. Quando mi sono reso conto che la tattica funzionava, ho proseguito” dice Dalla Valle, atteso da un match duro contro il portoghese Pedro Sousa (n.7 del tabellone). Il 2019 è una stagione cruciale per il romagnolo: dopo sette anni e mezzo presso il Centro FIT di Tirrenia, ha scelto di spostarsi presso il Piatti Tennis Center di Bordighera. A seguirlo per i tornei, l’ex Davisman Cristian Brandi. Quando gli chiediamo una differenza tra le due realtà, la risposta è istintiva: “Si lavora tanto e con grande qualità. A fine partita ero contento per il successo, ma Cristian mi ha subito preso sotto braccio e mi ha portato in campo a fare mezz’ora di allenamento, colpire tante palle e riflettere sulle cose che sono andate meno bene. Credo che sia la scelta giusta per il mio percorso: sono maturato, mi sono preso delle responsabilità”.

“HO IL LIVELLO PER GIOCARE I CHALLENGER” – La nuova esperienza, tuttavia, non cancella i tanti anni trascorsi a Tirrenia. Dalla Valle tiene e ringraziare tutti, precisando che la scelta non è stata facile. “Nell’ultimo periodo le cose si erano complicate, facevo fatica sia dentro che fuori dal campo, non era come all’inizio, quando ci mettevo molto del mio. Ho certamente contribuito a creare la situazione mettendomi troppa pressione addosso”. Allora le parti si sono ritrovate, e con grande serenità è stata trovata la soluzione. “I rapporti sono buonissimi, sento spesso Umberto Rianna, oggi ero a pranzo con Filippo Volandri…“. Con i suoi 21 anni di età, Dalla Valle era uno dei “vecchi” del Centro “Però continuavo a fare le stesse cose di prima. Volevo più responsabilità, mi è stata concessa, ma c’era qualcosa che mi impediva di crescere. Io voglio i risultati, non stavano arrivando e non mi sentivo crescere”. La svolta sembra arrivata, anche se Enrico deve affrontare una nuova transizione: quella dai Futures ai Challenger.

Dopo i tre titoli consecutivi in estate, ha ripreso a giocare con continuità nel circuito Challenger, ma i risultati non arrivavano. Prima di Firenze, il bilancio stagionale nel tour parlava di una vittoria e undici sconfitte. “Credo che ci siano stati due periodi distinti – spiega – quando mi sono spostato a Bordighera ero ancora un po’ spaesato, non avevo le conoscenze di oggi, ma ho voluto provare a giocare i Challenger perché la classifica me lo permetteva. Tuttavia sono arrivate un po’ di sconfitte, anche in partite che potevo vincere. Poi ci sono state le vittorie Futures e una nuova transizione: mi aspettavo qualcosa di più, probabilmente ho sentito il “gradino”, pensavo di dover giocare sempre bene o fare cose eccezionali per vincere. Nei Futures avevo grandi certezze, mentre nei Challenger mi sentivo un po’ come il 18enne che muove i primi passi nel professionismo. Tuttavia, sia io che il mio team crediamo che il livello ci sia. Mi ritengo pronto”. Osservando Dalla Valle, si percepisce un 21enne un po’ atipico. È un ragazzo molto serio, focalizzato sul tennis, restio alle distrazioni.

METTERSI TROPPA PRESSIONE – Per sua stessa ammissione, si mette molta pressione. Non è il caso. “Infatti ci sto lavorando, con lo psicologo dello sport Lorenzo Beltrame e altre persone che mi seguono. Tutto parte dal carattere: io voglio sempre vincere, anche a carte. Voglio fare tutto nel migliore dei modi. Non sempre è un vantaggio: da piccolo, se avessi pensato di più al miglioramento che al risultato, oggi sarei più avanti sotto certi punti di vista. Non è possibile cambiare uno stato d’animo dal giorno alla notte, ma tento di rilassarmi e vedere il tutto in modo diverso. La pressione è normale: c’è chi la sente di più, chi la sente di meno. Combatterla non va bene: devo accettarla e andare avanti, rendermi conto quando arriva e affrontarla. So come fare, ma la strada è lunga. Questo è il mio carattere, ma credo che il duro lavoro possa portarmi dei risultati”.

Il concetto di “lavoro” è ben presente nella testa di Dalla Valle. Trasmette l’impressione di vivere il tennis in modo rigoroso, quasi “scientifico”. “Magari al sabato scherzo di più, ma nel giorno di gara ho una visione diversa. Nel complesso sono un tipo tranquillo, dopo il match vado in camera e non sto a perdere tempo. Il tennis è il mio lavoro e voglio fare le cose per bene”. La chiosa finale è una mini-riflessione sulla sua crescita: “Se un anno fa avrei messo la firma per essere dove ora? Spero che il punto attuale non sia neanche l’inizio. Più che altro sono contento delle scelte e del lavoro che sto portando avanti. Non vedo l’ora di effettuare la preparazione invernale: punto molto sul 2020 e sul futuro, cambierò molte cose, faremo un lavoro mirato e spero di raccogliere i frutti del lavoro. La firma la metto per arrivare il più in alto possibile”.

Ufficio Stampa Firenze Tennis Cup – Trofeo Toscana Aeroporti

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