De... Winaur a Zhuhai! Mannarino battuto in due set, terzo titolo stagionale

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De… Winaur a Zhuhai! Mannarino battuto in due set, terzo titolo stagionale

Alex de Minaur ha conquistato la prima edizione del torneo cinese senza concedere neanche una palla break in finale

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Alex de Minaur - Zhuhai 2019 (via Twitter, @ZhuhaiChampions) (1)
 

Alex de Minaur – detto Demon – si è confermato una sicurezza nei 250, conquistando il terzo torneo del 2019 (e della sua giovane carriera) con una vittoria su Adrien Mannarino per 7-6 (4) 6-4 in 2 ore e 5 minuti nell’edizione inaugurale del torneo di Zhuhai, che ha sostituito Shenzen nella prima settimana dello swing asiatico.

Torneo dominato dall’umidità, che si è risolto con un confronto fra tennisti con alcune caratteristiche comuni: all’apparenza molto leggero con i suoi 69 chilogrammi, il protégé di Lleyton Hewitt è un contrattaccante moderno, velocissimo e bravo ad appoggiarsi sulla palla avversaria, con un rovescio da top player e un dritto in corsa ora quasi altrettanto pericoloso, giocato piatto con impugnatura eastern, cosa che lo favorisce sulle palle basse e in termini di memoria muscolare quando deve scendere a rete, dove infatti mostra un agio degno della terra che ha dominato il tennis su erba per 20 anni. Mannarino è anche lui un adepto dello sfruttamento dell’altrui velocità, dotato com’è di un dritto mancino dall’apertura brevissima e perciò molto complicato da leggere.

Vincitore del primo titolo in carriera a giugno sull’erba di Rosmalen dopo 8 finali (presagio nefasto), l’attuale N. 61 ATP non ha avuto una grandissima annata per la verità, soprattutto se paragonata al 2017, quando aveva finito al N. 28 del ranking. L’aussie ha invece superato una brutta prima parte dell’anno, se si eccettua la vittoria contro Seppi a Sydney, e ha mostrato una grande condizione da Atlanta in avanti (dove non ha concesso nemmeno un break point, e i miglioramenti con la battuta sono ormai da classificarsi come acquisiti), con la vittoria in quel torneo e gli ottavi a Cincinnati e New York, con un record di 14-4 dall’inizio dello swing nord-americano.

Entrambi hanno battagliato nei primi turni, ma hanno alzato il livello con l’andare della settimana: de Minaur è sopravvissuto a delle battaglie con Murray e Coric, prima di rifilare un doppio 6-2 al N. 10 del mondo Roberto Bautista Agut, mentre Mannarino ha beneficiato del ritiro di Tsitsipas al secondo turno (il greco si è ritirato per difficoltà respiratorie, e il francese stesso si è cambiato un numero imprecisato di volte nel match odierno, a testimonianza della canicola), ma ha poi ottenuto facili vittorie contro Dzumhur e nella sfida tutta mancina con Ramos Vinolas, dove ha lasciato per strada un set ma ha chiuso 6-1 al terzo.

Adrien Mannarino – Zhuhai 2019 (via Twitter, @ZhuhaiChampions)

LA PARTITA – Prima sfida fra i due, e conseguente fase di studio, con il talento reattivo di entrambi che si è palesato immediatamente con scambi sulla diagonale di sinistra a basso ritmo per non scoprirsi ed errori in manovra, soprattutto da parte del francese. De Minaur ha scelto da subito una posizione molto aggressiva in risposta, che, unita alla velocità di piedi, ha ridimensionato il vantaggio della rotazione mancina a uscire da sinistra, sovente esasperata da Mannarino con una posizione molto esterna, specchio di Medvedev.  

Alex ha subito sfruttato gli unforced e soprattutto gli angoli fornitigli dai lungolinea avversari per piazzare 2 passanti vincenti, il secondo dei quali l’ha eretto a tripla palla break nel terzo game. Mannarino si è difeso con la prima, ma ha concesso un’altra opportunità con un doppio fallo su cui ha lamentato una distrazione proveniente dal pubblico, ma si è salvato anche in questa circostanza e in una quinta – i venti minuti impiegati per completare i tre game d’apertura hanno subito dato un’idea del tipo di partita.

De Minaur si è procurato altre tre chance con colpi in corsa sempre affilati che girano gli scambi, ma il francese ha sempre tirato fuori il meglio quando in svantaggio, uscendone ancora indenne. Il francese ha poi iniziato a trasporre l’aggressività dei momenti difficili in tutti i punti, pulendo le righe in uscita dal servizio e venendo solo occasionalmente infilato dal Demone di origine ispano-uruguagia. In particolare, è cresciuto in quel frangente il timing della risposta, data anche la velocità non esattamente Roddickiana del servizio di De Minaur. Nel decimo game Mannarino si è portato al 30-30 in risposta, ma ha messo larga una volée elementare che l’avrebbe mandato a set point.

L’australiano si è allora a sua volta fatto più assertivo, a beneficio dello spettacolo, e ha portato il set al tie-break trovando più vincenti di dritto. L’equilibrio ha inizialmente regnato, con Mannarino avanti nello scambio ma costretto a cercare soluzioni vincenti che hanno prodotto qualche errore. De Minaur ha cercato di prendere in mano l’iniziativa con 2 discese a rete, ma in entrambe le circostanze ha perso il punto per il 2-4. La rimonta è però arrivata subito con due dritti vincenti, il secondo al termine di uno scambio intelligente in cui ha alzato la traiettoria per indurre una ribattuta debole, e un errore di dritto del francese l’ha mandato sopra 5-4 e servizio. Freddo e composto, l’australiano ha chiuso un parziale-fiume di 76 minuti con due servizi vincenti, culmine di cinque punti consecutivi.

I punti consecutivi sono poi diventati 11 quando de Minaur si è trovato sopra 1-0 e 0-30 in risposta all’inizio del secondo set, grazie a servizi più rapidi e a smorzate più frequenti contro un avversario in deficit fisico, ma Mannarino è riuscito a rientrare, almeno in quella circostanza. In risposta, però, il francese non è riuscito ad impensierire l’avversario nemmeno nel secondo set, senza mai trovare la quadra sullo slice da destra e sulla seconda dell’aussie (74% di punti fatti), riproponendo il pattern del primo set: incapace di trovare spazi da fondo, ha sbagliato con entrambi i fondamentali, sprofondando a 0-40 nel sesto gioco, ma ancora una volta ha estratto conigli al momento del bisogno, salvandosi con uno schiaffo di dritto, una prima, un passante di rovescio, e una smorzata.

L’inevitabile è infine arrivato, e quando la diga è crollata, si è portata via tutto: sotto 5-4, Mannarino ha commesso due errori in manovra, ormai in ginocchio nello scambio, e ha concesso tre championship points a De Minaur con un doppio fallo, e l’australiano si è infine preso il trofeo alla tredicesima palla break, colpendo un dritto inside-in il cui recupero si è spento in rete.

 “Sarebbe potuta finire in modo diverso oggi, Adrien ha avuto una grande settimana,” ha detto il vincitore, che si è unito all’avversario nell’omaggiare l’organizzazione del neonato torneo, prima di ringraziare il suo team e il pubblico come da costume, cimentandosi anche con qualche parola in cinese. De Minaur consolida il terzo posto nella Race to Milan, dove è vice-campione in carica, e ritorna nella Top 25 (prossimo al best ranking di 24), mentre Mannarino farà un balzo di 18 posizioni fino alla 43. Ora trasferta nipponica per entrambi al 500 di Tokyo, dove potrebbero incontrarsi di nuovo al secondo turno.  

[7] A. de Minaur b. A. Mannarino 7-6(4) 6-4

Il tabellone completo

A cura di Massimo Villa

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