Da Fognini a Caruso, otto nella top 100 (Crivelli). Djokovic, un trionfo per chiudere l'anno più in alto di tutti (Frasca)

Rassegna stampa

Da Fognini a Caruso, otto nella top 100 (Crivelli). Djokovic, un trionfo per chiudere l’anno più in alto di tutti (Frasca)

La rassegna stampa di lunedì 7 ottobre 2019

Pubblicato

il

Da Fognini a Caruso, otto nella top 100. Un’Italia mai vista (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Il rinascimento richiedeva soltanto l’ultimo, piccolo capolavoro. E allora ci ha pensato, dal Challenger di Barcellona, il tignoso Tore Caruso, uno dei tanti volti in copertina dell’anno mirabile del tennis azzurro. Vittoria in finale e 12 posizioni guadagnate in classifica, che si sono tradotte, stamattina, nel numero 98 della classifica, best ranking suo e record per noi: mai infatti l’Italia ha avuto otto giocatori tra i primi 100 del mondo. Il siciliano è il 42° a riuscirci.

(…)

Solo per ricordare cos’è successo in questi dieci mesi: primo successo in un Masters 1000, a Montecarlo con Fognini; ritorno di un italiano nella top ten 41 anni dopo Barazzutti grazie sempre a Fabio, cui va riconosciuto il doppio merito di aver retto la baracca nei periodi bui e poi di aver fatto scoccare la scintilla con le sue grandi prestazioni; la semifinale agli Us Open di Berrettini, ormai uno dei Next Gen più solidi e promettenti; l’esplosione di Sonego, uno che tre anni fa sopravviveva nel sottobosco dei Futures; l’imperiosa crescita di Sinner (il prossimo indiziato a varcare la soglia) e l’Australian Open juniores di Musetti. La classifica, di conseguenza, fotografa il luccichio del momento: più giocatori di noi nel gotha della top 100 li hanno solo la Francia con 12 e gli Stati Uniti con 9, a 8 c’è pure la Spagna.

(…)

Ovviamente la felicità può sempre moltiplicarsi: il prossimo passo è il consolidamento nei Masters 1000 e negli Slam, dove la seconda settimana (e qualcosa di più) deve diventare una costante. Ecco perché sarebbe un segnale esaltante riuscire a qualificare Berrettini, Fognini o addirittura entrambi al Masters di fine anno, il torneo delle otto stelle che dal 1973 ha premiato solo Panatta e Barazzutti, peraltro senza mai darci la gioia di una partita vinta. Matteo al momento è decimo nella Race, Fabio 13°, ma tutti e due a un soffio dall’ottavo posto. Avere una presenza alle Finals certificherebbe meritatamente lo status di potenza che ci siamo costruiti con pazienza, sacrificio e tanto lavoro. Anticipando peraltro di un paio di stagioni i voti della Federazione, quando ad aprile si è vista assegnare il Masters per cinque anni dal 2021 al 2025: il sogno era di poter apprezzare, a Torino, accanto ai Maestri del resto del mondo, anche un giocatore italiano.

(…)

Djokovic, un trionfo per chiudere l’anno più in alto di tutti (Guido Frasca, Il Messaggero Sport)

Un rientro da imperatore. Djokovic ha confermato il suo feeling con lo swing asiatico: in passato ha vinto 6 volte a Pechino, 4 a Shanghai più il trionfo alle Atp Finals del 2008. Ora ecco Tokyo alla sua prima partecipazione al torneo della capitale del Sol Levante: 6-3 6-2 in finale contro John Millman, un tipo da prendere con le molle, che aveva già affrontato e battuto lo scorso anno agli US Open, quando nel momento più alto della sua carriera l’australiano aveva raggiunto i quarti mettendo alla porta Federer.

(…)

Un buon Djokovic, come conferma il percorso netto nel torneo: nessun set perso. Sembra dunque superato l’infortunio alla spalla che lo aveva condizionato la scorsa estate prima a Cincinnati e poi soprattutto agli US Open, dove era stato costretto al ritiro negli ottavi contro Wawrinka.

(…)

Gli avversari affrontati in Giappone non facevano tremare i polsi (3 fuori dai top 80), ma la grande paura che la stagione del 32enne serbo potesse essersi chiusa in anticipo è un solo fastidioso ricordo. Considerazioni più precise potranno esser fatte a Shanghai, dove da oggi va in scena il penultimo Masters 1000 della stagione con al via anche Federer e i due azzurri Berrettini e Fognini, entrambi in corsa per le Atp Finals di Londra.

(…)

Il quarto successo del 2019 (76° in carriera) rilancia Nole nella rincorsa al n.1 di fine anno. Nel ranking Atp è ancora al comando davanti a Nadal, ma nella Race, la classifica stagionale che prende in considerazione i punti accumulati dallo scorso gennaio, il mancino spagnolo è in testa con 1450 punti di vantaggio. Non pochi, ma un gap che può ragionevolmente essere azzerato se si considerano le storiche difficoltà fisiche che Rafa ha spesso pagato a fine anno, confermate dall’assenza a Shanghai per il dolore al polso accusato durante la Laver Cup un paio di settimane fa. Senza contare che il maiorchino è dolcemente distratto dai preparativi per il matrimonio con la “sua” Xisca; appuntamento il 19 ottobre in un romantico e lussuoso castello sul mare a Maiorca.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement