L'impresa di Jannik Sinner sulla stampa italiana (Scanagatta, Crivelli, Azzolini). Gaudenzi presidente dell'ATP? (Semeraro)

Rassegna stampa

L’impresa di Jannik Sinner sulla stampa italiana (Scanagatta, Crivelli, Azzolini). Gaudenzi presidente dell’ATP? (Semeraro)

La rassegna stampa di venerdì 18 ottobre 2019

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Gaudenzi e Sinner, il futuro è tutto azzurro (Ubaldo Scanagatta, La Nazione)

Nel momento d’oro del tennis italiano, con il ragazzino altoatesino Sinner che spazza via (63 62) il francese Gael Monfils, n.13 Atp ad Anversa, si diffonde anche una bella notizia (da confermare) a livello… politico. Il nuovo presidente del consiglio dell’Atp – il “sindacato” dell’Associazione Giocatori, che ha una composizione formata da tre rappresentanti dei tennisti e tre dei direttori dei tornei, con il Chairman che in caso di parità ha il voto decisivo – che succederà nel 2020 all’inglese Chris Kermode, sarà quasi certamente, un ex tennista italiano che abita a Londra, Andrea Gaudenzi, 46 anni, padre di tre figli maschi, un master in business administration, manager e imprenditore di successo, operando in vari settori, betting e gaming on line (con BWin, Giocodigitale). Aveva mantenuto una finestra aperta sul tennis: è infatti membro del board di Atp-Media, la società che cornmercializza i diritti tv di tutti i tornei tranne gli Slam. Gaudenzi è il favorito di una mini-rosa, secondo quanto dovrebbe venir annunciato durante le finali Atp di Londra cui si spera partecipi Berrettini, oggi n. 8. Un ruolo di grande prestigio e potere per l’ex n. 1 d’Italia degli anni ’90, n. 18 del mondo nel ’95 e finalista di Davis nel ’98 a Milano quando fu così sfortunato da lacerarsi il tendine di una spalla mentre stava lottando con lo svedese Magnus Norman. Gaudenzi a 17 anni era stato n. 1 del mondo junior. Aveva vinto le prove junior al Roland Garros e all’US Open. Appese la racchetta al chiodo a 30 anni, nel 2003: non aveva recuperato da quell’infortunio e aveva orizzonti più ampi. Di sicuro il fatto che tutti i top ten mondiali del tennis siano europei (tranne Nishikori), ivi compresi i Fab Four dominatori di 3 lustri, e che le finali mondiali Atp dal 2021 al 2025 lasceranno Londra per Torino avrà giovato alla candidatura di Gaudenzi quale primo presidente non anglosassone dal ’73 (anno di fondazione Atp). Il tennista romagnolo si dimostrò agguerrito sindacalista quando, dopo una Coppa Davis a Napoli con la Repubblica Ceca nella quale gli azzurri avevano rimborsi spese ridicoli e chi organizzava con la Federtennis invece si arricchiva, ingaggiò una lotta che allora il Corsera – schierato pro Fit – battezzò “la battaglia del grano”, ma nella quale Gaudenzi aveva tutte le ragioni. Hanno ragione anche tutti coloro che pronosticano un grande futuro al diciottenne Jannik Sinner. Il ragazzo dai capelli rossi della Val Pusteria, n.119, ha colto a Vienna la sua vittoria più importante sul francese Gael Monfils, ex n.6 Atp. Se anche dovesse perdere nei quarti con Tiafoe (Usa), n.53, lunedì sarebbe n. 108. A Stoccolma invece tre sconfitte azzurre: Tipsarevic Fognini 61 61, Sugita Travaglia 76(6) 64, Carreno Busta Mager 63 76 (2). Pazienza. L’exploit di Sinner vale, in prospettiva, più di qualunque cosa.

Sinner, è nato un fenomeno. Lezione di tennis a Monfils (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Fenomeno. Per etimologia, ciò che appare all’improvviso. C’erano già stati segnali durante la stagione (cominciata, bene ricordarlo, al numero 551…), ma adesso l’epifania di Sinner è diventata una gioiosa esplosione di talento e maturità, la sublimazione della consapevolezza di un ragazzo che a diciotto anni e due mesi si muove come un veterano di mille partite e mille battaglie. Impressionante. Solo un predestinato può iniziare il match contro Monfils, numero 13 del mondo e ancora in corsa per le Finals di Londra, con un dritto bruciante da fondo e un rovescio incrociato sulla riga che manco si vede tanto corre veloce: break, pronti via. Il problema, per il povero Gael, è che Jannik, preso subito il vantaggio, non si volterà più indietro. Il timing sulla palla è pura poesia, il rovescio bimane una clava, i colpi da fondo scavano le buche, la prima non entra con grandi percentuali (48%) ma produce punti in serie (81%). Però è in risposta che l’allievo di Piatti e Volpini si garantisce il dominio, insidiando ogni turno di battuta del francese, costringendolo spesso ai vantaggi: alla fine di un’ora di schiaffoni LaMonf avrà subìto quattro break e nell’unica occasione in cui può strappare il servizio al ragazzo di Sesto, nel terzo game del secondo set, ne riceve in cambio tre punti di fila senza che si riesca a scambiare. Per la wild card Sinner è la quinta vittoria in carriera nel circuito maggiore, indubbiamente la più sostanziosa e prestigiosa. Un anno fa di questi tempi l’azzurrino si apprestava a giocare un Futures in Tunisia da numero 778 del mondo, lunedì male che vada sarà 108, a un passo dal paradiso della top 100 e a un battito di ciglia dalla qualificazione diretta agli Australian Open. Intanto, nei quarti con Tiafoe, 53 Atp che batte e colpisce fortissimo ma perde spesso le misure del campo, le sue geometrie potranno indirizzare lo scontro verso una trama favorevole: «Mi aspetto comunque una partita difficile – analizza Jannik — ma non cambierò la routine come non l’ho fatto per Monfils, un avversario molto forte: ma io ho giocato molto bene. Sono stato solido al servizio, magari non con percentuali altissime, ma ho controllato bene i miei game, anche se credo che la chiave sia stata nella mia risposta. Aver giocato contro Wawrinka agli Us Open mi è servito per gestire le emozioni di questo match». Il magnifico bonbon di Sinner, che in pratica sottrae Monfils, salvo stravolgimenti, dalla lotta per il Masters, non viene gustato da Fognini a Stoccolma, irriconoscibile contro Tipsarevic. Un brutto colpo in prospettiva Finals, con gli ultimi due posti ormai nelle mani di Zverev, Bautista, Berrettini e forse Goffin.

Sinner, la meglio gioventù (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Se c’è uno che ti fa sentire vecchio, questi è Jannik Sinner. Gli riesce talmente bene da muovere a incredulità anche chi ne ha viste tante e di anni ne ha 33, ma non ha mai pensato che all’età di Sinner si possa giocare così, con quel misto di mestiere e di giovanile imprudenza che si traduce in colpi furiosi e botte tirate all’impazzata. Lui, Gael Monfils, all’età di Jannik giocava in leggerezza, amoreggiava con la palla. Ha imparato a tirare forte dopo, quando l’hanno ricoperto di muscoli. Sinner vi riesce, all’apparenza privo di una corazza da bodybuilder. Si vede che ha il fuoco dentro, il bimbo, e Gael è troppo esperto per non intuirlo subito. […] Nell’eterna battaglia fra generazioni tennistiche, che da qualche tempo continuano ad allontanarsi sempre di più, Jannik rappresenta al momento la Meglio Gioventù che si possa proporre su un campo del circuito maggiore. Non v’è dubbio che a diciotto anni da poco compiuti (il 16 agosto) il ragazzo altoatesino ricopra agevolmente il ruolo di Fenomeno. Non v’è nessuno che giochi come lui, nessuno della sua età che si misuri senza sfigurare con i tennisti di più lungo corso, nessuno che sogni un posto nella Top 100 come regalo di Natale. Ieri, 6-3 6-2 negli ottavi di Anversa; oggi, primo quarto di finale della carriera, contro Frances Tiafoe, altro next gen ma più esperto.[…]

Gaudenzi presidente dell’Atp? (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Nel 1998 ci ha portato in finale di Coppa Davis, l’ultima giocata (e persa) dall’Italia a Milano contro la Svezia. E ci ha rimesso la spalla. Nel 2020 potrebbe guidare l’Atp e fare da padrone di casa nello sbarco a Torino delle Finals 2021: Andrea Gaudenzi, 46 anni, n. 18 del mondo nel 1995 riciclatosi con successo da imprenditore, è il favorito nella corsa alla successione dell’inglese Chris Kermode sulla poltrona più importante del tennis maschile. Lo sostiene il Daily Telegraph, e anche se il diretto interessato non commenta, molte piste portano a lui. Di certo Andrea è tra i candidati da cui a Londra uscirà il nome del nuovo presidente, e il suo sembra il profilo perfetto. Non solo per il passato da ottimo giocatore, ma anche per le competenze manageriali e le qualità di negoziatore grintoso (è rimasta Famosa nell’ambiente una sua battaglia per i compensi in Coppa Davis) e di abile diplomatico. Prima ancora di appendere la racchetta al chiodo Gaudenzi si è laureato in Giurisprudenza a Bologna. Dopo un master in Business Administration, per cinque anni ha lavorato a Bwin, è stato poi manager di sportivi (calciatori, ma per un periodo anche di Fabio Fognini) prima di dedicarsi alla creazione di alcune start-up nel settore dei giochi e della musica online (Real Fun Games, Soldo, Musixmatch). Da anni vive a Londra, e non ha mai interrotto i suoi rapporti con il tennis: qualche tempo fa si era parlato di lui come futuro direttore degli Internazionali d’Italia, ipotesi poi tramontata. Oggi è consulente nel board di Atp Media, la società che tratta i diritti dei tornei Atp 250 e 500, una posizione nella quale ha potuto sicuramente farsi apprezzare in un periodo molto burrascoso per l’Atp. Dopo il mancato rinnovo del contratto a Kermode, avversato da Djokovic ma sostenuto da Federer e Nadal (che in estate sono rientrati nel players council proprio per avere voce in capitolo), nel 2019 si è aperta infatti una dura battaglia per la successione. […]

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