La sconfitta di Berrettini non frena la corsa alle Finals (Cocchi, Guerrini, Semeraro). Sotto una pioggia d'oro il tennis cerca la regina (Semeraro)

Rassegna stampa

La sconfitta di Berrettini non frena la corsa alle Finals (Cocchi, Guerrini, Semeraro). Sotto una pioggia d’oro il tennis cerca la regina (Semeraro)

La rassegna stampa di domenica 27 ottobre 2019

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Berrettini frena, ma la strada è giusta (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

«Non vorrei avervi abituato troppo bene» diceva Matteo Berrettini alla vigilia della semifinale di Vienna contro Dominic Thiem. La vittoria stavolta non è arrivata: Matteo ha lottato due ore e mezza sul veloce della Stadthalle dando vita a una partita entusiasmante, vinta da Dominic 3-6 7-5 6-3. Berrettini ci ha abituato comunque benissimo. Ci ha abituato a sogni pian piano diventati solide realtà. Come la top 10, dove si insedierà ufficialmente domani al numero 9: la chiusura di un cerchio fantastico che l’ha visto crescere progressivamente, fino alla meravigliosa semifinale Slam giocata a New York contro Rafa Nadal. E adesso Matteo non si vuole fermare. C’è un ultimo decisivo strappo prima della vetta, il Masters 1000 di Parigi Bercy dove si giocherà la partecipazione alle Atp Finals di Londra. La Race to London per adesso lo vede ancora all’ottavo posto, e la sconfitta di Monfils nell’altra semifinale, se da un lato tiene in gioco (lontanamente) anche Schwartzman, dall’altro frena la rincorsa del francese che resta così a 310 punti di distacco dal romano. Matteo a Parigi è nella parte bassa del tabellone, con un esordio che potrebbe vederlo di nuovo incrociare Rublev, poi forse Khachanov, e Nadal ai quarti. Il pericolo arriva anche questa settimana da Roberto Bautista Agut, in nona posizione. […] Matteo non è deluso dalla sconfitta, cerca il buono come sempre: «È stata una partita durissima – ha detto -. Ora un po’ di riposo, un piccolo brindisi per la top 10 raggiunta e poi Parigi. Sono contento di come sto giocando con i più forti, perché sentono di dover tirar fuori il loro tennis migliore per battermi. Nel secondo e terzo set Dominic è salito molto, mi ha fatto sentire il suo peso fisico e perché è numero 5 del mondo. Il pubblico era tutto per lui? Ovvio, è l’idolo di casa, non mi dà fastidio, anzi mi carico. E poi quando saremo a Roma toccherà a me!». Intanto a Basilea, battendo Tsitsipas in semifinale, Federer ha messo un’altra tacca sulla storia del tennis conquistando la finale del torneo di casa per la quindicesima volta e oggi, contro Alex De Minaur, potrà toccare quota dieci titoli come ha già fatto ad Halle.

Berrettini, così non fa male (Piero Guerrini, Tuttosport)

Il lato positivo di Matteo Berrettini è quello che Matteo mostra anche nelle sconfitte. Ad esempio in quella subita in tre set di rimonta da Dominic Thiem eroe di casa a Vienna. Ebbene, Matteo, è parso non più brillantissimo fisicamente, eppure le ha provate tutte, dominando fino a quando ha potuto con il dritto e spostando da un angolo all’altro Thiem, poi provando più attacchi a rete del solito, infine mantenendo desta l’attenzione per spuntarla negli scambi lunghi. […] Il Berrettini di oggi è perfettamente conscio delle sue potenzialità. E forse per questo motivo gli altri giocatori lo aiutano nell’avvicinamento alle Atp Finals di Londra. Già perché subito dopo l’argentino Schwartzman ha pensato bene di liquidare Gael Monfils, rivale diretto e inseguitore. Il francese resta così decimo a 2360 punti, contro i 2670 del romano che è ottavo nella race e nono al mondo da domani, quarto italiano in era Open a riuscirci dopo Adriano Panatta, Corrado Barazzutti e, quest’anno Fabio Fognini. Matteo ha già agganciato il miglior piazzamento in carriera del compagno azzurro, dando la sensazione di essere all’inizio, non alla piena maturità. Gli ultimi due posti saranno dunque aggiudicati nell’ultimo torneo disponibile, il Masters 1000 di Parigi Bercy. […] Berrettini è nella parte di tabellone presidiata da Nadal, potrebbe avere Khachanov al terzo e proprio il neo sposo Rafa nei quarti. Al primo turno oggi può approdare dalle qualificazioni Andrea Seppi. Il veterano altoatesino ha cancellato il russo Alexander Bublik. E oggi se la vedrà con Yoshihito Nishioka. A prescindere dalla volata per Londra, la sensazione è che Berettini sia per la prima volta tra i top ten, per restarci. Anche per questo la semifinale persa non fa male.

Matteo missione Parigi (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

La morale più utile alla fine di un’altra settimana fantastica la tira fuori proprio lui, il magnifico Berrettini: «Per battermi tutti devono giocare al massimo». Compreso il numero 5 del mondo Dominic Thiem, che ieri l’ha spuntata in tre set (3-6 7-5 6-3) nella semifinale dell’Atp 500 di Vienna, ma solo dopo due ore e 34 minuti di sudore, tensione e grande tennis. Con un pizzico in più di fortuna Berrettini avrebbe anche potuto chiuderla in due set – è stato avanti 6-3 5-4, e 15-15 servizio Thiem – ma proprio in chiusura del secondo set Thiem, ovviamente disposto a morire in campo per fare bella figura nel torneo di casa, ha alzato il livello di quel poco necessario ad allungare il match al terzo. E alla fine Matteo ha pagato la stanchezza, finendo con il serbatoio mezzo vuoto mentre Thiem fiondava vincenti da tutte le parti. Niente finale – sarebbe stata la quarta dell’anno – ma poco male. Da domani Berrettini sarà numero 9 del mondo e numero 1 d’Italia davanti a Fabio Fognini, e da numero 8 della Race anche con una solida prelazione su uno degli ultimi due posti disponibili per le Atp Finals. La sconfitta di Monfils contro Schwartzman nell’altra semifinale viennese gli ha dato una mano, anche se aritmeticamente i giochi sono ancora aperti e si chiuderanno solo con Parigi-Bercy la prossima settimana, dove comunque Bautista Agut e Goffin rimarranno gli uomini da marcare da vicino. […] «A Parigi-Bercy andremo con lo staff completo – spiega Santopadre – Ci saranno anche l’osteopata Marco Evangelista, il preparatore Roberto Squadrone e il mental coach Stefano Massari, perché l’appuntamento è importante. Da qui a mercoledì il primo obiettivo sarà recuperare le energie, e per questo Matteo si godrà 24 ore di libertà assoluta, senza toccare la racchetta, prima di ricominciare ad allenarsi a Parigi». Resta da capire cosa può ancora aggiungere Matteo al suo repertorio, visto che come si diceva oggi gioca alla pari con chiunque. E spesso vince. «Il mio obiettivo di sempre è che Matteo diventi l’allenatore di se stesso», spiega Santopadre. «Deve continuare sulla strada che faticosamente – e sottolineo faticosamente – ha intrapreso anni fa, e che solo negli ultimi tempi ha iniziato a dare grandi frutti. Matteo è un tennista già completo, e universale visto che può andare bene su tutte le superfici; per fare l’ultimo salto di qualità deve però andare più spesso a rete. Ha già iniziato, ma dovrà essere più costante, anche perché quando scende a rete è molto efficace».

Sotto una pioggia d’oro il tennis cerca la regina (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Le pari opportunità (economiche) stavolta sono salve: la vincitrice delle Wta Finals – che oggi debuttano nella nuova sede di Shenzhen, in Cina, dopo cinque anni a Singapore – se imbattuta anche nella fase ai gironi guadagnerà una cifra impressionante: 4,7 milioni di dollari, circa 4,2 milioni di euro. Due milioni in più di quanto finirà sul conto del vincitore delle prossime Atp Finals di Londra (sempre se imbattuto), cioè 2.712.000 dollari. Anche fra le ragazze a tenere banco è il ricambio generazionale, con gerarchie però più confuse e allargate rispetto al circuito maschile. Ad esempio gli Slam se li sono divisi non in due, ma in quattro: Naomi Osaka in Australia, Ashleigh Barty al Roland Garros, Simona Halep a Wimbledon e la grande sorpresa dell’anno, la canadese Bianca Andreescu, a New York. A Shenzhen l’attuale numero 1 del mondo, l’australiana Barty 23 anni, e la Osaka, 22, sono finite nel Gruppo Rosso, insieme a un’altra giovane come la svizzera Belinda Bencic (22) e alla veterana Petra Kvitova, che di anni ne ha 29. Nel Gruppo Viola se la vedranno invece l’unica teenager fra le otto maestre, la 19enne Andreescu, la 25enne Svitolina, la 27enne Karolina Pliskova e la 28enne Halep. «Ho realizzato solo alla vigilia che sono la più vecchia di tutte – ha scherzato la Kvitova – ma devo accettarlo anche se mi fa strano. Ne parlerò con Simona, che in fondo ha solo un anno in meno di me, credo che ci divertiremo. Alcune (Bencic, Barty e Andreescu, ndr) sono alle Finals per la prima volta, ma non credo che per loro sarà l’ultima». Al termine di un’annata equilibratissima le Finals possono fornire qualche risposta in più, e soprattutto decidere chi sarà la numero 1 di fine stagione. […]

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