Cuore di Canada: è la prima finale di Davis per il paese dell'acero rosso

Coppa Davis

Cuore di Canada: è la prima finale di Davis per il paese dell’acero rosso

MADRID – Un’altra sfida al cardiopalmo promuove il Canada alla sua prima finale di Coppa Davis

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Denis Shapovalov e Vasek Pospisil alle Davis Cup Finals 2019 (foto Silvestre Szpylma / Kosmos Tennis)
 

Il tabellone aggiornato del torneo

da Madrid, il nostro inviato

RUSSIA – CANADA 1-2
A. Rublev (RUS) b. V. Pospisil (CAN) 6-4 6-4
D. Shapovalov (CAN) b. K. Khachanov (RUS) 6-4 4-6 6-4
V. Pospisil/D. Shapovalov (CAN) b.
A. Rublev/K. Khachanov (RUS) 6-3 3-6 7-6(5)

CONTINUA LA MARCIA DI RUBLEV – Un Rublev ancora in modalità martello, schianta anche un Pospisil incapace di dare piena continuità alla sua azione. È la partita fra i due giocatori più in forma del torneo, gli unici assieme a Nadal ad aver giocato tre singolari vincendoli tutti. Entrambi sono protagonisti per caso: Vasek inizialmente è sceso in campo per preservare Auger-Aliassime reduce da un infortunio, mentre Andrey ha trovato il posto da titolare solo sabato, ovvero quando il suo connazionale Medvedev ha rinunciato spalancandogli le porte di un posto da titolare. Secondo confronto fra i due dopo l’unico episodio registrato a Miami nel 2018 e vinto da Pospisil.

Inizio devastante di Rublev con un parziale di nove punti a zero che riprende da dove aveva finito ieri: se 24 ore fa la vittima era stato il povero Krajinovic, oggi il canadese sembra destinato inizialmente alla stessa sorte. Per fortuna Vasek tampona l’emorragia e nel primo set rimane in scia a un break di distanza. Il problema però è che il russo continua imperterrito nel suo martellamento da fondo e sul suo servizio sembra lasciare ben pochi spazi al canadese. In particolare il russo è un furetto negli spostamenti laterali e riesce con continuità a trovare lo spazio per lanciare i suoi traccianti di dritto anomalo, sia inside in che inside out.

L’unica fiammata del set per Canada 2 arriva nell’ottavo gioco: grazie a un paio di risposte aggressive e a punti giocati con molta intelligenza, Pospisil si issa per tre volte fino a palla break. Tentativi lodevoli ma inutili in quanto Rublev si salva con la solita dose di legnate ben assestate. Il canadese comunque non si arrende e le prova tutte, ma con scarso successo: il set si chiude con il russo avanti 6-4, bravo a capitalizzare la partenza lanciata. Esemplificativo del parziale il primo punto del decimo gioco, chiuso da Rublev con una stop volley sontuosa, dopo una serie infinita di recuperi e colpi spettacolari. Pospisil le prova davvero tutte, ma Rublev sa sempre come uscirne.

Rublev parte forte anche nel secondo parziale e approfittando degli errori di Pospisil incassa il break in apertura. La trama tattica del match è pressoché la stessa del primo set, Pospisil è bravo a generare angoli dal centro del campo, mentre Rublev appena può cerca di girare attorno al rovescio per liberare il dritto a sventaglio. La pressione del canadese però si fa sempre più costante e lo sforzo viene alla fine ripagato con il controbreak che vale il tre pari. Pospisil però paga subito le energie spese: Rublev rimanda in campo praticamente ogni colpo del canadese e torna a condurre riprendendosi subito il break appena concesso. Un aspetto magari meno appariscente ma fondamentale, è la capacità di Rublev di rispondere con continuità alle bordate al servizio di Pospisil, il quale a differenza dei giorni scorsi non riesce a ottenere molti punti diretti con questo fondamentale. Rublev che chiude il match con autorità e senza troppi patemi, mandando la Russia sull’1-0.

LAMPI DI SHAPOIl canadese gioca una partita fatta di alti e bassi, ma con alcuni picchi accecanti e un tocco di incoscienza (prossima alla follia) per portare a casa il match e rendere così decisivo il doppio. Shapovalov vince il primo confronto diretto con Khachanov scacciando così la pressione di dover vincere per evitare l’eliminazione diretta del proprio team.

Probabilmente questo fattore nervoso incide sull’avvio di Shapovalov che parte male e lascia campo libero al russo, libero di involarsi sul 3-1. Qua però Denis si scuote e con alcune belle soluzioni di rovescio trova il modo di ribaltare l’inerzia del match e infila una serie di quattro giochi consecutivi che lo portano inaspettatamente a servire per il set. Fra i vari cioccolatini scartati da Shapovalov menzione speciale per il rovescio incrociato stretto con cui sigilla il secondo break che gli vale il 5-4. Arrivato a servire per incamerare il primo set, Denis non trema e porta a casa la manche alla prima occasione utile. I numerosi errori in manovra del russo alla fine si sono rivelati sanguinosi; a livello tattico la scelta di Khachanov è il tentativo di sfruttare il proprio dritto incrociato carico di top spin al fine di non proporre palle comode da spingere al nativo di Tel Aviv. Il piano di Shapovalov invece è quello di muovere il gigante russo sfruttando la sua attitudine a generare angoli stretti sia col dritto che col rovescio, portandolo così fuori posizione per poi sfruttare il campo aperto.

Il secondo set comincia sui binari di un sostanziale (e rapido) equilibrio. Khachanov gioca ora più sulla regolarità e aspetta il momento buono per piazzare la zampata, confidando nel margine molto piccolo del gioco di Shapovalov, che al solito alterna grandi soluzioni a errori banali. La tattica paga: sul 5-4 Khachanov disputa un solido game di risposta e con un paio di buone soluzioni mette pressione a Shapovalov, che ne risente e commette uno sciagurato doppio fallo. La partita va così al terzo in un momento in cui Denis sembra leggermente in sofferenza.

Nel basket il canadese sarebbe sicuramente un giocatore di “striscia”, uno di quelli che quando entra in ritmo siglerebbe una tripla anche da centrocampo, e in questo momento la fiducia non è dalla sua. Allo stesso tempo si avverte la sensazione che Shapovalov stia caricando il fucile per il gran finale, mentre i servizi si sfidano lasciando poco spazio alle risposte. Si arriva così al settimo game in cui Shapo (ri)entra “in the zone” e delizia il pubblico di vincenti. Da evidenziare soprattutto il punto con cui Shapo sigilla il break: uno scambio condotto con sagacia, cominciato in difesa e tenuto in piedi con gran recuperi e con alcuni parabole cariche di effetto per permettergli di recuperare la posizione. Qualche mese fa il punto sarebbe probabilmente finito con una colpo sparacchiato sui teloni. Shapo a quel punto conferma il break, ma nel game successivo succede di tutto: un game che rispecchia in pieno come Denis sappia essere croce e delizia. Alla fine, però, sarà delizia.

Prima sparacchia un paio di colpi fuori di un metro, per regalare lo 0-30, poi con un (altro) doppio fallo sciagurato si caccia nella buca perfetta andando sotto 0-40. Nel punto successivo prima chiede un challenge… contro se stesso: a seguito di una prima fuori non chiamata, è Shapo a dover chiamare il falco per poter giocare la seconda, poiché si era ingenuamente fermato. Gioverebbe ricordare al 19enne che ‘la palla è fuori quando arbitro grida’ (quasi come diceva Boskov), altrimenti tocca giocare. Per sua fortuna la palla è fuori per davvero e sulla seconda Denis è anche fortunato, poiché la palla rimane in campo dopo aver danzato sul nastro. Quindi il climax: il canadese torna a sparare vincenti e con l’aiuto di Khachanov, che spreca banalmente una delle tre palle break, mette a segno cinque punti consecutivi e porta a casa il punto dell’ 1-1 per il Canada.

CONTINUA LA FAVOLA DEL CANADA. Tutto in un tie-break. La Russia anche oggi arriva a giocarsi tutto in tie break decisivo, ma a differenza di ieri stavolta deve inchinarsi.

È il doppio a decidere la prima finalista di questa nuova edizione della Coppa Davis. Come ieri nel doppio fra Serbia e Russia entrano in campo quattro singolaristi oggi prestati al doppio, il che già di per se rende più difficile qualsiasi pronostico. Automatismi, schemi tattici e movimenti in campo non possono essere gioco-forza perfetti aumentando così il margine di variabilità del match. L’unico con un buon passato da doppista è Pospisil, che nel 2015 si era issato fino al n. 4 delle classifiche di specialità, ma che quest’anno ha giocato molto poco a causa di un’operazione alla schiena. Formazioni ormai stabilizzate in queste giorni, con il Canada che gioca con il doppio rovescio esterno e la Russia con Khachanov sul dritto esterno e Rublev sul rovescio.

Nel primo set si viaggia abbastanza in equilibrio con entrambe le formazioni solide sia sulla prima che sulla seconda di servizio. Per entrambe la percentuale di trasformazione sulla seconda è superiore al 65%. Con statistiche di questo genere si intuisce come il set sia stato determinato da pochi episodi. E infatti i momenti chiave del set sono il secondo game nel quale i canadesi assestano il primo colpo del match aggiudicandosi quello che risulterà poi l’unico break del set sul servizio di Rublev. La Russia cerca di rientrare in gioco ed effettivamente nel nono game riesce anche ad arrivare ai vantaggi e a conquistare una palla break, che però non viene concretizzata. Scampato il pericolo il doppio canadese chiude la frazione e si porta ad un solo set dalla finale.

La Russia però non ci sta e nel secondo set con un robusto game in risposta sul servizio di Pospisil piazza il primo break. Tuttavia quando arriva il settimo game Khachanov ha un momento di esitazione al servizio e Rublev, privo dell’apertura alare del compagno di squadra soffre maledettamente a rete. Ma per la legge del contrappasso, quando è il Canada a servire con Pospisil si trova nella stessa situazione di prima della Russia: Shapovalov a rete commette un po’ di errori e regala nuovamente il vantaggio del break alla Russia che con qualche brivido trasforma l’occasione e porta la contesa al terzo.

Rispetto al doppio di ieri fra Serbia e Russia entrambe le squadre giocano un maniera più ordinata, con la Russia come prevedibile più orientata a sfruttare la potenza da fondo dei suoi giocatori, mentre il Canada più propositivo con Pospisil che risulta il migliore dei quattro nei pressi della rete.

Si arriva così al terzo set in cui il Canada ha subito due palle per mettere il naso avanti, ma pure in questo caso Rublev veste i panni di salvatore della Patria e tiene in piedi la baracca con alcune soluzioni pregevoli. Adesso la tensione comincia a farsi sentire e si va a strappi. Nuovamente su servizio Pospisil in Canada va in sofferenza e la Russia ha due occasioni per dare la sterzata decisiva al match, ma Vasek estrae dal cilindro alcuni servizi notevoli. e ovviamente più ci si avvicina alle battute finali più aumenta il pathos. Ormai quasi ogni game di servizio è lottato, nel decimo gioco il Canada va a un nastro distanza da due match point, ma ancora una volta la Russia si salva e alla fine si arriva al finale più giusto con l‘intera qualificazione che si decide in un singolo tiebreak.

La Russia che parte subito col piede giusto a va sul 3-0 e il Canada rimane in scia con due servizi vincenti. I biancorossi riescono a recuperare il minibreak sul 3-4, sorpassano per il 5-4, e con un grande scambio tra Rublev e Pospisil da cui esce vincitore quest’ultimo il Canada va a doppio match point. Sul 6-5 serve Pospisil: possiamo solo immaginare quanti pensieri gli saranno passati per la mente, la prima palla fuori di oltre un metro, e sulla seconda Rublev sbaglia la risposta e il Canada può festeggiare la finale.

LA GIOIA DEI CANADESI
Come vi sentite dopo tutti questi match e quali sono le sensazioni per questa prima finale?
POSPISIL: “Match incredibile in doppio, è stato un crescendo, con tante emozioni anche solo per arrivare a questa partita. Incredibile sensazione essere arrivati fin qua”. 
È stato un grande anno per il Canada nel tennis dopo quello che ha fatto Bianca [Andreescu]: che ne pensi?
SHAPOVALOV: “È una cosa spettacolare, anno incredibile. Non ci sono parole per descrivere quello che abbiamo fatto questa settimana, non ci aspettavamo di arrivare fin qua. Abbiamo giocato ad un livello ridicolo (ripetuto tre volte n.d.r.). È un sogno giocare per il mio paese e arrivare in finale di Davis”.
POSPISIL: “È un momento incredibile, ho avuto un intervento quest’anno e non sapevo come sarei tornato. Il recupero è stato più veloce di quello che pensassi. E ora essere in finale è incredibile“.
Denis, provi qualche emozione particolare quando giochi con la Russia?
SHAPOVALOV: “Per me non cambia niente, io sono canadese e rappresento il mio paese. Il mio background è misto, ma io mi considero canadese, il Paese che mi ha accolto e mi ha dato una casa“.
Vasek, cosa hai pensato quando sei andato a servire per il match?
POSPISIL: “La mia prima forse sembrava più nervosa di quello che ero inrealtà. Veramente abbiamo giocato ad un livello elevato e solo ìi le emozioni sono venute fuori. È servito il nostro miglior tennis per farcela. In molti momenti avevo la sensazione che ci fosse un margine a nostro favore, ma poi nel tiebreak poteva andare in qualsiasi modo, come tirare una monetina”.
Avete mostrato qualcosa di speciale in campo oggi: com’è cresciuta la vostra relazione?
SHAPOVALOV: “Per me è stato un sogno giocare insieme in Davis. È stata la prima volta che ho avuto l’occasione di giocare con lui ed è stato un piacere. Ci siamo divertiti ed è stato bellissimo“.
POSPISIL: “Condividere questa sensazioni è qualcosa che ti porta ovviamente più vicino al tuo compagno di squadra. Creerà sicuramente un legame forte tra di noi e ce lo porteremo dietro per tutta la vita. E ovviamente in un evento come questa la chimica fa la differenza, come si sta a cena, come si sta nello spogliatoio“.
[Domanda UBITENNIS]: Avete giocato tutti e due molto bene e l’unico doppio che avete perso è stato quello con l’Italia a risultato acquisito. Considerate giusta la decisione poi di non fare giocare con gli USA?
DANCEVIC: “È difficile essere criticato per non aver fatto giocare qualcuno infortunato. È stata una decisione dei dottori. Io non faccio le regole e non sarà l’ultima volta che succede“.
POSPISIL: “Ovviamente fa differenza giocare dopo aver già vinto le prime due o meno“. 
Cosa significherebbe vincere la Davis?
SHAPOVALOV: “Sarebbe incredibile ma la settimana che abbiamo avuto è stata incredibile“. 
POSPISIL: “La Davis è un evento difficile da comparare in tennis, non c’è niente di simile nel tennis. per me sarebbe qualcosa di comparabile a vincere un Wimbledon. In un certo senso sembra quasi un evento ancora più grande rispetto a prima per me, visto che ci sono tutti i team assieme. Alla fine il supporto canadese lo sentivamo”. 
DANCEVIC: “Per me è stata una cavalcata incredibile, ed essere qua già adesso è incredibile, non me l’aspettavo. Essere in finale di Davis è surreale, e abbiamo la possibilità di vincere il titolo. Sul match point il cuore batteva a mille e sicuramente da un punto di vista emozionale sono state montagne russe, ho cercato di respirare e calmarmi. I ragazzi hanno dato il 110% e giocato senza paura nei momenti importanti. E il tempo che abbiamo passato dentro e fuori dal campo è stato magnifico“.

LA DELUSIONE DEI RUSSI

Ieri alla fine ti sembrava come lanciare una monetina.
Oggi è uguale?

RUBLEV: “Si alla fine ieri è andata bene a noi, oggi a loro. Ieri è stato un momento emozionante, è stato un momento che ci rimarrà nella memoria per lungo tempo. È stato incredibile. Lasciamo questo posto convinti di aver fatto del nostro meglio“.
È molto difficile a caldo mettere le cose in prospettiva. Considerate di essere andati oltre le aspettative?
KHACHANOV: “Credo che se fossimo stati tutti e 4 (con Medvedev n.d.r.) avremmo avuto una possibilità concreta di vincere“.
Cosa ne pensi del nuovo formato rispetto alla vecchia Davis? E all’ATP CUP?
TARPISHEV: “Credo che il precedente formato fosse meglio in termini di sviluppo regionale. Rispetto all’ATP CUP credo che l’abbondanza di eventi simili nello stesso arco temporale sia eccessiva“.
Domanda UBITENNIS: Vorrei sapere da ognuno di voi se ricordate più i momenti belli o quelli brutti.
KHACHANOV: “Sicuramente i momenti belli, quelli brutti cerco di metterli da parte. In un paio di giorni i sentimenti negativi se ne vanno, l’importante era dare tutto in campo. L’importante è poi lavorare“.
RUBLEV: “Per me invece è all’opposto. Alcuni momenti negativi rimangono dentro ed è così che si cresce. I buoni momenti me li godo, ma cerco di non darci troppo peso; nel tennis bisogna stare sempre sul pezzo, e per me è più facile focalizzarmi sulle lezioni che posso apprendere“.

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