WTA, diario di un decennio: il 2019 - Pagina 5 di 5

Al femminile

WTA, diario di un decennio: il 2019

Decima e penultima puntata dedicata agli anni ’10 in WTA: il secondo Slam di Naomi Osaka e Simona Halep, l’avvento di Bianca Andreescu, le vittorie e il numero 1 di Ashleigh Barty. E altro ancora

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Elina Svitolina e Ashleigh Barty - WTA FInals 2019 Shenzhen
 

Osaka vs. Andreescu a Pechino
Come detto, tra il 2018 e il 2019 il circuito WTA ha scoperto due nuove giocatrici che si sono affermate con percorsi simili: Naomi Osaka e Bianca Andreescu, che in pochi mesi sono diventate due stelle di Giappone e Canada.

Naomi e Bianca non si sono mai incontrate in carriera; il momento arriva nel Premier Mandatory di Pechino: il sorteggio ha voluto che si incrociassero in un quarto di finale. Anche se non assegna alcun titolo, il loro match è diventato un evento. In più, siccome sono entrambe reduci da una striscia di match senza sconfitte, la partita interromperà l’imbattibilità di una delle due. L’attesa è grande, e la qualità di gioco non delude le aspettative.

Osaka b. Andreescu 5-7, 6-3, 6-4 Pechino, QF
Primo set. Bianca comincia meglio, sale 5-1, prima che Osaka recuperi fino al 5-5. Ma poi i due game conclusivi del set li vince di nuovo Andreescu, per il 7-5 a suo favore. In pratica l’andamento è del tutto identico al secondo set della finale di Flushing Meadows contro Serena Williams. Da una situazione di totale controllo a un riequilibrio temporaneo, fino allo sprint finale che rimette le cose a posto. La sensazione è che Bianca abbia qualcosa in più, un margine di vantaggio che le permette di riuscire a spuntarla quando serve davvero.

Secondo set: Andreescu sembra ancora una volta in controllo, e sul 3-1 comincia a intravedere il traguardo. Invece Osaka reagisce e poi sul 4-3 vince uno scambio straordinario. Eccolo:

Da questo momento Naomi alza ulteriormente il suo livello, mettendo in campo una presenza tecnica e agonistica di peso superiore. Con un parziale di 8 punti a 1, chiude il secondo set sul 6-3. Ora le due giocatrici si misurano testa a testa in un quadro di sostanziale parità; e così quando si entra nel set finale l’ineluttabilità della vittoria di Andreescu non è più così certa.

Terzo set. Andreescu ancora una volta in vantaggio (3-1), Osaka di nuovo risale (3-3). Nella volata finale probabilmente entra in gioco anche il fattore fisico: Naomi appare più fresca, mentre Bianca commette qualche errore di troppo dando l’impressione di arrivare con un po’ di appannamento sulla palla. 5-7, 6-3, 6-4 il punteggio conclusivo, in due ore e 17 minuti totali.

Andreescu è uscita sconfitta, ma al termine di un altro grande match, in cui ha nuovamente mostrato le sue straordinarie doti dopo l’impresa degli US Open. Osaka dopo la vittoria agli Australian Open e diversi mesi di appannamento, ha ritrovato in oriente la forma migliore, quella che le ha permesso di vincere due Slam consecutivi.

A chi ha avuto la fortuna di assistere al match rimane la sensazione che, se la salute le assisterà, questo confronto potrebbe diventare un grande classico dei prossimi anni di WTA. Naomi completerà la sua settimana di successo vincendo anche la semifinale contro Wozniacki e la finale contro Barty. Dopo Indian Wells 2018, conquista in Cina il secondo Premier Mandatory della carriera.

Coco Gauff a Linz
Dopo Mosca 2018 con in finale due giocatrici nate nel 2001 (e la vittoria di Danilovic su Potapova), in Austria si registra un altro record di precocità. Vince l’International di Linz la quindicenne Coco Gauff (nata il 14 marzo 2004). Proprio come Danilovic in Russia, anche Gauff è entrata in tabellone da lucky loser, e ha sfruttato al meglio la seconda opportunità.

Coco supera in finale 6-3, 1-6, 6-2 Jelena Ostapenko. A 15 anni e 7 mesi è la più giovane vincitrice di un torneo WTA del decennio. Per trovare una tennista più giovane capace della stessa impresa occorre risalire al 2004 con la vittoria a Tashkent di Nicole Vaidisova (15 anni e 6 mesi).

WTA Finals di Shenzhen
Come sempre l’ultimo appuntamento importante della stagione è quello con il Masters. Per la prima volta si tiene in Cina, a Shenzhen, in una sede temporanea, in attesa che dal 2020 sia pronta la nuova Arena costruita ad hoc per la manifestazione.

Dopo i problemi con la lentezza del campo di Singapore (edizione delle Finals 2018), a Shenzhen il campo è solo leggermente più veloce, ma la sua costituzione “sabbiosa” crea problemi al fisico delle giocatrici.
Tutte sono provate dai tanti match stagionali e le conseguenze sono i forfait a torneo in corso. Si ritirano Osaka e Andreescu (subentrano le riserve Bertens e Kenin), mentre in finale si giocano il titolo la campionessa 2018 Elina Svitolina e Ashleigh Barty.

Arrivata all’ultimo atto del 2019 da numero 1 del mondo, Barty conferma anche alla fine del torneo il suo primato nel ranking a cui aggiunge la vittoria del torneo (6-4, 6-3).

Archiviato il Masters, si può trarre un primo bilancio annuale. Se si elencano le vincitrici dei principali tornei stagionali (i 4 Slam, i 4 Premier Mandatory e il Masters) è evidente la prevalenza della linea verde.
Andreescu (nata nel 2000) vincitrice di US Open e Indian Wells.
Osaka (nata nel 1997) vincitrice di Australian Open e Pechino.
Barty (nata nel 1996) vincitrice di Roland Garros, Miami e WTA Finals.

Solo Wimbledon e Madrid, vinti da Halep e Bertens (entrambe nate nel 1991) sono sfuggiti alla giovane generazione. In WTA gli anni ’10 si concludono con una stagione caratterizzata da un profondo rinnovamento.

Le puntate precedenti:

WTA, diario di un decennio: il 2010
WTA, diario di un decennio: il 2011
WTA, diario di un decennio: il 2012
WTA, diario di un decennio: il 2013
WTA, diario di un decennio: il 2014
WTA, diario di un decennio: il 2015
WTA, diario di un decennio: il 2016
WTA, diario di un decennio: il 2017
WTA, diario di un decennio: il 2018

Martedì 31 gennaio ultima puntata.

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