La Giorgi sbaglia troppo ma il doppio salva l'Italia (Viggiani). Italia, doppio tutto d'oro. Con la Grecia per sognare (Chinellato). Federer-Nadal, campioni per l'Africa (Gramigna). «Jannik, sei forte perché non hai ancora giocato contro di me» (Crivelli)

Rassegna stampa

La Giorgi sbaglia troppo ma il doppio salva l’Italia (Viggiani). Italia, doppio tutto d’oro. Con la Grecia per sognare (Chinellato). Federer-Nadal, campioni per l’Africa (Gramigna). «Jannik, sei forte perché non hai ancora giocato contro di me» (Crivelli)

La rassegna stampa di venerdì 7 febbraio 2020

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La Giorgi sbaglia troppo ma il doppio salva l’Italia (Mario Viggiani)

Missione quasi compiuta: a Tàllinn, l’Italia di Fed Cup grazie al doppio Paolini-Trevisan batte anche l’Estonia e ipoteca i playoff del Gruppo I zona Europa/Africa. E oggi contro la Grecia, magari con una terza vittoria, le ragazze di Tathiana Garbin sono chiamate a mantenere il primo posto nella pool B, in modo da evitare domani l’ucraina, che verosimilmente chiuderà in testa alla pool A, e giocarsi con la Croazia la qualificazione ai play-off del Gruppo Mondiale (2021), quelli che consentiranno di rientrare nella Serie A del tennis femminile a squadre. «Ho una squadra molto equlibrata, che quasi posso schierare a mio piacimento – le parole della Garbin – A differenza della Grecia che è priva di Maria Sakkari e può contare solo su un paio di ragazze. Vediamo se farò le stesse scelte o cambierò ancora». Al debutto in singolare, dopo il doppio perso con la Paolini contro la Spagna nel 2018, la 19 Cocciaretto è stata inappuntabile contro la coetanea Elena Malygina. Nel rispetto della dassifica Wta (lei n.153, l’altra 553), Elisabetta l’ha liquidata in 1 h 02′ con un doppio 6-1: precisa in ogni fondamentale, brava a picchiare soprattutto con il dritto, la Cocciaretto non ha mai avuto attimi di esitazione. «Non potevo desiderare una prestazione migliore. Non è facile giocare per l’azzurro, come pure andare in campo per prima, ma ho disputato una buona partita, prendendomela giusto un po’ per quei punti che magari ho buttato via». Anche Camila trovava un’avversaria inedita, ancorché ben nota come Anett Kontaveit, attuale n.22 del mondo e reduce dai quarti dell’Australian Open. Se l’è giocata alla pari, lei che dà spesso il meglio contro avversarie quotate, ma alla fine è uscita sconfitta per la solita manciata di punti: quelli del tie-break decisivo nel terzo set. Il set iniziale è stato la sagra dei break, sei in nove game, e alla fine è stata la Giorgi a pagare pegno per 6-3. Con un servizio decisamente più solido, nel secondo parziale Camila è salita di giri incassando il set per 6-4. Il terzo set è stato tutto in salita, con la Kontaveit che ha fallito anche una palla per il 4-0. La Giorgi lìha poi raggiunta sul 5 pari, poi però sul 3-3 del tie-break ha commesso un paio di errori che hanno virtualmente consegnato il successo alla padrona di casa. «E’ stata una partita che girata su pochissimi punti. Ho cercato di muoverla più che potevo, purtroppo ho sbagliato qualcosa di troppo». In doppio, poi, Paolini e Trevisan hanno spazzato via la coppia estone per 6-3 6-1 in 1h07.

Italia, doppio tutto d’oro. Con la Grecia per sognare (Davide Chinellato, La Gazzetta dello Sport)

E ora la Grecia. L’Italia supera 2-1 l’Estonia, conquista la seconda vittoria in due sfide della nuova Fed Cup a Tallinn, e oggi con le elleniche si giocherà il primo posto nel Pool B e il passaggio agli scontri di sabato con prima e seconda del girone A che varranno l’accesso alla qualificazione alla sfida al playoff per il ritorno nel World Group. La sfida con le padrone di casa, temuta alla viglia per il fattore campo e la presenza di Anett Kontaveit, numero 22 del mondo che infatti ha battuto Camila Giorgi 6-3 4-6 7-6 (4) nel secondo singolare, si è decisa in doppio, con Jasmine Paolini e Martina Trevisan che hanno battuto la coppia di casa Valeria Gorlats-Katriin Saar. Nel match di apertura Elisabetta Cocciaretto si era sbarazzata 6-1 6-1 di Elena Malygina. Tathiana Garbin pensa già alla Grecia: «Bisogna dosare le energie perché sarà il terzo incontro di fila di questa settimana e il dispendio sia fisico che mentale è pesante. Per fortuna, come dicevo, le nostre cinque ragazze sono intercambiabili» ha detto il capitano azzurro, che ha anche elogiato Cocciaretto per la prestazione in singolare: «Volevo dare la possibilità alla Cocciaretto di esprimersi in questo contesto. Non era facile vincere con tutto il tifo contro. Mi aspettavo tanto da Elisabetta, ma prima del match le ho suggerito semplicemente di giocare come sa e come sta facendo in allenamento. Avevo fiducia in lei e mi ha ripagato nel migliore dei modi. E’ il vantaggio di avere una squadra omogenea e che mostra sempre tanta disponibilità. Il merito è loro, il mio è molto relativo e sono fiera di guidare questa squadra».[…]

Federer-Nadal, campioni per l’Africa (Agostino Gramigna, Corriere della Sera)

E’ la prima sfida dei «Match for Africa» ad essere giocata in Africa. Ed è anche l’occasione per tentare di stabilire un nuovo record mondiale di spettatori. Sarà (o dovrebbe essere) tutto questo la partita di tennis che vedrà affrontarsi oggi Federer e Nadal a Città del Capo (Sudafrica), nella spettacolare arena sulla costa atlantica che ha una capienza di oltre 50 mila posti (43 mila biglietti sono stati già venduti). Si tratta di una sfida benefica il cui incasso servirà a raccogliere fondi per i progetti della «Roger Federer Foundation», destinati all’istruzione dei bambini africani. Non è una novità che le due leggende della racchetta si affrontino per una causa del genere. Accadde per la prima volta nel 2010 e si giocò a Zurigo e Madrid per sostenere il lavoro della fondazione. Da allora la serie «Match for Africa» del campione svizzero è diventata un appuntamento fisso. Federer gioca sempre contro un avversario che è nella top 10 dei migliori al mondo. Per ogni esibizione ha raccolto oltre un milione di dollari. A partire da Match for Africa 4, i giocatori hanno anche preso parte a una partita in doppio in cui scende in campo una celebrità. Federer ha scelto come compagno Bill Gates che giocherà al suo fianco anche in Sudafrica: si batteranno in doppio con Nadal e Trevor Noah, presentatore tv e comico sudafricano. Roger tiene molto a questa manifestazione. Nei giorni scorsi, agli Australian Open, dove ha affrontato (perdendo) Novak Djokovic, temeva di farsi male e di peggiorare il suo stato di salute rischiando di compromettere tutta la grandissima organizzazione messa in piedi per il «Match for Africa». […] Quel che è certo è che la sfida in Sudafrica gli sta a cuore: «Soprattutto ci tengono i miei genitori — ha detto Federer nei giorni scorsi —. C’è voluto tanto tempo per poterlo organizzare, ma ormai tutto dovrebbe essere a posto. Questa partita in Africa è un sogno diventato realtà. Giocherò nella patria di mia madre contro il mio rivale e amico più duro, Rafa Nadal. Io e lui condividiamo non solo l’amore per il tennis ma anche per la buona causa di dare ai bambini la possibilità di un inizio migliore nell’istruzione e nella vita. Sarà un momento irripetibile per la mia famiglia e per me». E anche per il suo avversario: «Roger e io abbiamo condiviso così tanti momenti magici dentro e fuori dal campo — ha detto Nadal —. Viaggiare con lui a Cape Town e giocare a beneficio dei bambini mi rende entusiasta. Sarà la mia prima volta lì, con Roger come guida turistica. Sarà divertente».

«Jannik, sei forte perché non hai ancora giocato contro di me» (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Il sole scalda appena la mattina sonnacchiosa di questa parte di Liguria che dal mare sale verso l’entroterra alle spalle di Bordighera. L’enorme tendone che nasconde e protegge i campi coperti del Piatti Tennis Center sembra un enorme materasso verde appoggiato alla collina. Un giorno come un altro. Ma verso le nove e mezza, il suono del citofono e la sagoma che appare dietro il cancello stanno per tempestare la quiete confortevole della quotidianità: eccolo, Rosario Fiorello, che si gode il giorno di riposo dalle fatiche festivaliere attraverso la sua più grande passione sportiva: il tennis. Racchetta in mano e tuta da riscaldamento, dispensa un sorriso per tutti intanto che aspetta Sinner: Jannik aveva un allenamento programmato in Francia con Tsitsipas, ma non si poteva negare un incontro allo showman più amato d’Italia. Quando il più giovane top 100 in classifica si palesa una mezzoretta dopo, inizia subito lo spettacolo pirotecnico: «Ciao, piacere, io sono Die Kleine Blume (piccolo fiore in tedesco, ndr)», lo accoglie Rosario scherzando sulla madrelingua tedesca di Sinner. E poi lo incalza: «Il mio amico Novak Djokovic mi ha parlato benissimo di te, ma non mi aveva detto che eri cosi alto. E comunque tutti sostengono che sei forte solo perché non hai ancora giocato contro di me». La dirompente personalità di Fiorello ha il potere di sciogliere la timidezza di Jannik. Fiore intanto diventa un torrente in piena: «Avevo nove anni quando entrai per la prima volta al circolo di Augusta, la mia città. Rimasi affascinato dal colore rosso della terra e decisi che avrei fatto il tennista. Andai a casa e lo dissi a mio padre, che fu piuttosto drastico quando gli spiegai tutte le cose che avrei dovuto acquistare per cominciare: “O fai il giocatore, o mangi. Scegli tu”. Così mi buttai sul calcio…». Ma il tennis si sarebbe comunque riproposto più tardi, nella carriera giovanile da animatore: «È uno degli sport classici di un villaggio turistico: mi sarebbe piaciuto praticarlo, ma in quella fase della mia vita coltivavo altri interessi, diciamo…». Armato con la racchetta di Djokovic (ma poi la cambierà con la sua, più leggera), raggiunge i campi coperti e inizia a scambiare con uno degli allenatori del Centro, fino a quando Piatti lo ferma per studiarne i movimenti con la video analisi: «Coach, più che l’analisi con il video alla mia età mi servirebbero le analisi del sangue».Quando dalla porta della tensostruttura emerge finalmente Sinner, Fiorello si è già speso per una buona mezz’ora e non manca di farlo presente: «Bravi, mi avete fatto stancare così per lui adesso è più facile». All’inizio si palleggia in scioltezza, Jannik lo insidia con qualche colpo sulla riga e l’altro rispondecon un paio di interessanti rovesci in slice. Ma siccome deve essere una cosa seria, arriva la richiesta quasi blasfema: «Jannik, vediamo come te cavi con il servizio. Batti a 160/170 all’ora. Anzi no: a tutta velocità». E quello gli catapulta un ace al centro del rettangolo: «Rosario, tranquillo, prima o dopo riuscirai a rispondermi. E a battere forte come batto io». […] Un rovescio sul nastro di Fiore chiude la contesa, gli abbracci sentiti e calorosi suggellano una prima volta divertentissima tra un grandissimo personaggio e un ragazzo che ha le stimmate per diventarlo attraverso lo sport che ama. Poi Fiorello si fa serio: «Lo sapete, sono amico di Djokovic e quindi apprezzo i campioni. Ecco, in questo incontro, anche se breve, ho intravisto in Jannik le qualità di Nole: giocava contro una pippa come me eppure ha rincorso ogni palla, si vedeva che non voleva lasciare nulla sul campo. Sono le doti di un potenziale fuoriclasse». […]

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