Australian Open 2021: l'assicurazione in scadenza e i quattro scenari possibili

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Australian Open 2021: l’assicurazione in scadenza e i quattro scenari possibili

Craig Tiley: “Mi piacerebbe che il circuito ripartisse a Melbourne”

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Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

Puoi essere previdente quanto vuoi ma, se la sfortuna si mette di traverso, c’è poco da fare. Ci riferiamo a Tennis Australia e alla polizza che copre anche le pandemie stipulata dall’Happy Slam. Sì, perché anche down under la lungimiranza è accompagnata dalla non indifferente disponibilità economica necessaria per ricorrere a certe coperture. La polizza, però, scadrà nei prossimi mesi, ben prima dell’edizione 2021. Una vera beffa se l’emergenza legata al Covid-19 dovesse ancora essere in corso impedendo lo svolgimento del torneo.

Alcuni giorni fa, è stato reso noto che il torneo di Wimbledon è assicurato per questo genere di eventi e potrà quindi limitare il “buco” derivante dai mancati introiti che la cancellazione dei Championships comporterà. A differenza delle stime del corrispondente del New York Times Christopher Clarey, secondo il quale il premio annuo pagato per tali assicurazioni si aggirerebbe tra i 200.000 e i 700.000 dollari a seconda dell’incasso della manifestazione, il Sydney Morning Herald parla addirittura di una cifra attorno ai tre milioni. La necessità di tutelarsi, almeno sui prati inglesi, sarebbe scattata dopo l’epidemia di Sars del 2002.

Accettando anche solo le stime più ottimistiche di Clarey, è intuibile che pochi tornei possano permettersi esborsi di tale entità. Non è evidentemente così per lo Slam di Melbourne, come conferma al quotidiano australiano Craig Tiley, direttore del torneo: “Oltre a Wimbledon, eravamo probabilmente una delle poche organizzazioni sportive ad avere un’assicurazione contro le pandemie. Ma in luglio scade.

Tiley non mostra però segni di preoccupazione e continua: Abbiamo due tipi di copertura: un fondo di riserva e, inoltre, abbiamo stipulato un’assicurazione. Perché il fondo non può coprire tutto. Ora, però, stiamo discutendo con la stessa società assicurativa su come apparirà il futuro. È interessante perché loro devono decidere se assicurare contro una pandemia”. E suggerisce che probabilmente, è un buon momento per farlo, perché il mondo sarà pronto per la prossima, se ci sarà. Ha forse preso una frase da un recente intervento di Bill Gates sul tema coronavirus? In ogni caso, con l’ottimismo che deriva da una distorta idea statistica, conclude l’argomento: “Finita questa pandemia, l’eventualità che ciò si ripeta – il modo in cui il mondo dovrà mobilitarsi e fermarla di nuovo – sarebbe molto improbabile”.

GLI SCENARI POSSIBILI – Sensazioni che suscitano le parole di Tiley a parte, Tennis Australia sta ipotizzando le condizioni legate a quella che si spera non sarà più un’emergenza quando sarà la volta dell’edizione 2021 dell’AO, così da trovarsi preparata per adottare le misure più adatte. Una di queste situazioni è la ripartenza del circuito proprio da Melbourne. “Ci piacerebbe” dice Tiley. “Un altro scenario è il ritorno senza spettatori, come stanno ora considerando la Lega Football e la Lega Rugby. Un altro ancora è giocare in un diverso periodo dell’anno e il quarto è il peggiore: nessun Australian Open fino al 2022.

È vero che sul Sars-Cov-2 non è riportata alcuna data di scadenza ma, quando siamo ancora ad aprile, l’ipotesi della nuova stagione che non parte mette un po’ d’ansia. Preferivamo il Tiley ottimista. Dobbiamo prepararci per tutti e quattro gli scenari, costruire un modello finanziario per ognuno. La buona notizia è che si è giocato quest’anno, così abbiamo un po’ di soldi; però si esauriscono in fretta se non abbiamo entrate”.

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