Perché Daniil Medvedev è un avversario così scomodo

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Perché Daniil Medvedev è un avversario così scomodo

Con l’aiuto dei numeri, proviamo a capire perché è così difficile giocare contro il russo (e Nadal può confermarlo)

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Daniil Medvedev - ATP Cup 2020 (via Twitter, @ATPCup)
 

Rimarranno tante questioni irrisolte al termine della stagione tennistica 2020, che sembra più destinata verso la chiusura definitiva piuttosto che una graduale ripresa. Il reset forzato dall’epidemia di Sars CoV-2 ha aiutato chi prima della ripartenza si trovava in difficoltà fisica o mentale, ma ha anche cancellato mesi di carriera preziosi per i veterani (tra cui i Big Three) e bloccato la crescita di tanti giovani, molti dei quali speravano di affermarsi definitivamente entro la fine dell’anno. Tra questi c’è il finalista degli US Open 2019 Daniil Medvedev, che tra l’estate e l’autunno della scorsa stagione ha dimostrato di potersela giocare con chiunque nel Tour ATP.

Ma da dove deriva la vera forza del giocatore russo? Alto 198 centimetri per 83 chili di peso, l’arma più potente di Medvedev è senza dubbio il servizio, in continuo perfezionamento negli anni anche grazie a una squadra di studiosi che guarda all’analisi biomeccanica del suo movimento. Una ricerca pubblicata sul sito dell’ATP, che prende in considerazione dati dall’inizio della stagione 2019, ci permette di studiare anche i colpi da fondocampo del numero 5 del mondo e spiega perché è così difficile progettare un piano di gioco efficace contro di lui.

Prima vengono divisi i tipi di punti giocati in tre macro-categorie: quelli con scambi da 9 o più colpi, tra i 5 e gli 8 e tra 0 e 4 colpi. Vedremo che Medvedev è estremamente competitivo nei due casi più “estremi”, molto meno quando lo scambio è di media lunghezza. Partiamo dagli scambi prolungati. Chi ha visto almeno un set di un match di Medvedev sa bene che gran parte dei punti finiscono per essere estenuanti scambi da fondo. In valore assoluto il russo è quello che nel Tour ATP gioca più scambi da 9 o più colpi. Ad oggi sono 1393 per l’esattezza, quasi 90 in più rispetto a Monfils, secondo, e oltre cento più di Novak Djokovic, che è il terzo dell’elenco.

Ciò che è importante sottolineare è che oltre la metà di questi punti (il 52,5%) Medvedev se li porta a casa (il primo è Nishioka, che ne vince il 56,6%). I suoi colpi piatti e la sua regolarità gli consentono di vantare una delle statistiche migliori in questo settore del gioco. Ma, come detto, non finisce qui. Se così fosse, basterebbe adottare una tattica ultraoffensiva per giocare il minor numero di scambi prolungati e le chance di vittoria si alzerebbero dal lato dell’avversario. Niente di più sbagliato. Medvedev ha anche la percentuale più alta in assoluto di punti vinti tra 0 e 4 tiri, il 54,98%, davanti anche a Federer e Djokovic, rispettivamente 53,75% e 53,54%.

Ecco perché il russo è un avversario così scomodo per chiunque nel circuito maschile. Non è possibile etichettarlo come rematore da fondocampo o come un giocatore offensivo, amante del servizio e dritto. Sa essere estremamente efficace sia sotto l’una che sotto l’altra veste. L’unico dato in cui Medvedev non vanta buone percentuali è nel caso intermedio degli scambi tra 5 e 8 colpi. Ne vince il 50,86%, una statistica più umana dal momento che ben 24 giocatori fanno meglio di lui.

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