Tanti auguri a 'Bisteccone' Galeazzi, cantore inimitabile del tennis e dello sport italiano - Pagina 2 di 2

Italiani

Tanti auguri a ‘Bisteccone’ Galeazzi, cantore inimitabile del tennis e dello sport italiano

Ubitennis festeggia il compleanno di Giampiero Galeazzi, che in una simpatica intervista si racconta ai lettori. Dalle imprese come canottiere alla “buca” del Foro Italico alle trasferte impossibili in Davis. Definisce Tommasi un “maestro” e il direttore Scanagatta “il bastian contrario”

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(foto Giallovip.it)
 

LENDL-McENROE A PARIGI NELL’84, IL RAPPORTO CON TOMMASI, SCANAGATTA “BASTIAN CONTRARIO” (Dal minuto 20 al minuto 25) – Dopo un veloce passaggio sulle famose telecronache di canottaggio e canoa già citate prima, si passa a quella della finale del Roland Garros 1984 tra Lendl e McEnroe.

Fu McEnore a perdere la finale credendola già vinta o bravo Lendl a riprenderla sotto di 2 set a 1 e di un break nel quarto?

“Lì per due set McEnroe giocò da Dio. Poi Lendl grazie alla sua caparbietà fu capace di recuperare contro tutto e tutti. Una partita eccelsa, magnifica”.

Il dualismo Rai-Pay tv, il rapporto con Tommasi, Clerici e il nostro Direttore, le sfide nei vari tornei riservati ai giornalisti.

-Le cronache parlano di una memorabile sfida vinta su Tommasi….

“Giocammo a Perugia perché quell’anno a Roma pioveva. Noi ci siamo affrontati ovunque, a Calcutta, a Varsavia… Rino era più grande di me, era di una categoria superiore. Io affrontavo il tennis come passatempo, per lui era una religione. Ricordo questa partita che io vinsi al tie-break del terzo set e poi rimasi per due ore nello spogliatoio piegato dalla fatica. Il povero Rino ci rimase molto male. Ma non è che ho battuto Tommasi perché ero più forte. Ho vinto solo perché la vecchiaia contava più dell’allenamento”. Fra i due ci sono 12 anni di gap anagrafico.

E con Ubaldo? “Beh, Ubaldo è sempre stato il bastian contrario (la redazione di Ubitennis concorda, ndr), quello che cerca sempre il cavillo nella questione, anzi la trave. Era uno che di tennis ne sapeva moltissimo, era sempre informato e noi ne sapevamo molto meno di lui. È sempre stato uno molto attento, che ci ha sempre punzecchiato, quello che trovava sempre una critica per chi non era informato come lui. Un discepolo del tennis. E guai a chi gli toccava Tommasi e Clerici”.

FEDERER, NADAL E DJOKOVIC (dal minuto 25 al minuto 28) – Non si può non parlare dei tre campioni del tennis odierno, Federer, Nadal e Djokovic. Federer ho avuto la fortuna di commentarlo quando esordì contro l’Italia in Davis a Neuchatel. Si vedeva che sarebbe potuto diventare un gran giocatore, certo non il Dio campione che è diventato, il più grande di tutti i tempi. Ha sempre avuto un fisico perfetto per il tennis. Io lo metterei nella lista dei più grandi, al pari di personaggi ….come ad esempio Cassius Clay.

Su Nadal?

“Nadal non muore mai, abbiamo sempre detto questo appena si rompe non lo vediamo più e invece è sempre là. L’atleta per antonomasia, con Federer, altro che Coppi e Bartali. Hanno messo da parte Borg e McEnroe. Le loro finali dell’80 e dell’81, il famoso tie-break, sembravano le partite perfette, invece Federer e Nadal hanno alzato l’asticella”.

E Djokovic?

“È simpatico, intelligente, parla perfettamente l’italiano, è tornato molto forte dopo l’infortunio, ho sempre fatto il tifo per lui. Dobbiamo tenerci stretto questo trio”.

IL MOMENTO ATTUALE DEL TENNIS ITALIANO (dal minuto 29 al minuto 30) – E cosa pensi del momento del tennis italiano con i vari Fognini, Cecchinato, Berrettini? 

“Questa è una squadra che può arrivare molto in alto in Coppa Davis, anche se la Coppa Davis è ormai un giocattolo nelle mani di speculatori economici più che uomini di tennis. Tutto in una settimana, orari impensabili… Mica è facile andare a vincere a Zagabria o a Calcutta o a Maceiò o a Londra, insomma non c’è più, questa è un’altra cosa. La sintesi perfetta tra la vecchia Coppa Davis e il nuovo format.

I FIGLI GIORNALISTI, LA POPOLARITA’, L’AFFETTO DEL PUBBLICO (dal minuto 31 al 34) – Due figli giornalisti, Susanna (conduttrice del TG5) e Gianluca (oggi a La7 ma visto anche a Supertennis).

Hai lasciato fare a loro, hai cercato di dissuaderli?

“Gianluca è come Ubaldo Scanagatta, un discepolo del tennis. Nel senso che poteva fare il tennista, poi purtroppo ha avuto dei problemi alla schiena, ma poteva emergere come tennista e non lo dico perché è mio figlio. Si è avvicinato al tennis, ora segue la cronaca ma non ama il giornalismo d’assalto di oggi. Me li sono trovati giornalisti e io non ho mai spinto in questo senso. Anche perché il giornalismo oggi sta cambiando. Non ha più il fascino pionieristico di un tempo. Oggi basta vivere di relazioni e avere un computer, una volta si andava sul posto.

L’esperienza a Domenica In, le imitazioni del trio Solenghi-Marchesini-Lopez, il grande affetto del pubblico.

“Io sono stato il primo… trasformatore, era inimmaginabile che un giornalista passasse allo spettacolo, che uno svestisse il camice da dottore per diventare paziente. Ho avuto molte critiche dai miei colleghi che mi dicevano di non fare il buffone. Ma io vedevo che a me certe cose riuscivano con gran naturalezza, saltare, ballare. Poi quando c’era lo sport tornavo ad essere Giampiero Galeazzi. Io vedevo il pubblico che apprezzava questo mio essere così, alla fine sono riuscito a mettere tutti d’accordo e sono diventato il Bisteccone nazionale”.

“COSI’ VA IL TENNIS” (minuto 35) – Hai usato spesso nelle telecronache la frase “Così va il tennis” per indicare una rimonta inaspettata, un esito imprevisto.

“Lo sport è la vita, c’è tutto, un momento di amarezza, un momento di gioia. Non capisco quelli che mi dicono ‘dello sport non so nulla’, lo sport è tutto”.

LA DEDICA A TOMMASI –  Giampiero a fine intervista chiede di poter fare ancora un intervento. E’ dedicato a Rino Tommasi e alla sua professionalità. “E’ un “maestro” al quale devo tanto nel percorso della sua carriera. Lo riascoltiamo dalla sua voce.

Non c’è dubbio che la grande forza comunicativa di Galeazzi durante le sue telecronache ce lo facesse sentire proprio come uno di noi, un appassionato di sport, un tifoso, un sostenitore dei colori italiani che in certe situazioni proprio non si riusciva a trattenere (come quando siamo sulla poltrona e ci contorciamo per le vicende dei nostri beniamini). Giampiero probabilmente nei suoi studioli, nelle sue postazioni sempre troppo anguste per la mole che aveva messo su con il passar degli anni, soffriva più di noi. E ci trasmetteva questa sofferenza.

Ma c’era un’altra grande caratteristica nelle telecronache di Galeazzi: quella di saper destare l’attenzione dei telespettatori inventandosi qualcosa laddove lo spettacolo sportivo proprio non riusciva ad esaltare. Curiosi, divertenti, a volte discussi, sono stati tanti soprannomi affibbiati ad alcuni tennisti. Forse il più famoso è rimasto “Tacchino freddo” affibbiato a Stefan Edberg, per sottolinearne quelli che lui interpretava come limiti caratteriali (che forse erano apparenti ma non c’erano). Giampiero stravedeva per Becker, “Bum bum”, Rino Tommasi invece era il più grande estimatore dello svedese e non riusciva a mandar giù quel soprannome gradendo molto di più quello coniato da Gianni Clerici: “l’agnolo biondo”, .

Ecco qualche esempio di prontezza di spirito. 1986, Palermo, sfida di Davis Italia-Paraguay, si affrontano Claudio Panatta e lo sconosciuto Chapacu, un match soporifero e privo di spunti. La regia indugia su una signora che sbatte i panni da un balcone. Il rumore rimbomba durante la telecronaca. Giampiero coglie l’occasione al volo: “Beh, è giusto così, sempre prima il dovere e poi il piacere!”.

Secondo turno Roland Garros 1989. La Rai trasmette il programma del Centrale (allora non esisteva la possibilità di switchare su un altro campo se non per seguire in via del tutto eccezionale le partite di qualche tennista italiano). In campo Boris Becker ed il francese Eric Winogradsky, sconosciuto ai più. Match senza gran storia. Ivana Vaccari che è al fianco di Galeazzi si lascia scappare un apprezzamento di natura estetica sul bel ragazzo francese. Giampiero da quel momento non si lascia sfiuggire l’occasione di punzecchiare la povera Vaccari…”Il tuo bell’Eric sta giocando un buon match… il tuo preferito non sta demeritando…, ma mi sa che questa partita la vincerà Becker.” e così via. In un’altra edizione del Roland Garros c’è Llodra che sta giocando un buon match. La telecamera fa su di lui un gran primo piano: Giampiero si inventa un “sembra uno chansonnier di Montmartre con questa pettinatura!”.   Anni addietro Forget era diventato “l’ultimo dei romantici”: il suo tennis d’antan, secondo Giampiero, ricordava quello dei tempi delle racchette di legno.

Giampiero si scatenava quando un tennista italiano compieva una grande impresa. Ne diventava il primo tifoso (magari Gianni Clerici si sarebbe scandalizzato). Come non lasciarsi contagiare dal suo genuino entusiasmo quando Canè vince al quinto contro Wilander nella sfida con la Svezia in Davis a Cagliari, Galeazzi (come noi) non sta nella pelle. Grida su un tuffo vincente di Cané sotto rete, si inventa Panatta “psicologo che sul lettino ha fatto stendere Paolo per calmarlo. Paolo non riusciva proprio a controllare le sue emozioni, il suo nervosismo”.

Non mancano però nemmeno i momenti di rabbia, come nel corso nella sfida di semifinale del ’96 a Nantes quando si sta consumando la rimonta francese ai nostri danni. Ultimo singolare, siamo 2-2, Boetsch-Gaudenzi, il francese avanti due set a zero. Andrea cerca di vincere il tie-break del terzo, 8-8. Scambio prolungato, palla di Andrea vicino alla riga, buona per il giudice di linea, ma non per l’arbitro australiano Wayne McKewan che fa un “Overrule“, il primo della partita. Per lui è fuori. Panatta è furibondo. Si alza come una furia dalla sua panchina e comincia a scuotere il seggiolone dell’arbitro. Ci manca poco che non venga alle mani con il gigantesco supervisor e giudice arbitro svedese Stefan Fransson. Giampiero dalla sua postazione non è meno furioso di Panatta: ”Ha visto la palla buona e l’ha chiamata fuori, è in malafede, incredibile!”.

Tanti auguri di buon compleanno dalla redazione di Ubitennis, con l’abbraccio più affettuoso del direttore, Ubaldo Scanagatta che molto ha sorriso quando gli ho raccontato come affettuosamente Giampiero lo avesse definito: “Bastian contrario!”

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