Auguri Nole! 33 momenti di Djokovic - Pagina 3 di 3

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Auguri Nole! 33 momenti di Djokovic

Abbiamo scelto 11 partite, 11 colpi e 11 frasi per celebrare il compleanno del N.1 ATP

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Novak Djokovic - Wimbledon 2019 (via Twitter. @wimbledon)
 

9 – Wimbledon 2018, Djokovic b. Nadal 6-4 3-6 7-6 (9) 3-6 10-8

La partita della fenice, forse la più spettacolare fra i due in termini di varietà. Gli ingredienti ci sono tutti: la notte di riflessione, i colpi puliti del tennis indoor, un Nadal molto più offensivo che in passato, la memoria della semifinale fra Anderson e Isner da cancellare. Dopo l’enorme delusione parigina con il Ceck, e dopo essere riuscito a perdere una finale al Queen’s facendosi annullare match point da Cilic (!), questa vittoria – con il corollario di una finale già vinta – ha segnato l’inizio della seconda carriera di Nole, umanizzato da un biennio di crisi ma rasserenato dal ritorno del suo vecchio team, e forse ancora più consapevole dei propri mezzi.

Due set pari, 7-7 al quinto, palla break per Nadal: c’è un momento migliore per tirare un passante del genere?

“[il match con] Cecchinato ha fatto sì che mi rendessi conto di molte cose dopo aver perso contro di lui al Roland Garros. Ero molto molto deluso della mia performance di quel giorno. Avevo cominciato a giocare bene a Roma, ho disputato altri ottimi match al Roland Garros e poi sentivo che stavo un po’ calando. Naturalmente gli va riconosciuto che ha disputato un torneo fantastico. Sentivo che ero così vicino al livello desiderato ma che avevo sbagliato quel match. Ho dovuto staccare un po’ e sono andato a fare trekking con mia moglie per cinque giorni nelle montagne francesi. Eravamo soli e vedevamo le cose da un’altra prospettiva. Da quel momento, il tennis è stato diverso per me”.

10 – Roma 2019, Djokovic b. Del Potro 4-6 7-6 (6) 6-4

Già titolari di una splendida semifinale a Wimbledon del 2013, il match del Foro ha tinte molto più malinconiche, perché è stata forse l’ultima volta in cui abbiamo visto a confronto due rivali che si sarebbero dovuti affrontare molto più spesso negli anni, limitandosi a una finale Slam e un primo turno olimpico, fra le altre cose, a causa della malasorte di Palito. Francamente superato da un avversario che pareva avergli rubato il rovescio lungolinea, Djokovic salvò due match point nel tie-break (il secondo lo potete vedere di seguito), ma la partita salvò il torneo, facendo dimenticare la pioggia e le baruffe chiozzotte di due giorni prima.

11 – Wimbledon 2019, Djokovic b. Federer 7-6 (5) 1-6 7-6 (4) 4-6 13-12 (3)

Didascalica ma inesorabile. Forse un pelo meno qualitativa di quella del 2014, ma la finale più lunga di Wimbledon, il primo tie-break al quinto nella storia del maschile, il tifo contro, e soprattutto quei due match point salvati in una partita in cui a tratti era stato dominato. Proprio il fatto di aver accettato la superiorità dell’avversario per concentrarsi sui momenti decisivi ci dice della supremazia mentale di Nole sulla sua sfera d’influenza. Nell’ultima puntata di “The Last Dance”, Michael Jordan ha detto che quel titolo è forse il suo preferito per il modo in cui è riuscito a esercitare un controllo totale sul corpo e sulla mente, vincendo nuovamente per la sua capacità di essere presente. Ecco, questa è forse il magnum opus di Djokovic per lo stesso motivo.

Il penultimo ‘momento’ della nostra carrellata, nonché l’ultimo tra i punti, è il punto che vale a Djokovic il match point che non mancherà di trasformare. Un quindici in cui Nole colpisce solo rovesci: l’ultimo è un lungolinea vincente, meraviglioso.

È stata la partita più impegnativa e dura mentalmente che abbia mai giocato. Contro Nadal sono state più dure fisicamente, questa ha avuto un livello di stress mentale fuori da ogni immaginazione. In queste partite vivo una costante battaglia con me stesso più che con quello che succede fuori. Sembrerà stupido, ma quando cantano ‘Roger’, io provo a convincermi che dicano ‘Novak”.

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