Italiani
Le regine del Roland Garros: il favoloso destino di Francesca Schiavone
Il 5 giugno 2010 è una giornata storica per il tennis e lo sport italiano. Francesca Schiavone trionfa al Roland Garros battendo in finale Samantha Stosur; prima donna italiana a vincere un Major e primo titolo Slam azzurro dopo la vittoria di Panatta a Parigi nel 1976

“SCHIAVO, NOTHING IS IMPOSSIBLE” – È vero, niente è impossibile quando si parla di Francesca Schiavone. La frase, fatta stampare sulle t-shirt dagli amici dell’azzurra prima di partire alla volta di Parigi per assistere alla sua finale contro la Stosur, riassume in qualche modo il destino della campionessa milanese. Francesca ha fatto della grinta e della resilienza, dentro e fuori dal campo, una filosofia di vita. Niente è impossibile, Francesca, come vincere a quasi 30 anni il Roland Garros, da numero 17 del mondo, dopo 12 anni di carriera. Quando nessuno avrebbe immaginato che lei, dal tennis geniale, imprevedibile ma altrettanto ‘difficile’, avrebbe sbaragliato avversarie favorite sulla carta, migliori in classifica e affamate di primi grandi successi come Li Na, Elena Dementieva, Caroline Wozniacki e Samantha Stosur.
Eppure, una dopo l’altra, Francesca le fa cadere come birilli, stordite da un tennis fantasioso, brillante, intelligente e audace. Fino allo storico 5 giugno. La finale contro Stosur è un gioiello. La partita della vita per l’azzurra che, senza il minimo timore, disputa un match perfetto tecnicamente e mentalmente, sovrastando un’avversaria stranamente insicura – resa però tale dalla sicurezza di ‘Schiavo’ – con lo score di 6-4 7-6(2) in un’ora e 38 minuti di gioco. È il primo, storico, successo Slam di una tennista italiana. Ma facciamo un passo indietro.
TENNIS IN CRESCENDO – Schiavone arriva a Parigi reduce dalla vittoria al torneo di Barcellona (terzo titolo della carriera fino a quel momento, dopo Bad Gastein nel 2007 e Mosca nel 2009) e indossando la casacca di numero 17 in classifica. Il primo turno si rivela alquanto ostico poiché contro la russa Regina Kulikova, Francesca è costretta a rimontare dopo aver ceduto il primo parziale per 7-5. La reazione è però immediata e vince il match con lo score di 5-7 6-3 6-4. Un segnale? Forse, perché da quel momento la Leonessa non perderà più un set – saranno tredici consecutivi – mettendo in campo, match dopo match, un tennis dal coefficiente di difficoltà progressivamente più elevato con variazioni e un’idea d’attacco più o meno continua. Francesca regola la pratica Sophie Ferguson al secondo turno con un doppio 6-2, ma il suo torneo comincia ad assumere una dimensione differente quando rifila all’undicesima favorita Li Na – Schiavone ovviamente non può saperlo, ma se la ritroverà di fronte in finale un anno dopo – un perentorio 6-4 6-2.
Agli ottavi affronta un’altra russa, la trentesima testa di serie Maria Kirilenko. ‘Schiavo’ non si scompone e si regala un’altra vittoria convincente con un doppio 6-4. Il livello di difficoltà sale ma anche la numero tre del mondo Caroline Wozniacki non riesce a vincerle un set, fermandosi anzi a quota cinque game (6-2 6-3). A questo punto Francesca è già nella storia del tennis italiano poiché è diventata la prima tennista a qualificarsi per la semifinale di uno Slam. Ma evidentemente, non è finita qui.
Sul suo cammino si profila la terza sfida contro una tennista russa, Elena Dementieva, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Pechino e una delle più forti giocatrici al mondo a non aver mai vinto uno Slam. Il primo set è combattuto e Francesca riesce ad aggiudicarselo solo al tie-break. Poi Elena è sfortunata poiché un infortunio al polpaccio la obbliga ad abbandonare il campo. Il sogno italiano continua. Schiavone è adesso la prima italiana (donna) ad issarsi in una finale Slam, per giunta sulla terra splendente del Roland Garros, suo torneo prediletto.
IL BACIO PIÙ BELLO – Le scene dei baci più memorabili e commoventi hanno fatto la storia del cinema, come ci insegna la struggente sequenza del film di Giuseppe Tornatore, Nuovo Cinema Paradiso. Ma anche il tennis ha i suoi baci storici. Baci (e abbracci) di passione, lacrime, gioia e orgoglio, stampati su coppe, racchette, erba, terra e cemento. O sulle labbra della persona amata. Francesca, distesa a terra, che bacia a lungo il suolo del Philippe Chatrier dopo il rovescio steccato da Stosur sul match point azzurro è una delle immagini più belle della storia del tennis. In quell’abbandonarsi sull’ocra parigina c’è tutta la storia d’amore di Francesca con il tennis, la passione per la terra rossa che, quel 5 giugno 2010, ha saputo riconoscerle la grandezza, dopo anni di sacrifici, dedizione e battaglie.

“Per alcuni secondi c’eravamo solo io e lei, la mia terra” ha ammesso ‘Schiavo’ in una recente intervista a Sport Week. “Mi sono stesa e l’ho baciata. Bellissimo, indimenticabile. Il rosso è stato il terreno dove sono cresciuta come tennista e dove ho vinto di più”. E in un’altra intervista di alcuni giorni fa, rilasciata a Gaia Piccardi per il Corriere della Sera, ha ricordato: “È buffo: ricorda più il corpo della mente, la sensazione della pancia e delle gambe per terra sul centrale ruvido“.
In finale, Stosur era favorita – almeno sulla carta, da n.7 del mondo. Tennista coriacea, potente, completa, dal kickkone di servizio fastidioso e capace di un top spin complicato da gestire. Ma la Leonessa affila gli artigli e passa all’attacco. Disegna il campo alla perfezione, scende a rete appena possibile e le ruba il tempo. In campo è una gazzella, veloce e chirurgica. Ancora a Sport Week, la stessa Francesca, ripensando a quella finale, ha detto di aver saputo trovare la chiave per contrastare un’avversaria pericolosa: “Come l’ho battuta? Con una scelta tattica […]. Avevo deciso che contrariamente al solito avrei aggredito il suo servizio. Lei giocava molto bene il kick, soprattutto sul rovescio. La mia scelta è stata fare due passi dentro al campo per colpire la pallina nella fase ascendente, d’anticipo. Sapevo che l’avrei sorpresa, non se lo sarebbe mai aspettato. Perché è molto difficile rispondere in questo modo giocando a una mano. Cosi è stato. Avere uno schema preciso prima di entrare in campo voleva dire aver già fatto più del cinquanta per cento per vincere. E in ogni caso nella mia testa c’erano anche un piano B e un piano C“.
Insegnamenti preziosi, soprattutto per molte giovani tenniste che, troppo spesso, si ostinano a rimanere inchiodate a fondo campo senza modificare di una virgola uno schema di gioco ormai meccanicizzato.
Oltre al timing perfetto nel gioco di volo e nell’impatto con la palla da fondo, proprio il suo magnifico rovescio ad una mano svolge un ruolo determinante nell’esito straordinario di quell’incontro. Ancora al Corriere, ‘Schiavo’ ha confermato lo stato di grazia di quel 5 giugno 2010 e la particolare fiducia nella risposta di rovescio. “Ero totalmente calata nel momento e nella situazione. Ricordo il pensiero prima dell’ultimo punto: mandami la palla, che la gioco come voglio io. Se mi servi sul rovescio, io la colpisco alta, in anticipo, e te la rimando sul rovescio. Io posso, io faccio, io, io, io. Zero paura, soltanto positività“. Rovescio che invece tradisce una Samantha Stosur destabilizzata dal piglio vincente di Francesca. Sul 6-4 6-6 (6-2) in favore della milanese, l’australiana stecca. Il sogno diventa realtà e, 34 anni dopo il successo di Adriano Panatta, sul Philippe Chatrier viene suonato di nuovo l’inno di Mameli.
I risultati della stagione le consentono di partecipare alle WTA Finals di fine anno, dove si fermerà ai gironi a causa della sconfitta proprio contro Sam Stosur. All’inizio della stagione successiva Francesca raggiunge il suo best ranking come numero 4 del mondo. Come anticipato, chiamata a difendere il titolo a Porte d’Auteuil nel 2011, raggiunge di nuovo la finale. Sfortunatamente, all’ultimo round contro Li Na, Francesca è vittima di un’infausta chiamata arbitrale che condiziona inesorabilmente l’andamento del match. Non c’è la vittoria ma resta la conferma di essere entrata nella storia del tennis e sicuramente del torneo parigino. In carriera Francesca vincerà in totale otto titoli a fronte di 12 finali perse. Eppure la battaglia più importante l’ha vinta lo scorso anno, quando ha sconfitto il tumore ed è tornata a sorridere come e più di prima. Infinita Leonessa, in campo e fuori.
ATP
Italiani in campo sabato 30 settembre: a Pechino Arnaldi sfida Jarry, esordio per Trevisan e Cocciaretto
Matteo Arnaldi cerca un posto nei quarti. Cocciaretto e Trevisan nel main draw, Bronzetti al turno decisivo delle qualificazioni

Chissà se Nicolas Jarry ha ancora gli incubi notturni in tonalità azzurra. Fatto sta che incrocerà nuovamente i colori italiani anche all’ATP di Pechino. Sarà Andrea Arnaldi il suo avversario agli ottavi del torneo. Per il sanremese la speranza di procedere spedito in questa competizione.
Come al solito, in terra cinese, week-end denso di appuntamenti e il sanremese avrà modo di mettere in difficoltà il n. 1 di Cile. La sfida tra questi due tennisti è la prima in assoluto. Start alle ore 6.30 italiane di sabato.
Le quote pendono dalla parte del cileno favorito a 1.75 contro i 2.20 dell’azzurro sui principali bookmaker, con qualche oscillazione, nelle ultime ore, in favore dell’azzurro.
In campo femminile, Elisabetta Cocciaretto sfiderà Marta Kostyuk nel primo turno WTA 1000 di Pechino. L’azzurra sarà in campo alle ore 6.30 contro l’ucraina apparsa in gran forma nell’ultimo periodo. Unico precedente tra le due tenniste è quello del torneo 2023 di Miami, con l’azzurra sconfitta 6-3 6-2. Cocciaretto sfavorita a 2.85, mentre la vittoria dell’ucraina è quotata 1.39. Martina Trevisan, invece, sfiderà Tatjana Maria nel primo turno del WTA di Pechino. Unico precedente tra le due tenniste risale al 2019 al torneo di Acapulco. Tedesca che vinse in due set. Quote pressoché alla pari, con il divario più ampio offerto da bwin: Martina 1,87, Tatjana 1,90.
Sempre a Pechino, si completeranno le gare per l’ingresso nel tabellone principale del torneo. In campo l’azzurra Lucia Bronzetti alle ore 8.00 italiane. La n. 65 del ranking affronterà Ashlyn Krueger. Non ci sono precedenti tra le due, con le quote che vanno da 1.64 di Eurobet per l’americana a 2.18 per l’italiana.
Flash
ATP Pechino: bel colpo di un Musetti in crescita. Khachanov sconfitto in tre set, ora super sfida Alcaraz
Lorenzo Musetti pare aver ritrovato buone sensazioni e vince alla distanza un match per larghi tratti ben giocato contro Karen Khachanov. Ora lo attende il N.1 del tabellone

L. Musetti b. K. Khachanov 6-3 1-6 6-2
Lorenzo Musetti batte Karen Khachanov per 6-3 1-6 6-2 in 1 ora e 54 minuti nel primo turno del China Open a Pechino. Una partita che lo vedeva sfavorito da pronostico, anche perché il russo veniva da un torneo vinto a Zhuhai e Lorenzo da un periodo non troppo positivo, ma l’italiano ha dimostrato, perlomeno nel primo e soprattutto nel terzo set, di essere comunque in crescita sia a livello di fiducia che di tennis. Forse la semifinale della scorsa settimana a Chengdu lo ha aiutato a ritrovare buone sensazioni, mentre il lungo periodo di inattività del russo prima del torneo conquistato lo ha probabilmente stancato alla distanza, favorendo la classe del carrarino, autore nel terzo parziale di una performance convincente come non se ne vedevano da tempo. A Lorenzo ora non resta che attendere il vincente dell’incontro tra Carlos Alcaraz e Yannick Hanfmann per conoscere il suo avversario di ottavi di finale.
Primo set: si va a strappi, ma quello decisivo premia Musetti
Khachanov vince il sorteggio e sceglie di ricevere, ma Musetti non ha alcun problema a incassare il primo gioco a -15. Un buon inizio per Lorenzo, che tiene i colpi profondi e non soffre le pallate piatte del russo, soprattutto sulla diagonale del rovescio. E gli effetti di questo splendido start si vedono subito, con un break immediato ottenuto ai vantaggi e alla seconda chance, dopo una rimonta da 40-0, un passante di rovescio sontuoso solo di polso e un dritto inside-in che lascia fermo l’avversario.
Ma l’allungo sul 3-0 è un’illusione, perché il moscovita, prese le misure del campo e limitati i gratuiti, rientra sul 3-3, approfittando di un vistoso calo dell’italiano, tra doppi folli e poca precisione nel palleggio. È l’ultimo scossone del parziale? Neanche per idea, perché il n° 2 d’Italia si aggiudica nuovamente tre game di fila e intasca al contempo il set. Un ulteriore strappo arrivato grazie al miglior punto della partita sulla palla break che vale a Musetti il 5-3, con una serie di recuperi sulle bordate di Karen e, una volta ribaltato lo scambio, con una smorzata sulla quale il russo arriva senza fiato. È lo scambio che porta Musetti a servire per il set, e il game di battuta tenuto a -30 è la ciliegina sulla torta di un parziale nel complesso molto ben giocato dall’azzurro.
Secondo set: Khachanov cambia marcia, 6-1 per lui
Il secondo set è però tutta un’altra storia. Se avevamo detto, fin qui, di come si fosse andati di tre game in tre game, per l’uno o per l’altro giocatore, l’inizio di un nuovo parziale non sembra cambiare tale tendenza. A riuscire però questa volta a breakkare subito è il russo, che decide di imporre un altro ritmo alla partita e agli scambi, evitando di concedere il fianco alle accelerazioni di dritto dell’avversario, che lo avevano fatto penare, e parecchio, nel parziale iniziale.
Musetti prova a rimanere agganciato sul 3-1, ma non riesce più a contenere a dovere gli attacchi da fondo dell’ex top-ten. Quest’ultimo trova addirittura il modo di portarsi avanti di due break, tornando quello che la settimana scorsa aveva trionfato ad Astana grazie al servizio, alla costanza e al ritmo da dietro. Solo due punti persi in quattro turni di battuta, 13 su 13 con la prima in campo: numeri che testimoniano un dominio nel parziale e spiegano il netto 6-1 finale.
Terzo set: Musetti gioca il miglior parziale da parecchio tempo a questa parte e approda al secondo turno
Tra secondo e terzo set, Musetti chiede l’intervento del medico per un problema alla vista, per il quale gli vengono applicate delle gocce. Una magagna che non gli impedisce comunque di ripartire con un game al servizio incoraggiante e incamerato a -30, complice qualche aiutino di Khachanov che non guasta mai. E proprio il carrarino ha la prima mini-occasione del parziale decisivo, sul 2-1 e 0-30 in suo favore, ma il servizio e il dritto del russo non sono più quelli traballanti del primo set e lo aiutano a rimontare e ad agganciare Lorenzo sul 2-2.
La qualità dei colpi, non così alta fino al terzo set e soprattutto troppo altalenante tra i due giocatori, aumenta esponenzialmente nel momento topico. Lorenzo, ormai lontano parente di quello del secondo parziale, gioca un game di livello eccelso per prendersi il break che lo porta sul 4-2 – il rovescio lungolinea con cui chiude il gioco è magico – e conferma l’allungo sul 5-2, uscendo da un game complicato ai vantaggi con un ace e un punto manovrato alla perfezione partendo da una smorzata. È l’allungo decisivo per il toscano, nonché quello che manda definitivamente al tappeto Karen, fiaccato anche dalle fatiche della scorsa settimana. 6-2 per Lorenzo e sottavi di finale ottenuti, con urlo liberatorio finale annesso, per una partita che può infondergli grande fiducia in vista del finale di stagione.
Flash
WTA Pechino, qualificazioni: Bronzetti a un passo dal tabellone principale, battuta la canadese Marino
La 24enne di Villa Verucchio avanti in tre set. Sabato si giocherà un posto nel tabellone principale del China Open

Lucia Bronzetti è a un passo dal tabellone principale del China Open. La 24enne riminese di Villa Verucchio, reduce dalla sconfitta nei quarti di Ningbo avvenuta solo ieri, ha battuto all’esordio per 6-4 1-6 6-2, in poco meno di un’ora e tre quarti di gioco, la canadese Rebecca Marino (entrata in tabellone al posto della tedesca Laura Siegemund)
Una partita sudata per Lucia quella contro Marino, risolta solo al terzo set. Il primo parziale vede una Bronzetti intraprendente, spinta da un ottimo rendimento con la prima palla. Pronti via la riminese si porta avanti 3-0 con doppio break. Nonostante la canadese ne recuperi uno Bronzetti è brava ad amministrare il vantaggio per chiudere 6-4 il primo set. Nella ripresa Marino è molto più centrata e decisamente più incisiva in battuta. Bronzetti accusa il colpo e cede il set per 6-1 grazie al doppio break canadese. L’epilogo dell’incontro è a tinte tricolori: Lucia torna a macinare punti al servizio, ritrovando l’ispirazione del primo set. Sono due i break che le regalano il passaggio del turno di qualificazione, nel quarto e nell’ottavo gioco. La 24enne vince ancora contro Marino dopo averla già battuta al primo turno del WTA 125 di Chicago lo scorso agosto.
Sabato Bronzetti si giocherà l’ingresso nel tabellone principale o con la tedesca Tamara Korpatsch, n.107 del ranking, o con la statunitense Ashlyn Krueger, n.75 WTA, che un paio di settimane fa ad Osaka ha conquistato il suo primo trofeo nel circuito maggiore