Prospettiva statistica della forza mentale di Federer, contro tutti e contro Djokovic

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Prospettiva statistica della forza mentale di Federer, contro tutti e contro Djokovic

In giro si dice che Federer è debole di testa. Ma è vero? E se è vero, è più o meno vero nelle partite contro Djokovic? La parola ai numeri

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Roger Federer - Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

La morsa della pandemia si è allentata e il tempo ci ha finalmente regalato un nuovo calendario, alla cui data d’inizio manca ancora però un mese. Non potendo dunque commentare il tennis giocato, se non qualche suo surrogato, cerchiamo di trovare qualche buono spunto di analisi, che in altri momenti rimanderemmo per l’off season di dicembre e che invece ci troviamo ad analizzare adesso, in questa off season forzata. Un paio di mesi fa vi abbiamo dato conto della forza mentale di Djokovic, partendo da una prospettiva statistica, nella quale abbiamo cercato di inquadrare la capacità di Nole di giocare al massimo i punti importanti, ovvero le palle break. Andiamo quindi a verificare cosa ci dice questo approccio se applicato a Federer e vediamo se la vulgata comune che lo vuole sovrastato da Nole e Nadal nel comparto mentale è dimostrata dai numeri.

Le domande da cui partiamo anche in questo caso sono le seguenti:

1) Quanto è bravo Roger a trasformare una palla break? Ovvero rispetto alla % di successo della generalità dei punti in risposta, qual è la performance di Federer sulle palle break procurate?

2) Quanto è bravo Roger a salvare una palla break? Ovvero rispetto alla % di successo della generalità dei punti al servizio, qual è la performance di Federer sulle palle break che si trova a fronteggiare?

PERFORMANCE BREAK POINT

Anche in questo caso andiamo a considerare in prima battuta soltanto le partite più combattute giocate dal maestro svizzero durante la sua carriera. Per combattute intendiamo quelle partite in cui Roger ha ottenuto una percentuale di break point fra 0,5 e 1,5 volte quelle dell’avversario. Per capirci, se l’avversario dello svizzero in un dato match ha ottenuto sei break point, considereremo quel match come “contested” se Roger avrà ottenuto fra le 3 e le 9 palle break. Le variabili che costruiamo anche in questo caso sono le seguenti:

FOCUS_CONVERSION_BP_% = differenza fra la percentuale di punti vinti in media alla risposta e la percentuale di trasformazione delle palle break a disposizione.

FOCUS_SAVING_BP_% = differenza fra la percentuale di punti vinti in media al servizio e la percentuale di salvataggio delle palle break affrontate.

(clicca per ingrandire)

Se Djokovic presenteva una spiccata predisposizione nelle giornate di vittoria, anche Federer dimostra nelle giornate favorevoli dei picchi di rendimento notevolissimi. Il delta positivo nella trasformazione delle palle break a disposizione è del 13%. Questo dato, che ha quasi dell’incredibile, si spiega con una tendenza di Federer accentuatasi notevolmente negli ultimi anni della carriera, ovvero quella di risparmiare risorse fisiche e mentali in ogni modo, un po’ come un giocatore di poker che folda deliberatamente ogni mano poco promettente, allo scopo di rischiare le proprie fiches solo là dove ci sono degli spiragli. Infatti le percentuali di successo di Federer nei punti in risposta se comparate con quelle di Djokovic sono nettamente peggiori. Nole nelle partite vinte combattute porta a casa in media il 46% dei punti in risposta, Roger solo il 41%.

Il delta positivo nel salvare le palle break da fronteggiare è un ottimo 8%. Affermare che Roger non sappia il fatto suo quando c’è da annullare palla break appare dunque estremamente ingeneroso, alla luce di questi numeri. Stiamo parlando di un tennista che in carriera, nei match lottati e vinti, ha portato a casa in media il 68% dei punti al servizio e sulle palle break ha una percentuale di salvataggio del 76%. Dunque l’asserzione che Federer sia debole di testa andrebbe ristretta a particolari contesti che non trovano posto in questa analisi globale: Federer potrebbe essere meno performante contro determinati avversari, ad esempio. Prendendo a riferimento un campione di match combattuti lungo l’arco di una carriera ventennale, non sembra comunque possibile sostenere la tesi di un Federer ‘debole di testa’.

Visto che si era parlato in precedenza di Djokovic, andiamo allora a vedere rispetto alle due variabili sopra considerate, le performance dello svizzero e del serbo nel corso degli anni.

MATCH LOTTATI VINTI – DELTA SULLE PALLE BREAK CONVERTITE (%)

In entrambi i casi, senza volersi addentrare eccessivamente nei dati, l’idea di fondo che emerge è che entrambi abbiano mostrato una notevole forza mentale nel corso degli anni, caratterizzata da una consistente attitudine a giocare bene i punti importanti tanto in attacco (break point a favore) quanto in difesa (break point contro).

SCONTRI DIRETTI – MATCH LOTTATI (%)

Se andiamo infine a vedere più nel dettaglio come sono andate le cose fra Roger e Novak nel corso della loro ultra-decennale rivalità, le cose cambiano. Si tratta di un campionE statisticamente limitato, nonostante la mole di partite giocate fra i due sia significativa. Quello che emerge appura che il senso comune, in questo caso, ha un fondo di verità. Le statistiche aiutano a quantificare questo trend: tanto per cominciare la tendenza generale vuole che le partite tirate siano vinte da Djokovic (grazie tante, direte…). Fin qui era facile.

Già da questo grafico si nota benissimo che la barretta viola è nettamente più corposa dal lato di Djokovic, e la partita in assoluto più ‘sanguinosa’ sotto il profilo statistico è la finale degli US Open (il rettangolino verde di Nole sarebbe proprio quella partita, che Roger dominò sotto vari punti di vista).

Palle break salvate: SCONTRI DIRETTI VS MATCH LOTTATI

Andando più nel dettaglio sono altri i dati che catturano l’attenzione: sotto il profilo delle palle break salvate, il dato standard in carriera nei match tirati di Federer è di quasi il 77%. Nelle partite giocate con Nole in media la percentuale di salvataggio è inferiore al 70%. Il che ci può stare, visto che stiamo probabilmente parlando del più grande ribattitore della storia.

(clicca per ingrandire)

Palle break convertite: SCONTRI DIRETTI VS MATCH LOTTATI

Il dato che invece lascia a bocca aperta è questo: Djokovic, il cui servizio è sicuramente valido ma non è certo al livello dei grandi specialisti alla Isner, sembra in grado di ipnotizzare il campione svizzero, che contro il servizio serbo sprofonda nel suo rating di conversione “standard” di ben 10 punti percentuali.

(clicca per ingrandire)

Infine, un ultimo dato statistico interessante: la quota di punti vinti al servizio nelle partite vinte contro Djokovic è incredibilmente superiore (e non di poco, parliamo di oltre un punto e mezzo percentuale, che nel tennis è parecchio).

CONCLUSIONI

Sia quando c’è da salvare che da trasformare break point, Federer ha i suoi bei grattacapi contro Djokovic. Il servizio di Federer deve imperativamente avere la meglio sulla risposta del serbo, con una media di trasformazione della prima che non può mai scendere sotto il 75%. Nei match vinti lo svizzero riesce a sciorinare delle prestazioni al servizio così dominanti che persino il Djoker serbo deve inchinarsi. È un po’ come dire che i margini per la vittoria dello svizzero sono così risicati che ha bisogno del suo prime game assoluto per spuntarla: se una qualsiasi cosa va un po’ al di sotto e finisce in zona battaglia, per lui sono dolori. Anche in questo caso, i numeri confermano in pieno il sentire comune.

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