Cinque temi da Palermo - Pagina 3 di 3

Al femminile

Cinque temi da Palermo

Le prestazioni di Elisabetta Cocciaretto e Camila Giorgi, la sfortuna di Ludmila Samsonova, gli arbitraggi di Marta Mrozinska e altro ancora sul torneo International disputato in Sicilia

Pubblicato

il

Camila Giorgi e Dayana Yastremska - Palermo 2020 (da Twitter @LadiesOpenPA)
 

4. Gli arbitraggi di Marta Mrozinska
La finale del torneo di Palermo è stata arbitrata da una giudice di sedia polacca, Marta Mrozinska. Mrozinska era diventata involontariamente famosa nel 2018 a Roma: durante il match fra Pliskova e Sakkari, su un punto decisivo aveva perso il controllo della situazione, finendo per penalizzare Karolina Pliskova. A fine match Pliskova aveva reagito malamente, subendo una sanzione, ma tutto era stato originato da un clamoroso pasticcio del team arbitrale (trovate QUI la ricostruzione degli avvenimenti).

Senza entrare nei dettagli: la sostanza di quel grave errore era stata causata dal fatto che la giudice di sedia si era ritrovata senza il supporto della giudice di linea (non più in grado di trovare il segno delle propria chiamata), e da quel vuoto di informazione era derivato il patatrac.

Forse a causa di quel precedente, nei match che ha arbitrato a Palermo Mrozinska mi è sembrata non fidarsi mai delle chiamate dei suoi collaboratori. Praticamente su ogni palla nei pressi della riga scendeva dalla sedia a valutare di persona; non era nemmeno necessario che le giocatrici chiedessero un supplemento di verifica: scattava direttamente lei per prima, per controllare da vicino.

Il risultato è che durante la settimana ho assistito a partite arbitrate da Mrozinska nelle quali è scesa di continuo. Durante un match mi sono pentito di non aver contato dall’inizio quante volte è entrata in campo, perché sicuramente aveva superato la decina: numeri da record.

Naturalmente non si tratta di un problema gravissimo, però, a mio avviso, significa che c’è qualcosa che non va. Per due aspetti. Il primo è che si rallenta il gioco, in attesa della sequenza discesa/controllo/risalita dell’arbitro. Il secondo motivo è che in questo modo il primo arbitro lascia trasparire una sensazione di sfiducia nei confronti dei propri collaboratori. E questo non è un segnale positivo da trasmettere alle giocatrici.

Per fortuna le cose sono tornate alla normalità proprio in occasione della finale: i controlli sul posto sono stati pochissimi, come è logico che accada di solito. Speriamo sia una prova di ritrovata serenità, dopo una settimana condotta da Mrozinska con molta ansia.

5. Pandemia: rinunce e sfortune
Ci sono i tennisti da prima pagina e ci sono i tennisti che quasi non fanno notizia. Affermazione ovvia e banale, confermata una volta ancora dall’emergenza pandemia. Vedo, per esempio, che a livello maschile uno dei temi più gettonati da parte dei lettori di Ubitennis è quanto lo stop forzato possa influenzare la caccia al record di Slam che vede coinvolti Federer, Nadal e Djokovic. Ma lo stesso discorso si potrebbe fare per l’inseguimento al Major numero 24 di Serena Williams: l’annullamento di Wimbledon 2020 sicuramente non l’ha aiutata.

Per quanto mi riguarda, però, la rinuncia che continuo a sentire come più sfortunata e “ingiusta”, non riguarda i fuoriclasse, quanto piuttosto giocatori e giocatrici in crescita. Tenniste potenzialmente in rampa di lancio, che in questi mesi avrebbero potuto compiere un salto di qualità determinante per la loro vita (sportiva e non solo), e che invece non hanno avuto la possibilità di raccogliere i risultati che probabilmente erano alla loro portata. Penso per esempio a Elena Rybakina, che stava giocando benissimo, su livelli che avrebbero potuto consentirle di vincere titoli pesanti, e che invece ha visto sfumare un momento di forma fenomenale senza poter scendere in campo.

Anni e anni di lavoro, arrivi finalmente a raggiungere la condizione che ti permette di raccogliere i frutti di tanto impegno, e un evento del genere blocca tutto. Chissà se questo treno tornerà a passare. Potrà apparire poco significativo in rapporto al numero di Slam di Serena o di Nadal, eppure a me lo stop di questi mesi sembra più grave e pesante per la carriera tennistica di Rybakina che per quella di Williams o Djokovic. Ma magari sbaglio io.

La questione secondo me si ritrova in forma minore anche fra le partecipanti di Palermo. Penso per esempio a Ludmila Samsonova. Ventuno anni, ha dimostrato di possedere un tennis in crescita grazie a un dritto sempre più incisivo. In particolare sottolineerei una caratteristica: non capita tanto di frequente veder utilizzare con tale efficacia il dritto inside-in. E sappiamo che il dritto inside-in diventa efficace solo se lo si esegue davvero bene, perché è un colpo potenzialmente “suicida”; infatti se l’avversaria riesce ad agganciarlo, ha poi tutto il campo vuoto per piazzare la replica.

In Sicilia Samsonova si è fermata contro Martic (testa di serie numero 1), a causa anche di qualche problema fisico, che le ha fatto perdere di solidità nello sviluppo del match (perso 5-7, 6-4, 6-2). Avendo più occasioni di gareggiare cosa avrebbe potuto raccogliere nei mesi passati?

A mio avviso il livello di tennis che Samsonova ha mostrato a Palermo vale più del suo best ranking (numero 114, febbraio 2020). Ma non ha avuto la possibilità di dimostrare quanto sia migliorata negli ultimi mesi. Rybakina, Samsonova, Cocciaretto e altre giocatrici in crescita: secondo me, sono proprio le giocatrici come loro le più penalizzate dallo stop forzato del tennis.

Pagine: 1 2 3

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement