La giornata di lunedì ha visto l’esordio nel torneo di Novak Djokovic. Il serbo si è sbarazzato del lituano Ricardas Berankis per 7-6(2) 6-4 nonostante un piccolo infortunio. “Il collo mi ha dato fastidio. Ormai sono quattro giorni ma sta andando nella direzione giusta” ha detto il n. 1 del mondo. “Spero che domani non reagisca con una grossa infiammazione. Per questo ho fatto parecchi doppi falli. Inoltre lui sapeva dove avrei servito quindi non c’erano molte opzioni per me a causa della situazione spiacevole in cui stavo. Ma con il grande aiuto di Clay, il fisioterapista dell’ATP che ha fatto del suo meglio per farmi sentire bene, sono riuscito a gestire la cosa”.
Per il serbo si presenterà la settimana prossima un’occasione che non si verificava da oltre 20 anni: giocare uno Slam senza i suoi due rivali Federer e Nadal, un indubbio vantaggio nella corsa al record di Slam vinti. “Nessuno poteva aspettarsi quanto successo negli ultimi sei mesi e tutti eravamo concentrati su cose differenti riguardo le nostre vite, situazioni famigliari, guai fisici, la necessità di stare al sicuro. C’è stato molto da fare anche per permettere al tennis di ripartire quindi anche se non si è giocato per sei mesi è stata una sfida continua per tutti. Ma la corsa agli Slam e tutto il resto è ancora lì. Non penso proprio che possa mai allontanarsi, il dibattito è sempre lì. Sono cambiate un sacco di cose nei tornei con questa ripartenza ma dal nostro punto di vista, quello mio di Roger e di Rafa, non è cambiato molto. Io ho intenzione di fare bene è ovviamente sto trattando questo Slam come tale, anche se si gioca in condizioni molto differenti”.
Una novità notata da tutti i giocatori per questa nuova edizione è la rapidità dei nuovi campi di Flushing Meadows. “I campi sono veloci. Non so cosa sia successo, se li hanno rifatti da capo o se hanno ripitturato la superficie in modo da renderli almeno il 20-30% più veloci dello scorso anno. Poi c’è il campo centrale che è più lento degli altri ma è comunque molto veloce. Quindi devo ammettere che la cosa mi ha sorpreso un po’ perché ho fatto la maggior parte degli allenamenti sui campi principali, quindi mi ci è voluto tempo per trovare il giusto punto di impatto sulla palla”. L’Arthur Ashe e il Louis Armstrong, i primi due campi di Flushing Meadows, non vengono infatti utilizzati per il torneo di Cincinnati.
ANDY MURRAY
Chi invece è soddisfatto tanto del risultato quanto del gioco è Andy Murray, autore della notevole vittoria su Alexander Zverev in tre set. Il fisico dello scozzese, al rientro dopo il piccolo ulteriore stop per il problema all’anca, è stato messo a dura prova. “Domani [contro Milos Raonic, ndr] avrò un’altra opportunità per competere e capire a che punto è il mio corpo. Domani vedremo come mi sentirò, mi aspetto di essere stanco ma cercherò di spingermi al massimo indipendentemente dal risultato. Prima di iniziare il torneo avevo detto che ero qui per giocare partite e ne ho vinte vinte due parecchio competitive, per ora è la settimana che volevo. Penso che avrei potuto giocare anche al meglio dei cinque set“.
Murray è un ex numero 1 del mondo con tre Slam in bacheca, ma il suo livello resta al momento un’incognita. Lui stesso ammette che basandosi solo sui suoi allenamenti, sarebbe stato difficile prevedere l’esito del match. “Se qualcuno avesse guardato i miei allenamenti e la preparazione al torneo, non si sarebbe aspettato una mia vittoria. Nelle partite di preparazione venivo sconfitto da tutti, non ne vincevo una, ma gli allenamenti non contano” ammette sorridendo, e poi dà anche un ragguaglio sul suo classico atteggiamento da quasi-sconfitto. “Quando qualcuno mi guarda da fuori potrebbe pensare che sono giù di morale, che sono negativo con me stesso, ma dentro di me non è affatto così. Io sono uno che crede molto in sé stesso e so come vincere partite del genere, anche se può non sembrare così. Non ho ancora perso il mio istinto da competizione, la mia grande forza. Quando se ne sarà andato, probabilmente sarà tempo di lasciare“.
SERENA WILLIAMS
A stare bene fisicamente è anche Serena Williams, uscita vincitrice da una bella battaglia con Arantxa Rus. “Sono incredibilmente in forma” ha affermato in conferenza stampa, prima di aggiungere: “Mi sento pronta per tutto. Affronto un giorno alla volta e il motivo per il quale volevo essere super preparata fisicamente è che giocheremo in pratica per sei settimane consecutive e questa può essere per me un’occasione per prepararmi anche alla terra”. 38 anni e non sentirli, insomma.
Anche a lei è stata posta la questione sull’assenza del pubblico e la sua esperienza al torneo precedente di Lexington sicuramente ha aiutato a creare una nuova abitudine. “A un certo punto ho stretto il pungo per esultare e ho detto ‘Come on!’ come se avessi il pubblico nella mia mente. L’ho trovato divertente, per me era come se ci fosse il pubblico“.
NAOMI OSAKA
Chi invece ci ha messo parecchio ad abituarsi a questa situazione è stata Naomi Osaka, una tennista che ama il sostegno del pubblico ma che spesso viaggia con la mente. “Ci sono stati dei momenti nella partita [vinta in tre set contro Karolina Muchova, ndr] in cui la mente vagava, soprattutto nel secondo set, ma continuavo a ripetermi di tornare in carreggiata. Penso si riconoscano i momenti in cui mi distraggo perché sono quelli in cui rido di più. La cosa è sia positiva che negativa perché vuol dire che mi sto divertendo in campo ma devo subito tornare a concentrarmi sul punto successivo. Per questo ho cercato di parlare spesso con l’arbitro per capire come gestire alcune nuove regole”.
La giapponese ammette che le ‘risate interiori’ nascono da un genuino divertimento che deriva dal poter finalmente mettere in pratica il duro allenamento di questi mesi. “Non sono la tipa a cui piace allenarsi, per questo ero contenta di giocare. Mi sono allenata un sacco a Los Angeles, ho anche preso un 6-0 da Tommy Haas: è stato così imbarazzante! Anche se quando non c’è nulla in palio non sempre mi sento motivata”. Se cerca un modo per tenere alto il livello di competizione, Naomi può sempre chiedere consiglio a Medvedev.