Alzi la mano, con sincerità, chi non li pensava ritirati. Andrey Kuznetsov e Tsvetana Pironkova erano fuori da tempo immemorabile: lui, estemporaneo ritorno al Challenger di Koblenz nel gennaio 2018 a parte, da quasi tre anni; lei da tre anni e un mese. Lui, il russo, aveva vinto l’ultima partita al Challenger di Orleans il 26 settembre 2017; lei, la bulgara, l’ultimo match lo aveva vinto proprio in uno Slam, a Wimbledon dello stesso anno, battendo al primo turno Sara Errani prima di cedere a Caroline Wozniacki. Il tennista di Tula a livello Major l’ultimo incontro l’aveva vinto proprio a Flushing Meadows addirittura nel 2016, secondo turno contro Albert Ramos per poi raccogliere sei giochi dalla racchetta di Rafa Nadal.
I bookies di tutto il mondo avranno vissuto ore di cupa disperazione: facendo una media tra le quote proposte dai più noti allibratori online, lui era pagato circa undici volte la posta, lei poco più di nove. A rincuorarli il fatto che molto probabilmente i due non devono aver raccolto chissà quante puntate.
Andrey era in realtà già rientrato poco dopo ferragosto a Praga, e aveva perso in due tie break al primo turno contro Tallon Griekspoor. Oggi l’ha fatta grossa, mettendo a segno l’upset di giornata con la clamorosa vittoria ai danni di Sam Querrey, ex numero undici ATP e già ai quarti di finale a New York proprio nel 2017. Meno prestigioso lo scalpo colto da Pironkova, quello dell’ex italiana Liudmila Samsonova, ma dopo trentasette mesi di assenza e una gravidanza alle spalle di scontato c’era pochino. Pironkova ha potuto rientrare grazie al ranking protetto, la cui fascia temporale di utilizzo è stata di recente allargata a tre anni per le giocatrici reduci da una gravidanza.
Al prossimo turno, inaspettatissimo per entrambi, Kuznetsov avrà un incontro ancora più duro contro Karen Khachanov, mentre Pironkova se la vedrà addirittura con Garbine Muguruza. Difficile non pronosticarli perdenti, ma in quest’annata senza senso mai dire mai.